Ogni episodio inizia ricordando che i creatori della serie si sono documentati per rendere gli effetti del terremoto nel modo più realistico possibile e proprio questo è a mio parere uno degli elementi più interessanti: in ogni puntata sono presentate situazioni che potrebbero realmente avere luogo, dai danni agli edifici ai primi soccorsi, dalla reazione delle persone alla ricostruzione. La storia dei tre protagonisti prosegue lentamente e si riduce in definitiva al loro cammino attraverso una Tokyo post-apocalittica ricreata con assoluta precisione, nella quale incontrano gente terrorizzata, scortese e pronta a schiacciare il prossimo per salvare la pelle, ma anche fulgidi esempi di commovente solidarietà.
La caratterizzazione dei personaggi è nella media, senza elementi notevoli ma neppure clamorosi scivoloni. La protagonista Mirai, inizialmente delusa dai genitori e in generale dal mondo degli adulti, evolve poco e soltanto a causa degli eventi catastrofici che le stanno intorno, facendo perdere agli sceneggiatori una buona occasione per sviscerare, seppure in un contesto atipico, la sempre complessa tematica della crescita e della paura di diventare grandi. Yūki e Mari, invece, sono tratteggiati in modo più riuscito: il primo è un bambino ottimista e fiducioso, sempre allegro ma non privo di momenti di razionalità e maturità, in cui le molteplici sfaccettature dell'infanzia sono colte brillantemente; la seconda è invece una donna sicura di sé nonostante i lutti che l'hanno colpita in passato, forte e determinata, eppure come tutti fragile per la paura di perdere gli affetti più profondi.
Il character design non presenta grandi originalità e purtroppo dopo gli episodi iniziali subisce un drastico calo qualitativo, mentre i fondali sono accurati e ricchi di particolari.
Un frame tratto dalla sigla iniziale
Tokyo magnitude 8.0 riesce a trasmettere l'angoscia derivante da una situazione di emergenza estrema, senza dimenticarne il lato umano e gli effetti sulla psiche delle persone. Gli 11 episodi di cui è composta la serie racchiudono tante piccole storie e gesti quasi insignificanti, ma non ci si discosta mai a lungo da Mirai, unico vero fulcro della vicenda, costretta a crescere suo malgrado. Non mancheranno le lacrime, tante, per lei come per noi.