Abbiamo incontrato il Comitato di San Salvi, durante una loro riunione, stavano lavorando su l’ennesimo comunicato stampa, per denunciare l’atteggiamento delle Istituzioni e della proprietà su tutta la vicenda. L’ intervista ad una portavoce.
Ci hanno raccontato la storia del posto e l’attualità, lo stato di degrado in cui versano la maggior parte degli edifici, soprattutto quelli storici, l’enorme “perdita culturale” per le infiltrazioni che stanno danneggiando i preziosi testi, abbandonati nella Biblioteca Scientifica Chiarugi.
Sono stati condotti diversi studi per progetti di recupero dell’area, mai tenuti in considerazione e parte della cittadinanza non conosce questa realtà.
L’area attualmente appartiene per il 70 % all’ASL, per il resto al comune e alla Provincia.
Con la chiusura dei manicomi conseguente alla legge 180 del 1978, i padiglioni vengono progressivamente liberati e adibiti dall’ASL secondo le contingenze, senza nessun progetto complessivo di recupero dell’area, né in funzione dei pazienti ancora ospitati nelle strutture protette né del quartiere. La scarsa manutenzione sia degli edifici che del parco ha permesso il deterioramento dell’insieme, aggravato dall’uso a parcheggio di tutti gli spazi interstiziali, con pregiudizio del patrimonio arboreo. sommersa, profondamente importante. Un bene comune, che richiamo di perdere. Stiamo parlando del secondo polmone fiorentino.
Nel 1999 il Comune invece approva il Piano di Settore sociosanitario dell’ASL, che prevede la lottizzazione per alcuni edifici di San Salvi, aprendo così alla frantumazione dell’insieme. Eppure quel complesso ospedaliero per la sua importanza era stato sottoposto a vincolo di tutela nel 1993 dall’allora ministro per i Beni Culturali e Ambientali Ronchey, sulla base dell’art.4 della legge 1 giugno 1939, n. 1089.
Nel luglio 2002 si arriva al Piano Guida per San Salvi. In esso il consiglio comunale dichiarava di aver deliberato in conformità con quanto era stato prospettato dal predetto Piano di Settore sociosanitario. In realtà quest’ultimo richiedeva la lottizzazione di 5 edifici. Nel Piano Guida pur dichiarato conforme al Piano di Settore gli edifici erano diventati 13, ben 8 in più. Il Comitato “San Salvi chi può” allora denunciò l’irregolarità della procedura con un esposto alla Procura.
Come oggi si sa l’operato della Giunta comunale di allora, essendo sindaco Domenici, è indagato dai magistrati fiorentini per connivenze col malaffare, in contrasto con le sue funzioni di buona amministrazione della città e dei suoi abitanti. Non sono state un caso le dimissioni degli assessori Biagi e Cioni e di qualche consigliere comunale come Formigli. Non pare nemmeno un caso che nel Piano Strutturale predisposto per incarico di quella Giunta (e mai potuto nemmeno votare in ragione di quelle indagini) San Salvi, parco secondo per dimensione solo alle Cascine, sia declassato ad area edificabile, sottratta quindi al sistema del verde urbano.
Nel 2007, nonostante le Osservazioni dei cittadini,delle associazioni ambientaliste, dei comitati e di alcuni docenti di Architettura, al Consiglio Comunale ha approvato il Piano Urbanistico Esecutivo (PUE) per San Salvi che, salvo per alcune modifiche utili ma non sostanziali, confermava la frantumazione del complesso con la cessione a privati di poco meno di un terzo del parco.
Il sindaco Renzi annuncia che vuole acquistare l’intero complesso per fare cassa rivendendolo con destinazione a residenze private: si andrebbe così ben oltre anche al PUE del 2007.
Di fronte a questi propositi di annientamento questo Comitato SI APPELLA : a tutti coloro che amano Firenze perché si mobilitino e impegnino il Consiglio Comunale e la Giunta a mantenere l’unitarietà dell’area e a riconsegnarla alla collettività assecondandone la vocazione ecologico-naturalistica, il valore storico e culturale, le potenzialità sociali.
Vi riporto il loro ultimo comunicato
Tra inchieste e sprechi SAN SALVI SCIPPATA AI CITTADINI Comitato San Salvi Ancora in questi giorni, sul Corriere fiorentino, un articolo annuncia ai cittadini la vendita di S. Salvi con la stessa sbrigativa motivazione di sempre: i soldi servono per ricostruire Torregalli. Anni fa servivano per S. Maria Nuova… Insieme a San Salvi sarebbero in vendita l’edificio dell’ex Bice Cammeo, in via Aldini, e parte del complesso di Santa Rosa in cui è in forse la permanenza del presidio sanitario, utilissimo nel quartiere, che si vorrebbe trasferire allo IOT sul viale Michelangelo (sic!).
