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TOP Post dal mondo expat #24.2.14

Creato il 07 marzo 2014 da Mamma In Oriente

Eccomi, sempre in ritardo, al secondo appuntamento con la rubrica con la quale vi segnalo gli articoli a mio avviso più belli scritti dagli espatriati italiani nella settimana precedente.

TOP Post dal mondo expat #24.2.14

Anche questa volta abbiamo 5 articoli che toccano argomenti diversi. Parlano di distanze, di futuro, del ritrovarsi, di identità e di nuove vite. Eccoli elencati in data d’uscita:

La pista cifrata del blog “Migola”

E’ un post molto breve, quasi ermetico. Si parla di “distanza”, una parola spesso centrale nel nostro essere espatriati. Distanza dai nostri affetti, dalla nostra patria, da quella che è stata la nostra casa. Distanza che sentiamo maggiormente quando siamo malinconici, distanza che ci pesa quando qualcosa di molto bello accade là dove non possiamo essere, che ci tiene troppo lontani dall’inevitabile che può succedere mentre noi non ci siamo. Distanze spesso difficili da colmare, ma che rendono ancora più prezioso quello che ci è lontano. Perché molte volte solo così si capisce l’importanza di ciò che non abbiamo più accanto. Distanze che, quando le annulliamo, c’è una moltitudine di emozioni che ci investe. Ed il nostro cuore si fa spugna per assorbirle tutte e conservarle per abbeverarsene, goccia dopo goccia, quando saremo di nuovo lontani.

Un piccolo passo del post:

“In questi giorni ho accorciato distanze. Ho camminato vicino alle persone che amo di più al mondo percorrendo pochi chilometri e assaporando ogni centimetro di asfalto.”

“Alienazione” del blog “Smilla Blomma in UK”

In questo post si parla di come ci si adatti alla nuova vita all’estero, di come si cambi, di come si impari ad accettare cose prima impensabili, di come alcune cose mutino di valore, di come cambi inevitabilmente la propria quotidianità. Si legge nel post:

“ ma alla fine sono sempre io: un’italiana a Manchester. Un’italiana. Lontana da casa, con una vita diversa, ma un’identità ancora ben definita.”

C’è una cosa però della nuova vita che la infastidisce e riguarda la lingua. Sempre più spesso le capita di pensare in inglese anziché in italiano e di trovare la parola più adatta prima nella lingua straniera. Il mio livello di inglese non è ancora così alto perché mi possa accadere questo, ma credo che ci si debba sentire veramente alienate quando questo accade. Io, ad esempio, mi innervosisco quando mi capita di parlare francese, lingua che ho studiato a scuola e che ho sempre parlato bene, inserendo nel mezzo di una frase delle parole in inglese perché mi viene più facile dato che ora lo utilizzo di più. Sicuramente mi sentirei anche peggio se mi capitasse con l’italiano che è la mia lingua. Smilla Blomma scrive:

“Penso che perdere alcuni pezzi della mia lingua sia orribile, sia un segnale evidente di una perdita, seppur parziale, della parte più profonda di me.” Come darle torto?

“Transfer [Storia di un triangolo amoroso]“ del blog “Il frutto della passione”

L’argomento del post non è strettamente legato all’espatrio anche se proprio per questo l’autrice si è trasferita in Brasile. Per inseguire un sogno. Il sogno di diventare madre. Questo blog parla di due aspetti delicatissimi della maternità: l’adozione e la fecondazione assistita. La prima, dopo un lungo e tortuoso percorso, ha donato ad Eva ed a suo marito un figlio meraviglioso, la seconda ha fatto loro intraprendere un altro viaggio d’amore, lungo e difficile, che può portare alla felicità o al vuoto. Eva ci descrive, come sempre, ogni attimo del suo percorso, tanto che ti sembra di essere lì con lei. Lo fa sia dal punto di vista pratico, sia, soprattutto, dal punto di vista emozionale. Con una scrittura per me perfetta, ci guida attraverso le sue paure, la sua forza, le sue sensazioni, i suoi alti e bassi. Il tutto intriso di quell’amore puro proprio delle madri. Veramente difficile e riduttivo riportare qui solo un pezzetto di questo post meraviglioso, denso di sentimento e di forza. Ho scelto questo che descrive un pianto liberatorio e struggente:

“ In quel pianto ci sono le mie speranze. Le mie paure. Ci sono gli anni di infertilità  non ancora terminati. Ci sono gli anni dell’attesa. Ci sono le illusioni, gli inutili tentativi. Ci sono le cicatrici. C’è la forza che mi ha condotto fino qui. Ci sono io, nuda, debole, piegata dalla sofferenza. Che non è solo fisica. C’è il mio corpo imbruttito dai farmaci, la mia pancia tumefatta. C’è il dolore muto di mio marito. Il suo senso di colpa, che io non so lenire. Ci siamo noi, insieme, nonostante tutto. Uniti nella gioia e nel dolore, come da promessa. Ci sono tutte le coppie che dedicano la propria vita alla ricerca di un figlio. Il tempo, il denaro, la testa, il corpo e il cuore.”

