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E’ ora di ripensare Torino in chiave diversa. Di ripartire dai lavoratori e dalle periferie, da chi ha più bisogno e da chi ha visto peggiorate le proprie condizioni di vita. Di un pensare ad una città maggiormente coesa e aperta.
1) Torino aperta ai lavoratori, ad iniziare da coloro che hanno avuto il coraggio di opporsi al ricatto Fiat su Mirafiori. E’ prioritario rafforzare il profilo industriale di Torino: incentivare la creazione di nuovi posti di lavoro, soprattutto attraverso la ricerca orientata al risparmio energetico e alle politiche per l’ambiente. Contrastare le delocalizzazioni produttive con meccanismo di incentivi e sanzioni.
2) Torino aperta al bene pubblico. Va difeso il grande patrimonio pubblico di settori strategici per il governo del territorio: trasporto, rifiuti, energia, acqua, farmacie comunali e servizi cimiteriali. Non possono essere privatizzati, né il servizio può essere affidato esclusivamente al mercato.
3) Torino aperta a chi ha più bisogno. Il potenziamento degli standard di assistenza è essenziale per soddisfare bisogni fondamentali: politiche abitative con particolare riguardo all’edilizia sociale, promozione del volontariato sociale, interventi per i minori, sostegno a cassaintegrati e disoccupati, politiche d’integrazione per i migranti, attenzione ai diversamente abili e all’abbattimento delle barriere architettoniche. Il mantenimento dei servizi è possibile utilizzando tutti gli strumenti di fiscalità che sono e saranno a disposizione
4) Torino aperta alla periferie. Priorità agli interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria per le troppe periferie degradate della città; ridisegnare l’intervento nella cultura a favore di una programmazione sull’intero territorio cittadino; valorizzare
5) Torino aperta ad uno sviluppo urbanistico sostenibile. Operazioni urbanistiche come quelle accessorie all’Alta Velocità su corso Marche e la Variante 200 sono esempi di trasformazioni immobiliari speculative non sopportabili dal territorio. Serve una moratoria alle nuove costruzioni e la revisione del piano regolatore. Occorre investire per una rivoluzione energetica in senso sostenibile del patrimonio pubblico
6) Torino aperta ad una mobilità a misura d’uomo e non di auto. Incentivare la mobilità sostenibile e il trasporto pubblico urbano, promuovere la costruzione di nuove piste ciclabile, implementare il servizio di bike e car sharing, creare aree Ztl e “zone 30” in ogni quartiere, promuovere i parchi pubblici cittadini esistenti e crearne di altri, promuovere la politica dei parcheggi d’interscambio
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