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Tom A La Ferme

Creato il 03 settembre 2013 da Drkino

 

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Tom si reca al funerale del suo amante per poi trasferirsi nella fattoria della famiglia di lui, scoprendo che la sua relazione era sconosciuta a tutti.  Finirà per torvarsi intrappolato in quella casa, in una gabbia di menzogne dalla quale sarà difficile fuggire. Il promettente e talentuoso Xavier Dolan dirige e interpreta questo bel film, tratto da una piece teatrale di Michel Marc Bouchard, storia di un vuoto incolmabile e della lotta titanica dei personaggi che cercano di riempirlo. Il fratello del ragazzo morto tesse una ragnatela di menzogne per proteggere la madre, che pur avvertendo la verità, preferisce raccontarsene una diversa. Lo stesso protagonista, anche lui vittima del vuoto che lo attanaglia, si trova vittima della psicosi collettiva che ha colpito la famiglia, entrando in un circolo vizioso di violenza e accettazione passiva che gli impediranno di lasciare la fattoria. Xavier Dolan pone la macchina da presa lontana dai personaggi e dall azione proprio per sottolineare questa freddezza e falsità dei personaggi; solo durante i dialoghi si avvicina in intensi primi piani, quasi a voler cogliere ogni sfumatura delle espressioni degli attori, per scavare nel profondo dell'anima dei personaggi. Il regista inoltre cambia formato passando dal cinemascope ai 16:9 per, sencondo le sue stesse parole, "soffocare la storia dei personaggi", accentuando la tensione in certi importanti passaggi. Bravissimi i tre attori protagonisti Pierre-Yves Cardinalm nel ruolo del fratello Francis, Lisa Roy-che aveva recitato pure nella versione teatrale- nel ruolo della madre e lo stesso Dolan nel ruolo di Tom, che ci regalano delle perorfmance toccanti e intense. Inizialmente il regista non aveva previsto di inserire una colonna sonora all'interno del film, ma alla fine il regista ha optato per inserirle nel film. A comporre le musiche Gabriel Yard che secondo il regista ci regala una " interpretazione lirica e rivendicata del genere romantico-thriller aveva talvolta accenti di Hitchcock, talvolta di Malher." poi continua" Credo di aver compreso tutto il suo stile e la sua classe attraverso le stravaganze barocche – ma credo che per lui si tratti in definitiva di impulsi istintivi – e la sua attitudine, la sua
facilità ad accettare il classicismo dove era necessario, dando cosi al film la sua sensualità ed il suo slancio
". Lo spettatore rimane incantato e intrappolato dal film, in un crescendo di tensione e angoscia, affascinato come il protagonista da quel castello di carte che costruiscono i protagonisti. Un bel film, che si merita di ricevere qualche premio. Vedremo.


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