Un gentile lettore sostiene che dico “sciocchezze” a proposito della teologia, in particolare riferendosi alla mia affermazione che potrebbe essere facilmente smontata anche da un bambino di 2 anni. Si trattava chiaramente di un paradosso, però penso seriamente che potrebbe farlo con successo un bambino di 11 anni un po’ dotato per la logica e privo di timori riverenziali. L’immensa maggioranza degli scritti teologici presuppone semplicemente che Dio esiste e io considero questo procedimento scorretto per chiunque cerchi seriamente la verità. A questa categoria non sfuggono le 5 “prove” con le quali Tommaso d’Aquino ritiene di poter dimostrare l’esistenza di Dio. Per quanto mi risulta, queste prove costituiscono uno dei cardini principali di tutta la teologia cristiana. A dire il vero le prime 3 sono in realtà 1, perché sono solamente modi diversi per dire la stessa cosa: tutte comportano una regressione all’infinito. La risposta a una domanda provoca una domanda anteriore e così via.
1: il motore che non è mosso. Tutto quello che si muove è mosso da qualcos’altro. Questo ci porta a una regressione di cui l’unica via d’uscita è Dio. Bisognava che qualcuno desse il primo impulso e lo ha dato Dio. 2: La causa senza causa: Niente è la causa di se stesso. Ogni effetto ha una causa efficiente anteriore e là siamo nuovamente portati a una regressione. Questa deve terminare con una causa prima e questa causa si chiama Dio. 3: L’argomento cosmologico. Doveva esserci un momento in cui nell’universo non esisteva niente. Ma siccome adesso esistono le cose fisiche, c’è per forza un essere non fisico che le ha fatte esistere e questo essere si chiama Dio.
Questi argomenti sono tutti fondati sull’idea di una regressione e chiamano Dio per metterci fine. Presuppongono in modo totalmente gratuito che Dio sfugga alla regressione. E perché? Anche facendo uno strappo alla regola e ammettendo l’esistenza di un essere abbastanza forte per mettere fine alla regressione, per il solo motivo che ce ne serve uno, niente giustifica che questo essere sia onnipotente e onnisciente, come normalmente viene considerato Dio. Per il semplice fatto che l’onniscienza e l’onnipotenza sono incompatibili. Se Dio è onnisciente, deve sapere come userà la sua onnipotenza per cambiare il corso della storia. Ma questo significache non può cambiare idea sul suo intervento e che quindi non è onnipotente. In effetti questi argomenti, criticati da molti filosofi e anche da qualche teologo, sono ormai utilizzati solo da qualche nostalgico.
4 L’argomento del grado. Vediamo che le cose presenti nell’universo differiscono fra loro. Esistono dei gradi, per esempio nella bontà e nella perfezione. Ma noi possiamo giudicare questi gradi solamente in rapporto a un grado assoluto. Siccome gli umani possono essere allo stesso tempo buoni e cattivi, la bontà assoluta non può trovarsi fra noi. Quindi c’è un essere che per tutti gli esseri è la causa di ogni perfezione e questo essere è Dio.
E questo sarebbe un argomento? Allo stesso modo possiamo dire che gli umani non sono tutti cretini e che deve necessariamente esistere un essere assolutamente cretino che chiamiamo Dio. Sostituite a questo paragone quello che vi pare e il risultato sarà sempre altrettanto stupido.
5. L’argomento teleologico, o argomento del disegno. Le cose che si trovano nel mondo, in particolare gli esseri viventi, danno l’impressione di operare per un fine. Quindi occorre un programmatore, e questo programmatore lo chiamiamo Dio. Questo è il solo argomento che oggi venga ancora utilizzato regolarmente, l’unico che potrebbe creare qualche difficoltà al mio bambino di 11 anni. Molti, in particolare i creazionisti, lo considerano abbastanza solido per chiudere il dibattito e mandare a spasso gli atei. Invece no, è sballato come gli altri. Grazie a Darwin, non possiamo più dire che tutto quello che evoca un piano scaturisce necessariamente da un disegno. Certo, i risultati dell’evoluzione per selezione naturale danno l’impressione di un disegno fino a meravigliosi livelli di complessità e di eleganza. Ma Darwin ha dimostrato come, per arrivare a qualcosa di complesso, non occorra qualcosa di ancora più complesso, ma si possa arrivarci mediante una serie di piccole modifiche partendo dall’infinitamente semplice. Consiglio a tutti di studiare l’evoluzione per selezione naturale. E’ molto più seria, interessante ed elegante delle scorciatoie prese dai teologi.
In ogni caso bisogna rendere al buon Tommaso l’onore delle armi, poiché ai suoi tempi non esisteva Darwin (che, detto per inciso, da giovane è stato stimolato proprio dall’argomento del disegno).
Dragor
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