Leggete tutto il post e tenete pronto il fazzoletto. Nonostante io l’abbia già letto diverse volte, arrivo sempre alla fine con le lacrime agli occhi..

“Siamo fatti della stessa sostanza dei sogni” del blog “Riciclattoli”

L’autrice sta facendo un corso di “Blogging” e le si chiede di provare ad immaginare come sarà il suo blog fra 3 anni. E questo la porta a fare una riflessione profonda. Lei vive quella forma di espatrio secondo me più difficile: quella itinerante. Un anno in una città, un anno in un’altra città in un’altra nazione. Ogni volta un nuovo, difficile inizio. Scrive:

“ Non so quale casa chiamare casa, non so dove sarò tra tre mesi, figurarsi tra tre anni. La mia casa sono i miei affetti e i miei progetti, la mia casa è diventata anche questo blog, che sta crescendo e spero crescerà con me, con noi. Che proprio come la mia vita attraversa alti e bassi, momenti di slancio e momenti di fiacca. Ma che a volte, in questo percorso con pochi punti fermi, mi ha aiutata a non impazzire: lo dico con sincerità e anche con un pizzico di imbarazzo.”

Io la capisco benissimo e non credo debba esserci imbarazzo. Anche per me il blog in quest’ultimo anno è stato il mio porto sicuro in cui rifugiarmi soprattutto nei momenti difficili. E credo che per molte di noi rappresenti davvero una sorta di casa portatile che ci segue ovunque e custodisce il nostro modo di vivere, i nostri pensieri, interessi e le nostre attitudini. E’ il luogo dove rifugiarsi quando il mondo fuori ci sembra troppo straniero, dove conversare con persone con cui condividiamo qualcosa: una passione, un modo di pensare o un’esperienza comune. Oppure dove confrontarsi. E’ dove sentirsi meno soli.

“Dov’è finita la mia moltezza?” del blog “MalaikaTravel”

Daniela ha sempre vissuto, fin da giovanissima, un po’ fuori dalle righe, facendo della sua passione per il viaggio uno stile di vita, trasferendosi da sola in Kenya dall’oggi al domani. Poi, ad un certo punto del suo percorso, lei è diventata madre e tutto è cambiato. Ha lasciato il Kenya per dare un futuro diverso a sua figlia e si è trasferita con lei ed il marito in Olanda. In questo articolo di riflessione si chiede:

“E ora dove è finita questa mia moltezza? Dove è andata quella paladina del “vivo a modo mio”? Che i figli facciano davvero cambiare tutto?”

Io credo che la risposta sia sì. Con l’arrivo dei figli cambia completamente la prospettiva e, soprattutto per la madre, è difficile mantenere anche solo quel “sano” egoismo che ti permette di decidere il meglio per te stessa. Il primo pensiero è sempre per il bene dei tuoi figli, sia esso materiale che emotivo. Probabilmente non è del tutto giusto, ma credo sia naturale che avvenga. Ciò non vuol dire che spesso non ci si senta un po’ strette in queste situazioni, soprattutto se la tua vita prima era fatta di molto altro. L’obiettivo, secondo me, dovrebbe essere cercare di ricavarsi comunque un piccolo spazio solo nostro in cui sentirsi ancora padroni di sé stesse. Ne sono convinta, ma ancora io non ce l’ho fatta a crearmene uno, o meglio, uno reale. Perché al momento ho solo questo mio spazio virtuale che è solo mio. Ma uno degli obiettivi di quest’anno è di crearmene uno di vita vera che, comunque è e deve essere un’altra cosa. E voi cosa ne pensate?

p.s. : credo che ognuno di noi sia felice che vengano condivisi i propri post linkandone ovviamente la fonte, ma se qualcuno degli interessati non fosse d’accordo sul fatto che ho riportato anche alcuni brevi passaggi degli articoli me lo può dire senza alcun problema e io li rimuoverò subito. Li ho voluti mettere per condividerne il più possibile la bellezza e perché stimolassero ad andare a leggere il post intero.

 


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