TIRA’
Da quando mi ricordo, e di acqua ne è passata sotto il ponte del Po, sulle tavole di Pasqua a Crescentino non sono mai mancati I TIRA’. Qualcuno, ma è una minoranza, li chiama LE TIRA’, e comunque, al di là del genere maschile o femminile, tutti ne vanno ghiotti ed è questo l’incontestabile dato unificante. Sono dolci rustici, simili a minuscole pagnottelle che i bambini intingono volentieri nel latte ed i grandi nel vin santo o nel marsala.
Un tempo le donne li preparavano nelle proprie cucine per poi portarli a cuocere nei forni comuni, luoghi d’aggregazione privilegiati per il fitto intreccio di notizie e pettegolezzi. Ora questi gesti, per secoli riproposti, appartengono alla storia locale ma è bello ed importante rievocarli affinchè non si perdano irrimediabilmente nelle ceneri della dimenticanza.
Piera Torre, in periodo pasquale ripete da sempre la ricetta insegnatale dalla madre Eglantina Ottino scesa negli anni 30, per amore di suo padre Andrea, dalle colline del Valentino di Verrua Savoia alla Frazione Galli di Crescentino. Ad Eglantina, a sua volta, l’aveva tramandata la suocera che forse l’aveva ereditata dalla mamma. Immaginiamo dunque i nostri “tirà allineati sul tavolo in legno di una cucina ottocentesca dalla volta a botte, le finestre piccole ed il grande camino.
Ingredienti:
1 kg di FARINA
3,5 hg di ZUCCHERO
3,5 hg BURRO
6 UOVA (4 INTERE , 2 SOLO IL TUORLO)
LA SCORZA DI 2 LIMONI GRATTUGIATI
LA SCORZA DI MEZZA ARANCIA GRATTUGIATA
1 BICCHIERINO DI LIQUORE DOLCE
UN PIZZICO DI NOCE MOSCATA
2 BUSTINE DI LIEVITO VANIGLIATO
Si impastano tutti gli ingredienti come per fare la pasta frolla. Si ricavano poi dei filoni della larghezza di circa 4 cm e li si suddivide in piccoli pani. Li si pizzica leggermente sui due lati come per formare una grande caramella e li si spolvera di zucchero. Li si mette in forno a 180 ° per mezz’ora circa. E voilà.
Benchè la ricetta originale preveda solo la scorza grattugiata di mezza arancia, Piera ogni volta trasgredisce per accontentare il marito Domenico Bottino, personaggio mitico di Crescentino: non solo è lui che ha decorato per una vita quasi tutte le case del paese, ma ha cantato meravigliosamente in chiese e teatri ed anche recitato la parte di se stesso nel bel film di Giovanni Mangiano: “Il mare non bagna le nuvole” ambientato nelle nostre terre d’acqua e sulle colline oltre il grande fiume. E passi dunque la trasgressione della scorza di un’ arancia intera per la gioia del nostro artista che non rinuncia mai ai suoi tirà, specie quando parte per andare a pesca. Riposti in una scatola di latta si conservano infatti per alcuni mesi. Sono buoni, energetici e friabili. E con loro, non solo per Domenico, la festa continua oltre la Pasqua.
Maria Giulia Alemanno
http://www.mariagiulia-alemanno.com