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Toro Scatenato (1980)

Creato il 04 marzo 2012 da Vomitoergorum @Old_Glory
Toro Scatenato (1980)
Regia: Martin Scorsese Anno: 1980 Titolo originale: Raging Bull Voto: 7/10 Pagina di IMDB Pagina di I Check Movies
Rieccoci ancora con una storia di boxe, questa volta biografica, basata sulla vita del pugile professionista Jack La Motta. Il tutto in un calderone italoamericano con la regia di Scorsese ed il cast principale che vede protagonisti Robert De Niro e Joe Pesci. Non sono un amante del regista in questione e non approvo appieno le sue scelte, certe volte molto dubbie ai miei occhi. Di sicuro qui sceglie, con un audacia, un tema non semplice ed una storia vera non troppo simpatica. Il risultato ottenuto gli ha dato ragione, visto che siamo di fronte ad un film cult degli anni ottanta. L'italianità esasperata, macchiata di violenza, ottusità, gelosie e mafia è la cornice che racchiude il quadro dipinto di bianco, nero e rosso. La pellicola infatti non è a colori, salvo poche scene riguardanti i ricordi in successione legati ai matrimoni, ma il rosso del sangue è onnipresente sul ring. Alcune volte accentuato e sottolineato con spruzzi che macchiano gli spettatori o gocce che restano sulle corde. Un iperrealismo secondo me sporcato solo dalle riprese dei combattimenti, in cui si nota troppo al finzione. Evidente soprattutto se paragoniamo il film, di oltre trent'anni fa, con quelli più recenti e maggiormente di impatto. La lode però dobbiamo darla ad un magnifico Robert De Niro, metamorfico e camaleontico fino all'inverosimile: fisico scolpito ed atletico prima, obeso e sfiancato poi. E' lui infatti che riesce a monopolizzare l'attenzione di un mondo totalmente violento, su di sè e sulla sua figura. E' lui che riesce a farsi amare come atleta, ma che pone interrogativi sul suo essere uomo. Aggressivo e prepotente più nel privato che nel pubblico è insistente nella sua recitazioni e nel vestire i panni di una figura realmente esistita. La scelta di girare questo film su una figura (per me) decisamente antipatica è vincente nel momento in cui si evidenzia l'autodistruzione della persona e le difficoltà di uno sport sempre al limite.

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