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Torna la legge ammazza-blog: il ddl Torrisi e la responsabilità sui commenti ai blog

Creato il 24 luglio 2013 da Paopasc @questdecisione
Torna la legge ammazza-blog: il ddl Torrisi e la responsabilità sui commenti ai blog Non contenti di averci provato già in passato con proposte di legge che hanno sollevato le proteste dell'opinione pubblica e che sono poi state accantonate, i politici tornano a fare la voce grossa contro la libertà della rete con un disegno di legge che un avvocato ed esperto di internet come Guido Scorza definisce "liberticida":
l’iniziativa, sin qui, più liberticida della legislatura è, sostanzialmente, quello di stabilire che, per ogni sito internet debba necessariamente esserci un soggetto che risponde dell’eventuale pubblicazione di contenuti illeciti allo stesso titolo al quale il direttore responsabile di un giornale risponde dei contenuti pubblicati sul suo giornale.[Il Fatto Quotidiano]
L'iniziativa in questione è quella del senatore Salvatore Torrisi del PdL, partito non nuovo quanto a proposte di questo genere. Il testo del disegno di legge dal titolo Norme in materia di reati commessi col mezzo di scritti on-line, presentato in Senato il 2 luglio 2013 è questo, ed è composto da un unico articolo:
Art. 1.
1. Dopo il primo comma dell’articolo 57 del codice penale è aggiunto il seguente: «La disposizione di cui al primo comma  si applica anche alla persona fisica o giuridica che abbia registrato, presso il Consiglio  nazionale delle ricerche di Pisa, il sito tramite il quale il reato viene commesso, ovvero, in caso di reato commesso tramite un  blog, nei confronti di colui che si collega  alla rete internet per gestire lo stesso blog,  da individuare attraverso l’indirizzo IP del  dispositivo utilizzato per la connessione.  Tali soggetti rispondono del reato di cui al  primo comma anche quando non cancellino,  entro 24 ore dalla pubblicazione, scritti inseriti autonomamente dagli utenti, tali da configurare la commissione di reati».
L'articolo 57 del Codice Penale, al quale si vuole aggiungere questo nuovo comma, è il seguente:
Art. 57 Reati commessi col mezzo della stampa periodica
Salva la responsabilità dell’autore della pubblicazione e fuori dei casi di concorso, il direttore o il vice-direttore responsabile, il quale omette di esercitare sul contenuto del periodico da lui diretto il controllo necessario ad impedire che col mezzo dalla pubblicazione siano commessi reati, è punito, a titolo di colpa, se un reato è commesso, con la pena stabilita per tale reato, diminuita in misura non eccedente un terzo. Articolo così modificato dalla L. 4 marzo 1958, n. 127.[wikisource]
Come si vede, l'art. 57 del c.p. regola la responsabilità oggettiva di un direttore di giornale che risponde di  un reato di omesso controllo [si veda qui un'esauriente trattazione del tema] ricevendo una pena inferiore di non più di un terzo a quella che riceve l'autore dell'articolo stesso. Non interessa discutere della giurisprudenza legata a questa casistica particolare relativa all'art. 57 del c.p. ma interessa però comprendere quali potrebbero essere le conseguenze di un eventuale allargamento di questa responsabilità da direttore di giornale ad ogni blog o sito sulla rete. Arresti in massa? Chiusura di blog e siti? Fine dei commenti su internet? Scorza cita i casi dei social network come Facebook, G+, Twitter e Youtube  in cui un controllo così rigoroso dei commenti porterebbe probabilmente alla loro eliminazione definitiva. Per non parlare di tutti i blog, in particolare di uno, quello cioè di Beppe Grillo, in cui il controllo di tutti i commenti diventerebbe un vero e proprio lavoro, con un impegno, oltre che fisico -la rimozione di questi commenti inadeguati- anche mentale, per l'esatta definizione dei requisiti di quelli da cancellare. Tanto per non lasciare dubbi su quello che pensa di questo ddl Scorza prosegue:
Il disegno di legge del Senatore Torrisi dovrebbe, semplicemente, essere considerato impresentabile perché è un autentico inno alla cialtroneria istituzionale e, soprattutto, un autentico attentato alla libertà di comunicazione online.
Quale che sia la realtà della rete, far west incontrollato o luogo principe della libertà d'espressione, se c'è bisogno di una regolamentazione di alcuni aspetti questa non deve essere fatta così all'impronta ma deve coinvolgere giuristi, esperti e utilizzatori della rete. Altrimenti, si lasci tutto così com'è che cose da dover essere regolamentate prima di questa, e con molta più urgenza, non mancano certo.
image credit guidoscorza.it

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