Abitare in una località di vacanza o simile ha i suoi innegabili vantaggi. Non solo l'estate non si devono affrontare file immani per sdraiarsi al sole, ma d'inverno si gode il vantaggio dell'abbandono da parte delle masse. Tutto è così immoto e silenzioso che ci si dimentica del chiasso e del traffico dell'estate, tutto scorre lento e le domeniche hanno il sapore del borgo antico.
Poi, all'improvviso, esplode la primavera. E tutto è ancora più bello, i fiori spuntano come pietre preziose dagli alberi, la natura rivive, il lago brilla.
E piano piano, insieme col sole, tornano i primi sparuti turisti.
Fino a Pasquetta che segna con ineluttabile precisione il ritorno dell'orda scatenata.
E quale giorno migliore per mettersi ad osservare il prossimo?
Seduta al solito bar con l'aperitivo e i passeri che vengono a rubare le patatine, vedo passare questi estimatori del fuori-porta.
Li riconosci da lontano.
Prima di tutto se hanno la decappottabile o il tettino apribile spalancano tutto anche se ci sono 15 gradi, ché oramai ce l'abbiamo e dobbiamo mostrare.
Poi sfoggiano mise improbabili, ripescate dal fondo dell'armadio: improbabili cardigan di cotone con la zip, cappellini da baseball che non possono e non devono andare oltre lo stadio, scarpe lucide di qualche strano animale per lui. Per lei camicette con le rouches, ballerine al limite della decenza, occhialoni over size e, ovviamente, calze color carne.
In genere girano in coppia, con o senza marmocchi vestiti Ralph Lauren (il meglio per i pupi, no?), e spintonano il prossimo per un gelato artigianale come se non ci fosse domani, caracollando in massa verso le sponde del lago. Si accendono una sigaretta e rimirano, col sopracciglio alzato da VIP a mezzo servizio.
Questo lago non è un granché.
Troppo verde.
Sempre lo stesso, più che altro.
Certo, non è come quando era pieno di stranieri.
Che noia.
Sì.
Già.
Chiedono, toccano tutto, soppesano, sbranano menu del ristorante tipico e poi si involano nuovamente verso la città.
Lasciando a terra le cartacce.
E i mozziconi delle loro preziose sigarette.
Bellini, sì.
Il turismo verde, il motore dell'Umbria...