Non lo conoscevo se non quando, incuriosita dalla mostra fotografica in corso, a Torino, nella parrocchia di Santa Croce, ho appreso dell’impegno umanitario di Alpidio Balbo, un commerciante altoatesino di Merano, che ha messo in piedi una Ong,ossia una organizzazione non governativa, che si spende ormai da diversi anni per l’Africa e ha uno stretto legame, appunto, con la nostra città dei “santi sociali”.
Ma procediamo con ordine.
Alpidio Balbo, che oggi ha la bella età di 81 anni, è proprio uno come noi.
L’unica differenza è che è sempre stato ed è dotato ancora oggi di una volontà ferma e di una grande perseveranza in quanto uomo.
E queste doti della sua persona le ha spese al momento giusto e nel posto giusto,quando ha capito, in una situazione di cui è stato spettatore e occorsagli casualmente, che dinanzi all’ingiustizia e alla sofferenza, non si può stare a guardare senza fare niente.
Tutto, come sappiamo, ha sempre un inizio.
E la nascita del GMM (Gruppo Missionario di Merano) è già in nuce nell’anno 1969,quando Alpidio subisce un grave incidente,che lo trattiene a lungo inattivo nella sua casa e lontano dal proprio lavoro.
Ripresosi poi finalmente, nel 1971, gli viene consigliato, dagli amici ma anche dai sanitari, un viaggio in Africa per riacquistare definitivamente la propria salute.
La meta più adatta alle modeste tasche di Alpidio è il Togo,il piccolo Stato dell’Africa occidentale francese, che da poco si è aperto al turismo.
E così avviene.
Alpidio in Togo fa il turista come tutti e si gode per alcuni giorni le sue vacanze in un contesto naturalistico da sogno.
Ma Alpidio ha anche occhi per guardarsi intorno e un giorno, il 4 marzo 1971 , prima del rientro in Italia e a Merano, decide (ma non c’era alcuna particolare intenzionalità consapevole) di fare visita alla missione di Bohicon, in Benin, confinante con il Togo.
Benin che, allora, si chiamava ancora Dahomey.
A Bohicon verifica con i propri occhi tanto nella piccola missione che nella stessa cittadina tutte le urgenze e le necessità di un contesto estremamente povero.
E, quando a queste urgenze e necessità non c’è risposta, si capitola inevitabilmente e si muore anche.
Infatti, Alpidio, nell’occasione, vede morire due bambini e assiste alla disperazione delle madri e, ancora, viene a sapere dalla suora che gestisce il piccolo dispensario che, se ci fossero stati degli antibiotici, i bimbi probabilmente non sarebbero morti.
Da quel momento in avanti i progetti di vita di Alpidio diventano ben altri dalle comodità e i lussi, che solitamente la gente rincorre nella propria esistenza e, passo dopo passo, giorno dopo giorno, con l’aiuto di altri e molti amici, motivati quanto lui, nasce il Gruppo Missionario di Merano(GMM), un impegno che significa riuscire a garantire salute, istruzione, risposta ai bisogni primari, dignità, giustizia in Benin e non solo.
La mostra torinese “40 anni per l’Africa-La storia di Alpidio Balbo e del Gruppo Missionario di Merano- Un pozzo per la vita” , presso la parrocchia di Santa Croce (piazza Fontanesi), resterà aperta in Torino fino a domenica 9 dicembre.
Ottima opportunità dunque, per i torinesi e non solo, per andare a dare un’occhiata, magari nel tempo libero del week-end.
Un input di conoscenze che potrebbe tradursi per qualcuno, chissà, magari in futuro prossimo, in un’esperienza sul campo.
O non fosse altro anche che per mettere un po’ alle corde il solito “egoismo” ricorrente da “primo” mondo.
Si tratta di visualizzare un percorso espositivo di cinquanta pannelli fotografici, che illustrano per intero il cammino di Alpidio e del suo impegno per l’Africa.
Ma non c'è nulla, intendiamioci, di celebrativo della persona.
Ingresso libero.
a cura di Marianna Micheluzzi (Ukundimana)