Eccoci al consueto appuntamento del lunedì con i post più belli della scorsa settimana dai “Blog Italiani nel Mondo”. Come sempre in ordine di uscita:
♣ “Viaggiare leggeri” dal blog “Ma Che Davvero” da Londra
Chiara è in partenza per Las Vegas sola con due amiche e ci regala una bella riflessione sul viaggiare, in particolare sulla necessità che sente, alla vigilia della partenza, di viaggiare leggera. Dove ciò che lasciamo a casa non sono cose materiali escluse dalla valigia, ma quella pesantezza data da paure e difetti che fanno parte di noi troppo spesso nella vita di tutti i giorni. Cerca quindi di partire con entusiasmo, nonostante la nostalgia che sentirà per casa, una nostalgia però positiva. Scrive infatti:
“E’ tempo di chiudere valigie. E’ tempo di abbracci che sanno già di nostalgia. E’ tempo di trovarsi ancora più a casa anche mille miglia lontano, perché la casa – lo scopri in viaggio – è quella cosa che hai dentro e che realizzi davvero, con chiarezza, quando ti manca.”
♣ “Sconosciuti conosciuti” del blog “Non si può tornare indietro” dalla Spagna
Un post che, prendendo spunto dal lavoro di una fotografa, ci fa riflettere su tutte quelle persone che non conosciamo davvero, ma che incontriamo quotidianamente perché fanno parte del nostro cammino. Su quanto sarebbe facile scambiarci una parola ed essere magari per loro un piccolo conforto quotidiano, ma su come quasi mai lo facciamo e ci pensiamo anzi quando ormai è tardi. Scrive l’autrice:
“Manuel è morto, e oggi quando sono passata su quel pezzo di marciapiede ho pensato che cavolo, l’ho visto per giorni, mesi, anni, e non gli ho mai detto neppure buongiorno.
Non so chi lo ricorderà, non so neppure se avesse famiglia, allora gli dedico questo post, a ricordarmi e ricordare che ogni giorno possiamo fare qualcosa per far stare qualcuno meglio.”
L’autrice è tornata a Houston dopo la prima vacanza di rientro fra Italia e Polonia. La prima dopo aver vissuto tre mesi in una Houston che l’ha messa a dura prova perché lì la vita è così diversa e lontana da quella degli ultimi anni nella sua amata Varsavia. Ha pianto tante lacrime dopo il suo trasferimento in Texas, ma ora ci ritorna più serena perché ha esorcizzato la sua paura più grande, quella di essere dimenticata dalla sua vita precedente. Scrive:
“Abbiamo ritrovato parenti e amiche, i discorsi sono ripartiti da dove si erano interrotti, le risate sono state quelle di sempre. Il nostro posto qui e’ rimasto vuoto, aspetta solo noi: questa volta e sempre, ogni volta che vorremo.
Adesso lo so e non ho più paura.
Houston, sarai sempre la parente brutta di sesto grado della mia Varsavia, ma io non ho più paura di aver perso per colpa tua la mia migliore amica. No, lei e’ sempre la’ per me.”
♣ “Un fresh start per me” del blog “The world according to me” dall’Irlanda
L’autrice, una ragazza madre, si stupisce davanti ad una frase della figlia che le dice che è il momento di pensare ad una nuova vita. Questo subito dopo che la mamma le ha fatto incontrare per la prima volta il fratellino che il padre ha avuto da un’altra donna. Si trova quindi a riflettere sul fatto che a volte non è bene stare ad aspettare che le cose accadano da sole, ma è necessario fare dei passi per andare avanti. Scrive:
“Dicono che le cose accadono a tempo debito, io però ho imparato che non bisogna aspettare tanto, e, che, al tempo, possiamo andargli, anche, incontro.
Così tutto ti sembrerà diverso, e penserai che le cose sono in realtà più facili di quanto tu creda.”
♣ “Parentesi e paracaduti” del blog “La Tana Africana” dalla Costa d’Avorio
L’autrice e la sua famiglia sono quasi alla fine della loro esperienza africana e sono già iniziati i preparativi del rientro, sia per rendere di nuovo pronta ad accoglierli la loro casa italiana, sia per svuotare quella in Costa d’Avorio. Non c’è però nessun entusiasmo per questo ritorno, ma piuttosto un sentirsi in bilico fra due mondi a cui si sente di non appartenere più. Soprattutto destabilizza il non sentirsi più parte di quel mondo che si era lasciato in Italia. Scrive:
“Che hai due case che non sono le tue, ora meno che mai puoi dire che una è casa tua. La mente inizia a programmare scatoloni e ritorni e non vede più “casa” ma muri, pavimenti, finestre, arredi, oggetti, cose. Ogni cosa si sta spogliando del suo valore affettivo e torna banalmente “cosa”.
Questa essenzialità non mi piace e non mi appartiene. Mi fa sentire in bilico tra quella che so di essere stata qui e quella che non so che sarò altrove, con un altrove che una volta era il confine del mio mondo.
♣ “La vita che va avanti e scoprire di non essere pronti” del blog “L’angolo di me stessa” dalla Francia
Sul fatto che a volte succede di sentirsi contenti quando non lo si dovrebbe essere o di sentirsi distrutti quando si dovrebbe essere molto felici. Così una notizia bellissima, attesa da tanto, ci coglie assolutamente impreparati e ci genera solo pensieri negativi, perché troppa è la paura di soffrire di nuovo. Scrive l’autrice:
“Ci sono sogni, ci sono desideri e la vita che ci si crea in testa.
E poi c’è la vita vera con le sue regole contorte, ci sono ostacoli, scorciatoie, lunghe strade noiose o avventure dietro l’angolo.
Infine tutto è infarcito di emozioni. E spesso le emozioni stridono con quello che succede, spesso si è felici in un momento difficile oppure spaventati, arrabbiati, tristi davanti a un desiderio che si è realizzato o potrebbe realizzarsi.”
Con questo ho finito. Buona lettura!