Tensione a Torino prima del vertice dei ministri del Lavoro europei in programma venerdì e sabato al Teatro Regio. Il capoluogo piemontese è stato teatro di scontri tra le forze dell’ordine e gli studenti superiori ed universitari, scesi in strada per manifestare. I circa 150 componenti del corteo studentesco sono partiti da piazza Arbarello e hanno puntato su Piazza Castello. Ad aprire il corteo lo striscione con la scritta “Contro il vertice dell’ipocrisia. Scuola per tutti, precarietà per nessuno”, tenuto da ragazzi con le maschere diventate simbolo di Anonymous.
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I disordini si sono verificati tra lo spezzone di studenti e centri sociali e la polizia che presidiava piazza Castello. Dai manifestanti sono partiti lanci di bottiglie e altri corpi contundenti, pomodori, uova, fumogeni e palline di vernice in direzione delle forze dell’ordine che hanno risposto con il lancio di lacrimogeni, avanzando per disperdere i contestatori. Nel corso dei disordini cinque manifestanti, vicini al mondo antagonista torinese, sono stati bloccati e portati in Questura. Mentre tre poliziotti sono rimasti feriti dallo scoppio di bombe carta lanciate dal corteo di studenti e antagonisti contro le forze dell’ordine al termine della manifestazione in piazza Castello. Tra i feriti anche il vicario del questore. Il dirigente, che si trovava davanti allo schieramento delle forze di polizia, è stato colpito alla gamba sinistra. La situazione si è poi tranquillizzata. La polizia ha anche sequestrato uno zainetto abbandonato pieno di pietre.
I lavoratori Fiom in piazza, per lo sciopero generale, con il leader Maurizio Landini. In piazza a Torino anche migliaia di lavoratori della Fiom in occasione dello sciopero regionale di otto ore proclamato in tutte le aziende metalmeccaniche della regione. ”Qualcuno ha scelto di tentare di rovinare questa giornata in modo sciocco. Non è permesso a nessuno, lo dico per rispetto delle migliaia di lavoratori che sono in questa piazza” ha detto il leader della Fiom, Maurizio Landini, commentando le tensioni. “Ai livelli del cavolo di questa natura non scenderemo mai – ha messo in chiaro – continueremo a combattere in un’altra direzione”. Dal palco di piazza Castello, Landini si è rivolto al premier Matteo Renzi. “Al presidente del Consiglio che ha detto che il sindacato e la Fiom non rappresentano più nessuno, dalle piazze di oggi diciamo venga qui oggi a contarci per vedere chi rappresenta gli interessi dei lavoratori” ha scandito il leader della Fiom. ”Renzi – ha concluso Landini dal palco – può mettere tutti i voti di fiducia che vuole ma la maggioranza del Paese non ce l’ha. La maggioranza del Paese è fatta da chi lavora, paga le tasse, è in cassa integrazione, è precario e non vorrebbe esserlo, vorrebbe un lavoro ma non lo trova”. (ADNKRONOS)