Scarica liberamente A6 Fanzine
Ho un articolo da consegnare; una relazione da terminare; mezza dozzina di mail a cui rispondere; e un racconto da scrivere entro domani mattina, ma la mezzanotte è passata e ho sonno, troppo sonno…
Quando riapro gli occhi lei è lì.
Seduta a gambe accavallate sulla mia scrivania dondola un piedino, senza nulla addosso oltre ai capelli simili a rami di tasso. Mi sorride, puntandomi contro i capezzoli come lance, questa piccola fata verde dalle ali di smeraldo.
Allungo una mano per controllare che quella meraviglia sia vera. Le basta un gesto e mi ritrovo disteso per terra. Mi atterra sul petto e a gambe tese mi punta il dito contro. Mi avverte che se provo a rifarlo la prossima volta che dovrò pisciare mi troverò a rincorrere un leprotto saltellante per tutta la stanza.
Rimango immobile e le chiedo cosa voglia. È venuta a farmi un dono: il tempo di una lunga notte per finire ciò che devo fare. Sotto il suo sguardo divertito, mi metto al lavoro. Come un forsennato scrivo articolo, relazione, mail, finché un sonno invincibile mi piomba addosso.
Quando mi sveglio la fatina è svanita, come il mio lavoro, che in realtà è ancora tutto da fare. Ma ho una storia in testa, fortunatamente.
Questo racconto è stato scritto per il n. 31 di A6 Fanzine, incentrato sul tema: "Essere o non essere. Tra fantasia e realtà."
La fata che compare nel racconto potrebbe essere un riferimento alla “fata verde”, la bevanda dei pittori e degli artisti “maledetti”, basata su un distillato di assenzio. Per i suoi effetti collaterali l’assenzio fu messo al bando all’inizio del secolo scorso.
Pensando agli artisti "maledetti" anche il linguaggio si è adeguato...