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Tiziano Terzani

Creato il 04 aprile 2011 da Scatolaemozionale
Tiziano Terzani

Si sa, capita a tanta gente, ma non si pensa mai che potrebbe capitare a noi. Questo era sempre stato anche il mio atteggiamento. Così, quando capitò a me, ero impreparato come tutti e in un primo momento fu come se davvero succedesse a qualcun altro.
«Signor Terzani, lei ha il cancro», disse il medico, ma era come non parlasse a me, tanto è vero — e me ne accorsi subito, meravigliandomi — che non mi disperai, non mi commossi: come se in fondo la cosa non mi riguardasse.
Forse quella prima indifferenza fu solo un'istintiva forma di difesa, un modo per mantenere, un contegno, per prendere le distanze, ma mi aiutò. Riuscire a guardarsi con gli occhi di un sé fuori da sé serve sempre. Ed è un esercizio, questo, che si può imparare. Passai ancora una notte in ospedale, da solo, a riflettere.

Dedico questo post oggi a un personaggio che ho scoperto solo poco tempo fa, ma il cui messaggio è stato sin da subito forte, toccante, diretto. Scrivo di Tiziano Terzani.Un uomo che ha lasciato il segno e tanti messaggi uno in particolare "il maestro di noi stessi è dentro di noi".L'ho scoperto grazie ad un libro UN ALTRO GIRO DI GIOSTRA, e se posso lo consiglio a tutti, tutti indistintamente perché parla della vita e del coraggio di viverla. Un libro che rimescola i punti di vista, che parla di viaggi, di malattia, di altre culture ma sopratutto di un altro vastissimo mondo, un mondo che spesso non ci soffermiamo nemmeno a conoscere perché lo diamo per scontato o non ci interessa, il mondo che è dentro di noi. Non voglio scrivere molto, volevo solo ricordalo, anche nel mio blog, vi lascio con delle citazioni tratte dal suo libro UN ALTRO GIRO DI GIOSTRA e posto un breve filmato su una parte della sua ultima intervista.Namastè"Io chi sono?". La risposta sta nel porsi la domanda, nel rendersi conto che io non sono il mio corpo, non sono quello che faccio, non sono quello che posseggo, non sono i rapporti che ho, non sono neppure i miei pensieri, non le mie esperienze, non quell'Io a cui teniamo così tanto. La risposta è senza parole. È nell'immergersi silenzioso dell'Io nel Sé.
  • Viaggiare era sempre stato per me un modo di vivere e ora avevo preso la malattia come un altro viaggio: un viaggio involontario, non previsto, per il quale non avevo carte geografiche, per il quale non mi ero in alcun modo preparato, ma che di tutti i viaggi fatti fino ad allora era il più impegnativo, il più intenso.


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