Magazine Diario personale
Torino è cambiata molto dall'ultima volta in cui c'ero stato... sto parlando degl'anni 90... ed è cambiata in meglio. L'ho trovata frizzante e piena di vita. La gente è cordiale. C'è della mossa. Stare in città, anche da soli, non opprime... anzi, ti da quel leggero frizzicorino che ti spinge a voler fare qualcosa, a parlare con gli sconosciuti, a conoscere gente, a vivere senza troppi pesi sulle spalle. Questo è ciò che ho provato... e mi è piaciuto parecchio. Ha piovuto praticamente sempre... e questo mi ha spinto a frequentare musei, palazzi, locali... ma anche le piazze perché, grazie all'ombrello, erano comunque e sempre affollate. L'unico giorno di sole pieno è stato il giovedì, che ho sfruttato per visitare la Reggia Venaria (n.d.r. davvero notevole)... e per ustionarmi (n.d.r. Mannaggia alla mia pelle da bebé). Mentre il venerdì mattina, prima di prendere il treno, sono andato a visitare la GAM (Galleria d'Arte Moderna)... una delle mie grandi passioni... dove con grande meraviglia ho scoperto due scolaresche piuttosto giovani. Ai miei tempi nessun insegnante si sarebbe mai preso la briga di portare dei bimbi a una Galleria d'arte contemporanea. Davvero una bella esperienza.
Tra i momenti salienti c'è stata l'avance neppure troppo timida di un gay, in treno, all'andata. Questo tipo (mezz'età, barbetta, occhi languidi), mi ha fissato da Bologna a Torino, senza mai staccare gli occhi se non per rispondere al telefono del suo moroso... a cui ha esplicitamente dichiarato, ad alta voce, che stava mangiando con gli occhi "uno carino"... perché tanto a guardare non si fa peccato!
Un momento da brivido lungo la schiena è stato quando non trovavo l'hotel. Ho percorso in lungo e in largo la Via in cui avrebbe dovuto essere, poi ho chiesto a qualche passante... nessuno dei quali sapeva ci fosse un hotel in quella strada. Ero già dell'idea di essere caduto in una internet-trappola quando ho beccato due ragazzi di Roma... che stavano giusto giusto andando in hotel. Dov'era? Proprio all'inizio della Via. Una costruzione enorme, che addirittura scavalcava tipo ponte la via stessa. La sua insegna, con il nome dell'hotel in giallo su sfondo blu, era su entrambi i lati del "ponte", grande tanto quanto il "ponte" stesso. Ci sarò passato sotto almeno due volte senza notarla!
Un altro magic moment è avvenuto il secondo giorno. Fermo un passante a chiedere istruzioni per raggiungere una fermata dell'autobus e questo, cordialissimo, mi ha risposto «Poi andare dall'altra parte, oppure anche sull'altro lato» facendo un ampio gesto rotatorio col braccio destro. Ho ringraziato, e mi sono allontanato con più dubbi di quando avevo posto la domanda... a ogni modo, la fermata dell'autobus l'ho poi trovata chiedendo a una ragazza (n.d.r. piuttosto carina), che ci stava andando pure lei... e così ci siamo andati assieme facendo quattro chiacchiere.
E infine parliamo di fotografia. 691 scatti (più quattro o cinque col cellulare per postare una cartolina su facebook!) sono davvero tanti anche per me, se penso che ha piovuto quasi sempre, e che non ho usato la macchina fotografica la mattina del venerdì. Ho fatto una rapida selezione... ne son saltati fuori 119. Non amo troppo il fotoritocco... per cui le immagini riportano quasi esattamente ciò che hanno visto i miei occhi. Le uniche operazioni di lifting sono state fatte per togliere eventuali macchie dovute a gocce di pioggia sull'obbiettivo...
Qui sotto vi lascio il solito slideshow... se le volete vedere meglio, potete cliccare qui. Buona visione!
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