Magazine Italiani nel Mondo

TOP Post dal mondo Expat #5.01.15

Creato il 12 gennaio 2015 da Mamma In Oriente

Nuovo appuntamento con gli articoli più belli della scorsa settimana dai “Blog Italiani nel Mondo“. Come sempre in ordine di uscita:

♣ “fur jedes neue Jahr” del blog “Un alnaider a Berlino” dalla Germania

Un post di inizio anno, ma senza buoni propositi. Solo un voler sottolineare che un passaggio fra anno vecchio e nuovo c’è stato e che il 2014 non è stato così male. Perché ha portato con sé la consapevolezza che bisogna accettare anche di essere diversi da come si pensava. Scrive:

“è stato un anno di porte chiuse e di altre aperte, di nuovi incontri e scommesse su sé stessi. come tutti gli anni ci sono state paure più o meno piccole da affrontare e che ancora sono in elaborazione: quelle di quando la vita cambia il suo corso, anche se non ne aveva ancora uno preciso.”

♣ “Buon inizio” del blog “Mammachecasa” dalla Svizzera

Ancora un post per salutare un anno vecchio che, nel caso dell’autrice, non è stato generoso e l’ha lasciata in mille pezzi. E la ricomposizione dei tanti tasselli non è facile e ci vuole tempo. Però una cosa è necessaria ed è lasciare andare tutto il brutto che c’è stato. Scrive:

“Scegliere quelli che vuoi tenere e poi metterli al posto giusto. In una parola che piace molto a queste pagine, declutterare. E per declutterare devi saper lasciare andare. Per poi ricomporre il puzzle.”

“Il mio anno inizia qui” del blog “BecauseWeNeverGiveUp” da Londra

Un altro piccolo post di buoni propositi tutti incentrati sul proprio sentire e sul proprio volere. Scrive l’autrice:

“Il mio più ambito progetto  per questo 2015 sarà dare di nuovo voce a me, non a quello che ho pensato di volere o che mi  sono imposta di volere ma a quello che voglio davvero…”

 “Autocritica” del blog “Sogno Australiano” dall’Australia

Un lungo post dove l’autrice ci mostra le sue debolezze e lo fa, come sempre, senza difese, filtri o tentativi di apparire migliore di quello che è. Trasparenza che me la fa particolarmente apprezzare. In questo articolo ci mostra tutta la sua fragilità dovuta al non padroneggiare ancora l’inglese ed alla sua innata timidezza che non le permette di buttarsi nelle cose. Ci sono però piccoli episodi pieni di significato e di gentilezza altrui che la riempiono di gratitudine e le danno anche coraggio. Scrive:

“Quindi eccomi qua, non ho nulla di nuovo in mano ma sono piena di grazia.
Vorrei essere meno timida e buttarmi molto di più.
DEVO farlo.”

Come era ovvio tanti sono stati gli articoli la scorsa settimana sui drammatici fatti di cronaca di Parigi. Ho scelto, fra molti, questi quattro post per me particolarmente significativi e vi elenco semplicemente il perché insieme ad un piccolo estratto:

“Parigi, 7 gennaio” del blog “Amiche di fuso” dal mondo

Perché è una testimonianza diretta delle prime ore e delle prime sensazioni da parte di chi a Parigi ci vive. E perché ci mostra anche il punto di vista di chi, pur se musulmano, non approva. Scrive:

“Da noi la notizia è arrivata mentre pranzavamo. Ce l’ha portata una nostra collega, musulmana e credente. Piangeva a dirotto, per l’assurdità della natura umana e perché non riusciva a non sentirsi male, pensando che la sua religione fosse usata come scusa per degli omicidi. Sporcano la mia religione, ci diceva, tra le lacrime.”

“Io questa notte sono Charlie” del blog “Migola” dagli Stati Uniti

Perché ci dà un’immagine molto fedele di quello che erano i vignettisti di “Charlie” avvalorando la libertà di satira pur riconoscendone il loro essere dissacratori. Scrive di loro:

“Termometro di una società multietnica, agitatore di culture diverse destinate alla convivenza, questo era il giornale. Senza limiti, senza rete, senza barriere. Intelligenti e stupidi come adolescenti in cerca di guai. Provocatori e paladini di una libertà assoluta. Dissacratori e amanti della vita. Goliardi e pronti alla lotta.

TOP Post dal mondo Expat  #5.01.15
“La mia Parigi. #jesuischarlie” del blog “50 sfumature di mamma” da Parigi

Perché ci racconta cosa le piace della “sua” Parigi. Così come dell’improvvisa consapevolezza che l’ama davvero, consapevolezza dettata anche dalla paura. Scrive della città:

“Amo la libertà.
Di dire ciò che penso.
Di vestirmi come voglio.
Di non lavarmi i capelli.
Di non conformarmi.”

“Grigio” del blog “The Queen father” da Londra

Perché sottolinea il suo sentirsi rappresentato più dal colore di mezzo, il grigio, che dagli estremismi del bianco o del nero. Perché non si sente a suo agio in un movimento, #JesuisCharlie, che parte da nobilissimi principi, ma racchiude purtroppo anche coloro che inneggiano alla chiusura verso il diverso ed a una lotta fra etnie e religioni. Scrive:

“In questi ultimi giorni ho imparato che grigio è il coraggio, grigio è l’intelligenza, grigio è la mente che vuole capire e che si pone domande, oltre il nero, oltre il bianco.
Grigio è l’umanità, e le vicende, ed i movimenti dell’anima e l’apertura a quelle possibilità che cambiano le idee più radicate.”

Con questo ho finito. Buona lettura!


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