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Tortini alla panna acida e mandorle

Da Pamirilla

 

Tortini alla panna acida e mandorle

Mi sono alzata con un terribile mal di testa, oggi.
Ho fatto la doccia, consumato la colazione ma il mal di testa non si è spostato dalla sua sede, semmai si è di poco allargato e dall’occhio destro ha camminato placido e calmo sulla fronte, diretto verso sinistra.
Ho brontolato in due o tre lingue diverse, acceso il pc, spento il pc, sparecchiato la tavola e poi di colpo ho avuto la folgorazione: prendo un’aspirina!
Capirai, che genio! Direte voi, chiunque potrebbe pensare ad una soluzione tanto banale.
Chiunque.
Tranne me. Non so perché il ricorso a questi sbrigativi sistemi per eliminare il dolore mi sembra sempre una piccola truffa come se il dolore fosse fatto apposta per essere assaporato fino in fondo. Una cosa da accogliere, lasciar dondolare dentro di sé ed espellere, infine, con fiumi di lacrime e disperazione.
Ma stamattina ho preso un’aspirina e amen.
E speriamo che faccio effetto in fretta!

Il cielo che al mio risveglio era denso di nuvole spesse si sta commuovendo ad un pallido e stordito sole ma non sa se cedere al suo capriccio di uscire ed andarsene allegro in giro come niente fosse.
L’aspirina fa effetto lentamente, con tenacia le nubi resistono e non abbassano il loro scudo.
Guardandole mi torna in mente che in frigo c’è un avanzo di panna che mi spiacerebbe buttare e mi sento più spossata che acida ma nella panna spremo mezzo limone e metto un pizzico di sale.
Dopo mezz’ora ho un boccale di panna acida, densa e soda come una nuvola ostinata.
Monto le uova con lo zucchero e la frusta, con il suo ronzio metallico, mi ricorda che ho ancora mal di testa.
Ciabatto misera verso la madia dove tengo le mandorle in scaglie ed il limoncello immaginando che il bulbo oculare destro mi cada in terra ruzzolando per la stanza. Considerata l’entità del dolore credo non possa accadere nulla di meno grave di questo. Mi figuro il gatto correre allegro dietro la nuova pallina e mi viene una vertigine di orrore così mi impongo di scacciare questi pensieri splatter da prima mattina con il mal di testa in testa e desolazione nel cuore.
Mandorle. E limoncello. E pensieri positivi.
Pensieri positivi in questo momento non ne trovo molti né nella madia né altrove ma spengo la frusta per qualche minuto e già mi sembra che, dopotutto, forse l’occhio non mi cadrà. Controllo nello specchietto: non è neanche tanto arrossato…forse un po’ gonfio.
Ma quanto ci mette l’aspirina a fare effetto? Vuoi vedere che la truffa non funziona, che bisogna proprio soffrire?
Setaccio la farina con il lievito, la mescolo con la farina di mandorle appena frullate. Accendo di nuovo la frusta, a bassa velocità, e aggiungo la panna, l’olio, il limoncello e poi la farina in una pioggia lieve e costante.
Verso l’impasto negli stampini imburrati e spolverati di zucchero semolato e metto un po’ di mandole in scaglie sopra ogni tortino.
E via, in forno caldo a 180° per circa quaranta minuti.
Le tiro via gonfie e profumate.
Mi vesto ed esco a tener compagnia a questo sole pallido e tenace che non riesce ad averla vinta ma nemmeno si dà per vinto. Ci faremo una passeggiata tenendoci per mano, lui mi consolerà ed io lo ascolterò raccontar storie strampalate e rievocare ricordi di cose successe chissà quando, se mai sono successe.

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Ingredienti

Per circa 12 tortini


300g di farina 00
80g di farina di mandorle
½ bustina di lievito
2 uova
2 tuorli
200ml di panna acida (ottenuta mescolando alla panna il succo di mezzo limone piccolo ed un pizzico di sale)
140g di zucchero più quello per gli stampi
4 cucchiai di olio
1 tappo di limoncello
Mandorle in scaglie per decorare

Montare uova e zucchero fino a che sono ben gonfie. Aggiungere la panna, l’olio il limoncello e poi, a poco a poco le farine ed il lievito battendo sempre con la frusta a bassa velocità. Ungere gli stampi, spolverizzarli con lo zucchero e versare l’impasto ad un paio di centimetri dal bordo. Decorare con le lamelle di mandorle. Infornare a 180° per circa quaranta minuti.


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