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Top Ten 2010 — Guglielmo Nigro

Creato il 31 marzo 2011 da Lospaziobianco.it @lospaziobianco

GUGLIELMO NIGRO
LoSpa­zio­Bianco

 

Top Ten 2010 — Guglielmo Nigro> LoSpazioBianco" />> LoSpazioBianco" />> LoSpazioBianco" />> LoSpazioBianco" height="300" width="210" alt="Top Ten 2010 Guglielmo Nigro >> LoSpazioBianco" class="alignleft size-medium wp-image-27960" />1) Cin­que­mila chi­lo­me­tri al secondo di Manuele Fior (Coco­nino Press–Fan­dango)
Manuele Fior è sem­pli­ce­mente l’autore ita­liano con più talento della nuova gene­ra­zione. Non è un fatto tec­nico, non la bel­lezza del tratto, non la sua cul­tura visiva, non la sen­si­bi­lità con cui rac­co­glie la vita e la rap­pre­senta, … ma tutte que­ste cose insieme, e l’equilibrio che ne sca­tu­ri­sce. Una sin­tesi sor­pren­dente, che nel suo ultimo lavoro lascia senza fiato. In attesa di sco­prire dove si spo­sterà la pros­sima volta.

2) Cane­mucco di Mak­kox (Coni­glio edi­tore)
Mak­kox sta tro­vando diversi modi per farsi cono­scere, com­plice fon­da­men­tale la rete. Per lui, per il suo talento, inter­net è un volano fon­da­men­tale. Ma è con il pro­getto Cane­mucco che trova lo spa­zio e il fiato che merita. Pec­cato solo aver perso l’edicola così pre­sto. D’altra parte, l’unica cosa che conta è poterlo vedere al lavoro, improv­vi­sare come lui solo sa sul tavolo da disegno.

3) La porta di Sion di Wal­ter Chendi (BD edi­zioni)
Par­lare ancora oggi di olo­cau­sto, delle sue derive, delle sue con­se­guenze, delle sue pre­messe, al di là di un’importante fun­zione sociale e sto­rica, sem­bra sem­pre più dif­fi­cile e vuoto. Un rito vuoto. Non per Wal­ter Chendi, che attra­verso una meta­fora riu­sci­tis­sima, in La porta di Sion, ci ricorda il senso di iso­la­mento e la paura, quella pro­fonda e immo­bi­liz­zante, che pre­lude a qua­lun­que mas­sa­cro. Siamo cir­con­dati da migliaia di segnali pre­mo­ni­tori deboli, di una società alla deriva. Wal­ter Chendi ci ricorda di tenere alta la guar­dia, e di non per­dere di vista la vita.

4) Gaza 1956 di Joe Sacco (Mon­da­dori)
Se è gior­na­li­smo, asso­mi­glia più a un’autobiografia. Se è un’autobiografia, asso­mi­glia al miglior gior­na­li­smo che abbia mai letto. Il capo­la­voro di Sacco è la quint’essenza del poten­ziale del fumetto. Un fumetto per non appas­sio­nati di fumetti. Un’opera così impor­tante da non tro­vare col­lo­ca­zione e con­no­ta­zione pro­pria nel mondo auto­re­fe­ren­ziale del fumetto. Da annegarci.

Top Ten 2010 — Guglielmo Nigro> LoSpazioBianco" />> LoSpazioBianco" />> LoSpazioBianco" />> LoSpazioBianco" height="300" width="209" alt="Top Ten 2010 Guglielmo Nigro >> LoSpazioBianco" class="alignright size-medium wp-image-27968" />5) Povere nul­lita’ di Baru e Pierre Pelot (Coco­nino Press-Fandango)
Per spie­gare cosa sia la sin­tesi (arti­stica, visiva, di mezzi, nar­ra­tiva, …) in un fumetto, prendi Baru e lo leggi. Lo fini­sci e lo rileggi. In que­ste tavole c’è il pieno valore dell’essenzialità arti­stica dei fumetti. Meglio di migliaia e migliaia di parole, meglio di metri e metri di pellicola.

