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Torna la casa maledetta: Amityville – the lost tapes in uscita nel 2015

Creato il 31 dicembre 2013 da Fascinationcinema

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Sembrava non dovesse più vedere la luce questo ulteriore capitolo incentrato sulla sinistra dimora dei Lutz: circa un mese fa il progetto pareva essere giunto a una fase di stallo; la Blumhouse Productions (e la Dimension Films) avevano altre priorità in una scaletta indaffarata, lasciando così in un angolo il nuovo Amityville, un found footage basato sul lavoro di un gruppo di reporter nella ricostruzione dei fatti antecedenti alla pellicola originale (l’ambientazione infatti sarà targata 1976), il cult Amityville Horror, diretto da Stuart Rosenberg nel 1979. Ora qualcosa si sta nuovamente muovendo, con l’annuncio di una nuova data d’uscita, che da un iniziale Gennaio 2014 è stata posticipata al 2 Gennaio 2015; il film è scritto da Casey La Scala (produttore esecutivo di Donnie Darko, 2001) e Daniel Farrands (La ragazza della porta accanto, 2007, anch’egli come produttore e tratto dall’omonimo romanzo di Jack Ketchum). Riguardo alla regia, vi è una discordanza nelle fonti: l’Internet Movie Database non indica ancora un nome, mentre vari siti web dichiarano che il timone sarà affidato ai due sceneggiatori. A questo nuovo progetto dovrebbero seguirne altri due, sempre relativi alla famigerata magione: uno, ancora senza titolo, verterà sulla seduta spiritica all’interno della casa a cui parteciparono i giornalisti Laura Didio e Marvin Scott, previo permesso dei Lutz, a cui seguì un servizio che voleva dimostrare l’effettiva presenza di entità maligne. Il terzo film è per ora intitolato Amityville: the legacy 3D, dunque il secondo girato in tridimensionale (dopo Amityville 3D, di Richard Fleischer del 1983) e sarà basato sul libro Amityville: the evil escapes.

La saga, dopo il primo ed efficacissimo film, ha snocciolato una serie di titoli discutibili: dal già citato 3D fino al film tv Amityville Horror – La fuga del diavolo (Sandor Stern, 1989), passando per Amityville Dollhouse (Steve White, 1996) fino ad arrivare al remake dell’originario, diretto nel 2005 da Andrew Douglas e con Ryan Reynolds nel ruolo di George Lutz. E’ d’obbligo citare il nostrano Amityville Possession (1982), di Damiano Damiani, prequel “apocrifo”, oggetto di culto per il suo forte potenziale disturbante.

Amityville Horror è tratto dal romanzo Orrore ad Amityville di Jay Anson, pubblicato nel 1977 e ispirato a veri fatti di cronaca: la famiglia Lutz si trasferisce in una casa che poco più di un anno prima, nel novembre del 1974, era stata teatro di una strage domestica, nota come “il massacro di Amityville”, in cui il giovane Ronald DeFeo Jr. sterminò la famiglia a colpi di fucile. Si narra che James Brolin, l’ottimo protagonista del primo film, fosse inizialmente titubante ad accettare il ruolo, ma in seguito strinse buoni rapporti con la famiglia Lutz, per quanto rimase sempre dubbioso riguardo alla veridicità della loro storia. Sul caso, indagarono anche i due celebri parapsicologi Ed e Lorraine Warren (sui quali verte il recente L’evocazione, di James Wan), e vi furono diverse polemiche anche con altri studiosi del paranormale, come Stephen e Roxanne Kaplan, i quali sostenevano che la faccenda di Amityville non fosse altro che una gigantesca truffa. Ronald DeFeo, nel corso dei processi, cambiò più volte la sua versione dei fatti, che ben poco avevano a che fare col paranormale: il suo avvocato chiese l’infermità mentale in quanto DeFeo sosteneva che la sua famiglia complottasse contro di lui, ma venne anche dimostrato che l’uomo faceva uso di stupefacenti e non poteva essere considerato attendibile. L’ipotesi più plausibile, e ben più pragmatica di qualsiasi speculazione sul paranormale, fu che uccise il padre al fine di riscattarne il premio dell’assicurazione sulla vita, ma ciò continuò a non spiegare il motivo per cui sterminò il resto della famiglia.

Resta da citare ancora un film, My Amityville horror, documentario del 2012 diretto da Eric Walter nel quale Daniel Lutz, figlio primogenito di George e Kathy, racconta per la prima volta la sua versione dei fatti: si resta scettici, come del resto lo stesso regista del doc, poiché la narrazione di Daniel Lutz è un misto di scene già viste nel film ed emozioni troppo accentuate. Interessante, sicuramente non attendibile.

Non resta che attendere l’uscita di Amityville – the lost tapes, ma viene spontaneo chiedersi: ce n’era veramente bisogno?

Chiara Pani

 


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