Il Comitato di collaborazione medica, più noto con la sigla CCM, sul quale l'ultimo numero della rivista" Missioni Consolata" ha realizzato un ampio reportage, è una ONG nata a Torino, nel mitico anno 1968.
Oggi è anche Onlus.
A quell'epoca ,quando impegno politico e impegno civile erano un tutt'uno e lo si avvertiva come un impellente imperativo morale, un gruppo di medici torinesi sognò in grande un sogno quasi impossibile. E cioé quello di promuovere il diritto alla salute e garantire le cure primarie nei Paesi in via di sviluppo.
E il sogno per molti divenne un dovere intramandabile da affiancare alla professione medica, comunque , in Italia.
Da allora ad oggi il CCM di Torino e i suoi medici, infermieri,personale sanitario in genere, continuano in questo lavoro, raggiungendo in determinati periodi dell'anno, a rotazione, le popolazioni bisogne di assistenza medica e lo realizzano sia a livello territoriale, spostandosi nei villaggi distanti dai grandi centri, sia a livello ospedaliero nelle città.
E questo avviene periodicamente in Africa.
Naturalmente niente stravolgimenti in quelle che sono le abitudini del contesto in cui essi si calano, per cui l'utilizzo è sempre quello delle tecnologie le più appropriate.
Il lavoro, che privilegia in particolare donne e bambini, viene svolto sempre in sintonia con le istituzioni e le comunità locali.
Esso consiste innanzitutto in un'opera di educazione alla salute. E poi si rifornisce il posto di salute, dispensario o ospedale che sia ,del materiale sanitario che necessita e dei farmaci, che sono i più difficili da reperire in quelle aree, oltre che costosi per le tasche molto allegerite dai mille bisogni dei malati.
Il CCM di Torino ha progetti in corso per l'Africa, da quel che riferiscono i responsabili, in Burundi, Kenya,Mali, Somalia e Uganda.
In Uganda si lavora col sostegno della Fondazione Corti.
Mediamente vengono visitate e curate, ogni anno, in queste realtà circa 150 mila persone.
C'è poi il controllo delle strutture sanitarie per renderle le più idonee possibili e tutto il lavoro di formazione del personale medico e infermieristico sul posto.
Ma siccome l'Africa è anche a casa nostra, il CCM, in Italia realizza corsi di educazione alla mondialità, corsi di medicina tropicale per studenti e giovani laureati in medicina e lavora con le istituzioni affinché per gli immigrati si applichino le giuste politiche sanitarie.
E' in corso,ad opera del CCM , anche la campagna "Sorrisi di madri africane, promuoviamo la salute e facciamo crescere il futuro".
Essa si propone di garantire cure a 200mila madri e 500 mila bambini africani entro il 2015.
Ed è cosa non buona ma buonissima.
A cura di Marianna Micheluzzi (Ukundimana)
Nella foto in alto il medico torinese, pioniere e veterano del CCM, Silvio Galvagno.