Torna la lira?

Creato il 29 novembre 2011 da Ilsegnocheresta By Loretta Dalola

Sempre in contatto con l’attualità politica Lilly Gruber, nello studio di Ottoemezzo, lo spazio informativo quotidiano in onda dopo il Tg de La7,  incontra, per la seconda volta Giuliano Amato, in qualità di “acuto osservatore” (parole della conduttrice) per un’analisi mirata al dopo Berlusconi e al periolo del crollo dell’euro.

“Non sono un catastrofista, a volte, i giornali tentano di alzare il clima di tensione, per attirare l’attenzione, si alzano i decibel e si crea terrore intorno e questo è sbagliato,  ma credo non sia sbagliato pensare che al punto in cui siamo sia anche possibile la disintegrazione dell’Euro, ma è un’eventualità che siamo in condizione di impedire. E’ evidente che qualcosa nell’euro non funziona, e allora i mercati si tengono lontani dall’euro. Oggi c’è la difficoltà a trovare liquidità in denaro, credo che la  Germania stia per prender atto che siamo sull’orlo di un baratrone che coinvolge non solo l’Italia ma l’intera Europa. I mercati – dice – vivono più per paura che per perversi disegni e si rincuorano quando pensano che stia arrivando la luce, con il piano annunciato per il 9 dicembre che il Consiglio europeo potrebbe varare, già le borse sono andate meglio e lo spread famoso ha cominciato a darsi una calmata”.

La soluzione inizialmente più comoda, vale a dire la garanzia Bce, non è scontata e dipende dalla volontà della Germania che per ora sembra sorda ad ogni richiamo. Il quadro generale europeo ha subito un nuovo deterioramento, i compratori stanno lasciando l’Europa e di questo la Germania deve prenderne atto.

La crisi colpirà ognuno di noi, toccherà i risparmi, i soldi di tutti, serve una politica seria, con la capacità di persuasione e la leadership necessaria nelle future scelte,   che garantisca che il sacrificio sia equo, chi più ha, più doni. L’opinione pubblica attende una patrimoniale che coniughi un’imparzialità sociale. I cittadini per accettare i sacrifici richiesti chiedono  anche un’imposta  sulle  grandi ricchezze, su quel 10% di italiani che godono  di grandi benefici.

“Mario Monti ne terrà conto, lo conosco da trent’anni, si preoccupa della somme sociali e civili,  oltre a quelle tecniche, oltre alla grande platea è fondamentale colpire anche chi più è ricco”.

I mercati potrebbero far precipitare la situazione in qualsiasi momento, rischiamo moltissimo e poi non avremmo più autonomia decisionale.

Ancora una volta la  politica sembra in affanno e inadeguata a rassicurare la comunità economica globale. Inoltre la via dell’austerità scelta l’anno scorso continua a produrre solo recessione nei vari angoli dell’area dell’euro. Un contesto che non promette nulla di buono. Come la pensi Monti lo sappiamo dai suoi scritti, il suo punto di arrivo è l’Europa dei tecnocrati, un superparlamento che assuma anche la guida economica e fiscale lasciando agli stati nazionali una esigua autonomia.  La realtà sociale è complessa e l’evoluzione viene influenzata da diversi fattori  quali: invenzioni tecniche, cultura, genetica, caso , ma anche emozioni, euforia e panico. I  dubbi sulla tenuta dell’Unione Europea sono evidenti poiché la crisi dell’Euro finirà per minare ulteriormente l’unità politica dell’Europa.

E allora, quale scenario potremmo prevedere  per i prossimi anni?

Il panorama culturale economico – sociale si sta interrogando e cerca di capire. La società dei consumi,  ha bisogno di distruggere risorse per poter sopravvivere, e questo meccanismo che, inizialmente, sembrava avere effetti positivi  presenta oggi  contraddizioni e problemi di natura diversa  ( ambientali, psicologici, ecc..).
La crisi economica e finanziaria che stiamo vivendo conferma dunque,  che il modello economico  di riferimento  è  un modello che mostra nel lungo periodo gravi squilibri  economici, finanziari e sociali.

Il governo tecnico riuscirà nel ciclopico intento, chiamato “salvezza”? I prossimi giorni ce lo diranno.


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