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tra fatwe e anatemi

Creato il 10 maggio 2011 da Luci

passeggio per la mia città, il marmo delle chiese si staglia contro il blu del cielo, si possono leggere tutti i dettagli delle colonne decorate secondo il romanico lucchese (non pisano, lucchese, occhio) che vede le colonnine tutte decorate diversamente, cosa che a pisa non avevano ancora imparato.

a orvieto, dove sono tornata di recente, facevo fatica a chiudere la bocca davanti agli affreschi sorprendenti della cappella di san brizio.

a istanbul nella moschea azzurra mi sono sentita rapita dall’arte e portata in cielo.

eppure a volte mi chiedo se fossi disposta a pagare il prezzo di non essere più circondata da queste opere d’arte, dalla filosofia e dalla letteratura scaturita dalla religione cattolica in italia, dall’islam a sud del mediterraneo, o dalla mia amatissima cultura ebraica, per tante cose madre di tutti noi.

a volte, quando sento dichiarazioni come quella dell’imam di segrate, su non votare vendola perchè è gay, o quando sento il papa definire l’omosessualità “un disordine morale”, quando vedo un egregio rappresentante del mondo politico che si “richiama ai valori cattolici” come giovanardi scandalizzarsi davanti a due uomini che per mano scelgono una cucina, ecco, allora mi chiedo cosa sarei disposta a perdere per avere un po’ di civiltà in più.

mi chiedo se il mondo senza le religioni sarebbe possibile, o, dall’altro lato,  mi chiedo se esse semplicemente rappresentino quello che siamo in ogni caso, ammantando i nostri vizi e le nostre virtù di concetti metafisici in realtà del tutto umani e che quindi, religioni o non religioni, il mondo sarebbe lo stesso.

prendiamo la schiavitù nel mondo romano. si legge sui libri di storia che sia stata abolita in seguito all’affermarsi della religione cristiana.

ma poi sono stati i cristianissimi europei a inventare la tratta degli schiavi.

si vede che quando gli schiavi siamo noi, ecco che la schiavitù è barbara e ingiusta, quando sono gli altri beh… pourqoi pas…

gli arabi, che ci hanno portato l’algebra, tanta filosofia e letteratura, cultura, arte, architetture fra le più belle e maestose del mondo, sono mezzo persi dietro a sottanoni neri in paesi resi tristi da una religione opprimente, pensiamo all’iran o anche all’afganistan.

gli ebrei, che costruiscono case in mezzo a territori non loro, convinti che quel terreno gliel’abbia concesso dio in persona, mica un padrone di casa qualsiasi eh, dio, proprio colui che è, no, dico…

i cristiani, che fra quelli rinati come bush, quelli rimbambiti come a roma che baciano le ampolle di sangue e poi non vanno all’ikea ma al family day, quelli ortodossi che danno ancora retta a quel represso di san paolo e condanno “i maschi che giacciono con maschi”.

non si sa più da che parte rigirarsi.

qualcuno per favore potrebbe premere il tasto del ritorno al futuro? a volte mi pare di essere bloccata in un eterno medioevo…


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