Magazine Cultura

“Torno indietro e uccido il nonno”‏ di Andrea Brunello: l’essere umano è un viaggiatore temporale

Creato il 05 febbraio 2015 da Alessiamocci

Dopo aver trattato di meccanica quantistica, Andrea Brunello si interroga ora (in modo sommario, a dire la verità) del tempo, ma forse “Torno indietro e uccido il nonno” in realtà usa il tempo come pretesto per trattare di mimi e far ascoltare i Radiohead (odio la mania del teatro moderno di usare vere e proprie colonne sonore come al cinema se non addirittura come in un videoclip). Il dubbio rimane.

Il titolo  è un esplicito richiamo al famoso paradosso fantascientifico dello scrittore Renè Barjavel, che i due attori si divertono a confutare facendo notare come l’essere umano è già in effetti un viaggiatore temporale, in quanto si muove sempre verso il futuro.

Insomma, il passato è passato, il presente… toh è già passato, quindi esiste solo il futuro, dice Brunello senza motivare troppo le sue affermazioni, che risultano piuttosto dogmatiche.

In scena un fondale completamente nero sovrasta uno spazio chiuso con pochi oggetti di scena: un letto freddo e una sedia spoglia. I protagonisti sono nonno e nipote (Roberto Abbiati), vestiti uno da clown e l’altro da mimo. Il nipote ha richiamato il nonno (dal passato?) per sapere dove finisce il tempo che passa. Con un sacco di citazioni prese pari pari da Sant’Agostino e un’atmosfera da Aspettando Godot.

Il nipote non parla, chiede solo “dove va il tempo che passa, nonno?” e fa cose da mimo (incastrarsi con le coperte, scalare muri invisibili, guardarsi attorno sconsolato con espressione alla Buster Keaton: ottimo, ma pretestuoso. Che c’entra un mimo?).

Il nonno parla parla parla e dice ben poco. Ma in soldoni ci comunica che: se il destino dell’universo è la morte termica, allora tutto ciò che facciamo è vano.

Alla fine, la parte più interessante dello spettacolo non è certo quella in cui i due attori si muovono in modo coordinato, ma quella dell’esperimento sulla freccia del tempo e sull’entropia (magari ci fossero state più parti di questo tenore!), fatta con un esperimento sul palco: si getta in una boccia d’acqua un po’ di colore rosso e si vede cosa succede (in effetti è chiaro ciò che succede, ma è utile per spiegare come funzionano l’entropia, i microstati e i macrostati).

Avendo visto gli altri lavori di Brunello, questo risulta meno efficace, senza una linea chiara e un obiettivo comprensibile, con troppa musica e troppi sketch alla Stalio e Ollio. 

Andateci più per amore della comicità infantile da cinema muto che non per desiderio di apprendere e riflettere sul tempo.

 

Written by Silvia Tozzi

 


Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :