E torno a scrivere, a riempire pagine con un inchiostro che non andrà più via, un inchiostro che rimarrà, anche quando i pensieri si stuferanno di accalcarsi all'uscita. E' strano: potrei finire qui. Basterebbe questo a spiegare una prigione di cristallo che custodisce gelosa le sue ricchezze.I soliti opposti litigano, urlano, si arrampicano e stridono. Opposti che sono così lontani e schifosamente complementari. E' tutto talmente ovvio, scontato e prevedibile: l'arcobaleno arriva quando il temporale gli lascia spazio, i fiori fioriscono in primavera, il sole sorge e le stelle brillano.E poi si cerca la solita banale evasione, il correre lontano, l'inseguire immagini opache e fotografie sbiadite. In un attimo tutto si alimenta e scompare. La libertà fugge via e si allontana. Parole cancellate, inchiostro scrostato, pensieri confusi. E il tempo scorre. Illusioni, aspettative, sogni, speranze. Gli opposti non litigano più. Il sole filtra dalle nuvole e tutto è, come sempre, così maledettamente prevedibile e inevitabilmente rassicurante.
B.