Magazine Cinema

Tokyo Bitch, I Love You (Id.)

Creato il 07 febbraio 2014 da Makoto @makotoster

Tokyo Bitch, I Love You (Id.)
Tokyo Bitch, I Love You (id.) Regia e montaggio:Yoshida Kōki. Fotografia: Shida Takayuki. Musica: Nishimura Gōki. Suono: Kamijō Shintarō. Interpreti e personaggi: Kageyama Yōko (Hatsue), Itō Kōichi (Yoshinori), Kojima Yoi, Sugata Shun, Takano Haruki, Takemoto Kenshi. Produzione: Arc Vision. Anteprima mondiale: 7 dicembre 2013, Tokyo FILMeX. Durata: 70’.Punteggio ★★★
Link: TokyoFILMeX
Già autore dell’interessante Kazoku X (Household X, 2011), efficace esempio di minimalismo cinematografico, fatto di quotidianità, dialoghi rarefatti, gesti quotidiani e lunghe inquadrature fisse – ma non privo di riuscite impennate visive –, Yoshida Kōki conferma molte delle sue qualità in questo Tokyo Bitch, I Love You. Tratto da uno spettacolo teatrale del gruppo Austra Amacondo, un adattamento in chiave contemporanea del celebre dramma bunraku Gli amanti suicidi di Sonezaki di Chikamatsu Monzaemon, e vincitore di una menzione speciale all’ultima edizione del Tokyo FILMeX, il film esibisce in modo evidente le principali caratteristiche stilistiche e tematiche del suo autore, già viste nel film appena citato. Anche qui siamo di fronte ad una storia di alienazione, di ‘(s)finitudine’ esistenziale, di estraneità e di incapacità di comunicare, in cui i personaggi sembrano imprigionati da un oppressivo paesaggio urbano – alla Antonioni – che non sembra lasciar loro alcuno spazio. Il racconto verte sul difficile legame sentimentale fra una giovane prostituta, Hatsue, e un uomo sposato, Yoshinori, che si aggrava, prima, quando l’uomo si ritrova in gravi difficoltà economiche per aver prestato del denaro a un collega che scomparirà nel nulla, poi, quando sua moglie viene a conoscenza del suo tradimento. Le scene familiari e di ufficio dell’uomo si alternano a quelle della vita di Hatsue, limitata per lo più agli incontri con i diversi clienti nel club dove lavora e alle lunghe attese che separano un incontro dall’altro – in qualche modo colmate da meste conversazioni con le colleghe. In una di queste si scopre che Hatsue ha abortito il frutto del suo amore con Yoshinori, fatto di cui lui, invece, è ignaro. Quando la discesa agli inferi dei due personaggi è ormai giunta a un punto di non ritorno, una lunga scena notturna sul tetto di un grattacielo sembra preludere suicidio della coppia. Parlando del bambino mai nato, la donna dice che potranno forse incontrarlo dopo la loro morte, per poi chiedere all’uomo – nell’unico primo piano dell’intera scena – se non desidererebbe vederlo. Ma gli sviluppi della situazione saranno diversi da ciò che sin qui si fosse potuto presumere. Del resto il film si era aperto con le immagini del suicidio della sola Hatsue, ma anche questo evento non ritornerà nel corso della storia – che termina con una toccante scena di dialogo fra Hatsue e una sua amica – così da collocare quell’incipit in una dimensione più “virtuale” che “reale”. In sostanza Yoshida rende contemporanea la classica storia di Chikamatsu segnandola di ambiguità e incertezze proprie a molto cinema moderno e postmoderno. Nel rifarsi a un grande classico della letteratura giapponese già frequentato da Mizoghuchi, Yoshida riprende da questi il gusto per le lunghe inquadrature, i piani distanziati e una certa predisposizione a mostrare i personaggi di spalle – a volte anche in sena particolarmente drammatiche – celandone così il volto allo spettatore e introducendo una dimensione di distacco e straniamento. [Dario Tomasi]

Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :

  • Master Blaster al Fantafestival

    Master Blaster Fantafestival

    La camera delle bestemmie, colonna sonora : Freaks in uniform delle Horropops.La mia vita è caotica, chi mi conosce lo sa benissimo. Leggere il seguito

    Da  Taxi Drivers
    CINEMA, CULTURA
  • Le vergini suicide

    vergini suicide

    di Jeffrey EugenidesTitolo: Le vergini suicide Titolo originale: The Virgin Suicides Autore: Jeffrey Eugenides (Wikipedia) Nazione: USA Anno prima pubblicazione... Leggere il seguito

    Da  Phoebes
    CULTURA, LIBRI
  • Lessico famigliare (Ginzburg)

    Lessico famigliare (Ginzburg)

    Natalia Ginzburg è una delle tante voci del panorama letterario italiano che vengono quasi ignorate nella trattazione scolastica che, ovviamente, ha parecchi... Leggere il seguito

    Da  Athenae Noctua
    CULTURA
  • “La ferocia” – Nicola Lagioia

    ferocia” Nicola Lagioia

    Dopo Occidente per principianti e Riportando tutto a casa, Nicola Lagioia torna a raccontare una Puglia lontana dai clichè, scegliendo atmosfere livide e toni d... Leggere il seguito

    Da  Temperamente
    CULTURA
  • Cosa sta succedendo in Grecia

    È da molto tempo che non mi impegno a scrivere su questo blog. Un’po perchè essendo uno studente universitario talvolta il tempo scarseggia, un po'( un bel... Leggere il seguito

    Da  Hodyjean
    CULTURA
  • Unfriended (2014)

    Unfriended (2014)

    Affrontare un horror con aspettative azzerate è sempre una gran tattica e lo dimostra la mia reazione dopo la visione di Unfriended, film diretto nel 2014 dal... Leggere il seguito

    Da  Babol81
    CINEMA, CULTURA