Tracce di elfico e di vogon

Da Dafne
Scritto il 28 maggio 2008
Ho sempre pensato che tutte le poesie sono belle perchè sono virtuosismi letterari e riflesso di pensieri e intrico di emozioni e paradossi di sensazioni che possono essere colti o meno, rientrare o no nelle scelte metriche di qualcuno. Questione di gusti? Troppo semplicistico, credo piuttosto che ogni poesia al mondo, scritta da un beone aletterato come dal più sommo poeta, "piaccia" se la reinterpretazione che le corde esperienziali e sensazionali del nostro essere sono in grado di percepirla a prescindere da ogni odiosa prosa letteraria propinataci dai libri di testo scolastico. Mi è sempre piaciuto leggere poesie diverse e confrontarle anche in altre lingue per gustare la musicalità dei versi prima del contesto.
Il primo confronto è tra la leggiadria delle canzoni elfiche (Tolkien) contro un' esemplare emerito della terza peggior poesia dell'Universo, quella dei Vogon (Douglas Adams).
Oh incrocio di intelletti opposti, oh grandiosa graziosità del sublime lavorìo di Madre Natura. Oh intreccio del fine col lordume del burocrate pangalattico ecc ecc...

           A Elbereth Gilthoniel,  
   silivren penna míriel
   o menel aglar elenath!
        Na-chaered palan-díriel
   o galadhremmin ennorath,
   Fanuilos, le linnathon
   nef aear, sí nef aearon! 
    

Traduzione
"O Elbereth che accendi le stelle, da cascate di brillante cristallo che spiove con luce come di gioielli dall'alto del cielo, la gloria della volta stellata. Da lande remote ho guardato lungi, e ora a te, Fanuilos, splendente spirito di bianco vestito, io qui canterò d'oltre il Mare, oltre il vasto e sconfinato Mare"
O, acciacciato grugnosco
le tue minzioni mi appaiono
come ciancie di sebo su luride api. Deh ! Impiacciami, imploroti sgarbazzone rampante
sciasciami, sprusciami, sprusciami con crespi tentachili,
o ti strapperò gli sputtoni coi miei scassagangli, CAPITO ?
Insomma, capito?!

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