Tiratura e vendite, autorevolezza e indipendenza: quando il lessico editoriale divora se stesso

Tiratura spacciata per vendite. Indipendenza scambiata per autorevolezza. Il lessico e la sua mutazione: fraintendimenti sui lemmi, le parole che perdono di senso. E un processo di assuefazione, un mitridatismo ‘velenoso’, che in ordine al mondo dell’informazione, ed in particolare a quello della carta stampata, diviene alquanto pericoloso. Concetti differenti smerciati per sinonimi. Ma se per la prima coppia, la differenza è fondamentalmente di natura formale,
aritmetica; per la seconda la questione è assolutamente sostanziale. E ben più importante. E’ infatti sulle espressioni ‘indipendenza’ e ‘autorevolezza’ che si tende (ma fino a che punto inintenzionalmente?) a fare maggior confusione. A prendere cantonate. Primariamente, sull’autorevolezza: te la puoi solo guadagnare col tempo. L’indipendenza, invece, o l’hai o non l’hai. O lo sei, indipendente, o non lo sei.
Qualità eventualmente acquisita l’una, connotato originario l’altra. Ma di per sé il non posseder la prima non è di per sé l’indice di un vizio. Se non altro perché poter vantare un’autonomia a 360 gradi è letteralmente impossibile. Per assurdo, in astratto, infatti, è sufficiente avere un’inserzionista per non potersi più professare tali. Mi fa pubblicità anche solo un’agenzia immobiliare? Bene, quando viene pubblicato il borsino immobiliare, se voglio seguitare ad introitare qualcosina, mi comporterò di conseguenza. Chiaro? Naturalmente più l’inserzionista si fa grosso e potente, o più cresce il numero dei miei ‘finanziatori’, più la mia libertà editoriale è condizionata, messa a repentaglio. L’autorevolezza, invece, te la puoi conquistare anche all’interno di una situazione di non indipendenza. Come? Verificando le notizie, quindi le fonti, prima di tutto. Ma soprattutto non tacendo i fatti scomodi all’editore di turno. Solo così un giornale può definirsi autorevole, sopperendo in modo serio, professionale e onesto alla mancanza di indipendenza. E – alla lunga – farà buon pro anche al padrone.
Don Pizzarro

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