Toccare, annusare

Fa niente la neve, quando vado a prendere G. alla materna c'è già un po' di luce.
Archivio definitivamente le pigne sparse in casa, ne viene fuori un saccone.
Le cortecce stanno sempre là, nel vaso.
Ora c'è un altro vaso dove metto le lunghe liste di impiallacciatura, dono di un'amica. Per ora se ne stanno così, colorate e un po' chiassose, magari evolveranno in intrecci, pannelli. Boh.
Resto in superficie, apprezzo le venature, da un lato le lascio grezze, non riesco a smettere di annusarle.
Poi prendo i legnetti raccolti qua e là; quelli più torniti, chiari e leggeri arrivano da una spiaggia ligure, gli altri dai parchi cittadini. Un filo metallico sottilissimo e delle palline avanzate da natale (la Bionda dice che sono sue e protesta) e ne esce un oggetto misterioso e sbilenco.Va là, lo appendo senza vergogna, e scacciamoli i pensieri:
Infine, libero dai sacchetti il mio prezioso bottino, profumatissimo, la cannella riccioluta e barocca che quando mi ci imbatto faccio incetta (e rimedio pure ricette mentre la pago). Anche annusare questa crea dipendenza e porta lontano.

Solo frammenti di alberi addomesticati, per ora, in attesa che dell'inverno siamo fora. Per chi ha voglia di legno, questa è la raccolta Pinterest in tema.