“TRACCE DI CULTURA”: recensione mostra “HENRì CARTIER-BRESSON”
All’ARA PACIS di Roma dal 24 settembre 2014;
al 25 gennaio 2015;
Una grande retrospettiva si è inaugurata negli spazi solenni dell’ARA PACIS di Roma, la mostra dedicata al patriarca della fotografia HENRì CARTIER-BRESSON, una mostra che ne rilegge e ne esalta il mito con la sua classe e la sua grandezza. A dieci anni dalla morte questa mostra celebra l’uomo che rubò “l’istante decisivo” come lui stesso si definì; voluta da Agnès Sire curatrice della fondation CARTIER-BRESSON e curata dallo storico della fotografia Clemente Cheroux la mostra è una sfida che dona nuova luce alla vita e all’opera di questo artista universale e fuori da tutti gli schemi, nuova linfa alle ombre che talvolta hanno accompagnato CARTIER-BRESSON, un artista che ha lasciato una impronta personalissima all’arte fotografica, rivoluzionando il mondo delle immagini con un talento straordinario. Promossa da Roma Capitale e prodotta da “CONTRASTO E ZETEMA PROGETTO CULTURA” la retrospettiva celebra il mito Cartier-Bresson e ne esalta l’importanza storica della sua opera; una mostra che espone 500 immagini tra disegni, fotografie, dipinti, documenti e che parte dalle prime fotografie delle vetrine degli anni ’20 di Parigi fino alle diapositive a colori della fine degli anni ’50 che ebbero le copertine di riviste come “LIFE”, “DER SPIEGEL” e “REGARDS” ottenute per il suo memorabile modo di raccontare il mondo; la mostra ha colto lo spirito che animava HENRì CARTIER-BRESSON, il suo occhio surrealista e cosmopolita, un occhio testimone tra gli altri avvenimenti della guerra civile spagnola e della seconda guerra mondiale, l’occhio senza filtri della Russia comunista e ha colto l’artista ripiegato su se stesso degli ultimi lunghissimi anni dove mise da parte lo scatto fotografico per dedicarsi al disegno e all’autoritratto. La mostra ha scandito la vita e l’opera dell’artista in ordine cronologico per meglio sviluppare le diverse esigenze e restituire al pubblico una esperienza totale di arte fotografica e visiva che parla di tutto il novecento visti con l’obiettivo e lo sguardo di Cartier-Bresson che ha dato vera identità al secolo scorso. Perni di questa retrospettiva sono le due strade seguite dall’artista: il surrealismo delle visioni della quotidianità e l’etica morale e politica che diventa reportage profondo delle ingiustizie umane quali la povertà che Cartier-Bresson vide nelle strade del Messico degli anni ’30 come nelle grandi capitali europee degli anni ’40 come Parigi e Madrid. Forma, passione, coscienza sociale ha animato la vita e l’opera di HENRì CARTIER-BRESSON portandolo direttamente nel mito.
DANIELA MEROLA