6) Qua­derni ucraini di Igort (Mon­da­dori)
Igort per anni non aveva una voce auten­tica. Aveva tante idee e una peri­zia gra­fica senza pari. Ma non una voce. Man­cava l’aria dei pol­moni a spin­gere la vita nei suoi lavori. Fin­ché non ini­ziò a girare per l’Ucraina, a cono­scere per­sone, pezzi di vita, sco­rie di sto­ria… Una nuova urgenza nar­ra­tiva è nata. Qua­derni Ucraini lo rac­conta a tutti noi. Un vero talento è (ri)nato?

7) Scott Pil­grim di Bryan Lee O’Malley (Riz­zoli Lizard)
Il fumetto popo­lare per­fetto. Manga, comics, video­gio­chi, sen­sua­lità, comi­cità… Scott Pil­grim è il fumetto post-moderno di oggi. Non è figlio e non è padre. Solo fic­tion. Come la vita.

8) Wea­ther­craft di Jim Woo­dring (Coco­nino Press-Fandango)
Se fossi un fumet­ti­sta, non vor­rei essere Woo­dring. Le sue visioni liser­gi­che mi ter­ro­riz­zano. Per­ché sve­lano un oriz­zonte umano scon­vol­gente che cova nel buio del nostro incon­scio. Per cui, sì gra­zie, Jim per la tua ricerca, ma no gra­zie, osservo da lon­tano, cer­cando di non spor­carmi troppo.

9) Unk­nown sol­dier 1 – La casa infe­stata di Joshua Dysart, Alberto Pon­ti­celli (Pla­neta De Ago­stini)
Alberto Pon­ti­celli è un dise­gna­tore di talento che troppo spesso ha lavo­rato in con­te­sti non all’altezza. Unk­nown Sol­dier è il lavoro main­stream per­fetto per lui, intel­li­gente e curato, con il giu­sto equi­li­brio di avven­tura, rea­li­smo, hor­ror e sana indi­gna­zione sociale. Pec­cato solo non sia durato a lungo.

10) Love and roc­kets #18: Luba in Ame­rica di Gil­bert Her­nan­dez (Magic Press)
La saga di Luba non ha fine. Her­nan­dez è la coscienza di un popola che è l’inconscio di un con­ti­nente che è il tumore di un pia­neta. Ogni uscita di Love and Roc­kets è da cele­brare. Evviva.

 

MENZIONE STORICA

 

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L’edizione ita­liana impos­si­bile rie­sce a Black Vel­vet. Un pezzo di sto­ria del fumetto mon­diale final­mente dispo­ni­bile in lin­gua ita­liana. Un evento senza pari.

2) Playboy’s lit­tle Annie Fanny n.1 1962–1970 di Har­vey Kur­tz­man e Will Elder (Magic press)
Se Kur­tz­man fosse stato un autore ita­liano sarebbe lì con Pazienza e … pazienza.

Ma, in fondo, per noi che osser­viamo la cul­tura sta­tu­ni­tense da una lon­tana vici­nanza, pos­siamo solo sospet­tare l’impatto cul­tu­rale che i lavori di Kur­tz­man hanno avuto e hanno tut­tora. E Lit­tle Annie Fanny è sem­pli­ce­mente orga­smo popolare.

3) Stray toa­sters di Bill Sien­kiewicz (BD Edi­zioni)
La fine di un epoca, l’inizio di un declino. Stray Toa­sters è come una certa deriva main­stream ha tro­vato voce arti­stica. Sien­kiewicz prima di impaz­zire, men­tre impaz­ziva, era tutt’uno con la mate­ria visiva dei suoi fumetti. Stray Toa­sters è un punto di non ritorno. Esemplare.


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