La ASL, il Comune e la Regione, pienamente d’accordo, non hanno mai uno straccio di argomentazioni più approfondite per giustificare la svendita di questi beni che non sono di loro proprietà, ma della intera collettività. E non hanno nemmeno il pudore di dare uno stop ai progetti insensati di strutture megagalattiche divoratrici dei soldi dei cittadini che chiedono anni per essere costruite e troppe rimangono incompiute.
Nessuna autocritica sulla gestione rovinosa della sanità (le regioni, in particolare, risultano le maggiori responsabili dello spreco di danaro nel settore sanitario); nessuna analisi critica su come finiscono i grandi ospedali e sugli strumenti finanziari come il project financing moltiplicatore di costi (fino a 8 volte quello iniziale) che aziende sanitarie hanno utilizzato a gogò con impressionante leggerezza e incompetenza.
Con il suo buco di 420 milioni, Massa insegna e forse è solo la punta dell’iceberg!
Nonostante questo quadro, fra scandali e inchieste della magistratura, si continua a depauperare il patrimonio immobiliare con operazioni di svendita che favoriscono solo la speculazione e i privati, riducendo progressivamente i servizi. Da Monti a Marroni si sostiene che la sanità va ”ristrutturata al meglio” e il meglio si traduce nell’attacco all’assistenza sanitaria pubblica e al diritto alla salute.
L’assessore Saccardi, intervistata in quell’articolo, ci tiene a dire che non c’è “nessuna sfrenata speculazione sull’area, ma solo riqualificazione per farla vivere dai cittadini…”. Sa cosa dice l’assessore quando afferma queste cose? Il degrado a cui fa cenno è opera deliberata delle istituzioni (*) e non saranno certo le nuove abitazioni a rianimare il luogo e a salvaguardare il Parco. Anzi ci sarà la corsa alle recinzioni, alla difesa della proprietà privata contro le possibili incursioni degli estranei. Se voleva rianimarlo poteva prendersi la briga di esaminare i tanti progetti di recupero su San Salvi e quello che è stato fatto in Italia degli altri ex manicomi. Si sarebbe resa conto che le potenzialità di San Salvi sono tante e plurivalenti da poter aspirare ad essere un centro medico di eccellenza internazionale, a essere luogo di una intelligente riorganizzazione dei servizi sanitari a scala urbana e di quartiere; ad accogliere forme di edilizia sociale, di autorecupero, di cooperative edilizie con giovani operatori, alla riorganizzazione della colonia agricola, per la formazione di orti urbani e di un mercato contadino a disposizione del quartiere. Si potrebbero coinvolgere i cittadini nelle proposte affidando loro anche la gestione o la manutenzione del sistema del verde e degli spazi pubblici. Insomma San Salvi come Laboratorio di sperimentazione urbana a livello europeo con grande vantaggio sul quartiere e sulla città. Una riqualificazione vera e non la solita litania della svendita e delle nuove abitazioni inutili che degrada la zona, la strangola nel traffico e nell’inquinamento.
Quanto al rispetto del Piano Strutturale a ”volume zero” (vedi allegato) nella misera proposta della ASL, l’assessore Meucci, anch’essa intervistata nell’articolo, dovrebbe leggerselo e farsi un po’ di conti prima di ripetere il mantra del Sindaco Renzi. Avrebbe delle belle sorprese.
La tecnica di svilire i “servizi pubblici” per giustificarne la privatizzazione, la svendita del “patrimonio pubblico” per far cassa e reinvestirlo per parte della popolazione, pratiche consolidate, come il portare avanti una politica di gestione dei rifiuti nociva alla Salute stessa, tutto ricade in una scorretta gestione del territorio, che ci priva della Sovranità Popolare, ci avvelena, tenendoci in disparte.
I comitati cittadini sul territorio difendono da anni questi beni collettivi, ma spesso, è proprio il resto della cittadinanza a rimanere indifferente , forse perché non sono temi sottolineati dai media, per quanto meritevoli.
Vi invito a visitare il Blog del Comitato di San Salvi , ricco di approfondimenti e di anni di lavoro, svolto sul territorio, per difenderne destinazione e proprietà pubblica : http://firenzecomitat..