“Voi che vivete sicuri
nelle vostre tiepide case,
voi che trovate tornando a sera il cibo caldo e visi amici:
Considerate se questo è un uomo che lavora nel fango
che non conosce pace
che lotta per mezzo pane”
La lettura del libro di Primo Levi “ Se questo è un uomo” è un’esperienza molto intensa. Il lettore, rivive insieme all’autore, parte della sofferenza di quei giorni dello stermino nazista e della Shoa.
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Ilprimo capitolo (Il viaggio) si apre sulla situazione degli ebrei italiani deportati aFossoli nel campo di transito. Nella carrozza ferroviaria i deportati vengono trasportati in condizioni disumane e parecchi di loro muoiono.
I due capitoli successivi descrivono le prime scene nel campo di concentramento. A ciascuno dei prigionieri viene assegnato un numero che costituisce la loro nuova identità. Al suo arrivo Levi ignora cosa significhino quelle cifre e conosce le prime leggi del campo, come quella di non fare domande, di fingere di capire tutto, di saper apprezzare il valore di oggetti essenziali alla sopravvivenza come le scarpe ed il cucchiaio.
In seguito ad un problema al piede, Levi viene assegnato a un nuovo blocco dove regna la certezza matematica che la maggior parte delle persone ancora vive è destinata a morire a medio termine.. Ogni notte infatti Levi, come gli altri internati, è periodicamente assalito da due incubi ricorrenti: Il primo riporta l’autore a casa, ignorato dai suoi amici e familiari mentre racconta le atrocità subite nellager; il secondo illude invece Levi d’aver davanti a sé del cibo che poi scompare repentinamente ogni qual volta prova a mangiarlo.
E’ in questo periodo che Levi approfitta della solidarietà del compagno Resnyk che lo aiuta generosamente nei compiti più gravosi che lui non risesce a compiere.
Nel capitolo “Al di qua del bene e del male”, dove Levi allude all’opera Al di là del bene e del male di Nietzsche, il prigioniero del lager viene presentato nella sua nullità. Questo capitolo illustra inoltre il significato e le ripercussioni di un fatto apparentemente banale come il cambio della biancheria . Infatti, sul mercato del lager le camicie dei prigionieri vengono utilizzate come merce di scambio: nel campo si è sviluppato un mercato nero, una sorta di borsa nera.
Uno dei capitoli di maggiore importanza è senza dubbio il nono, dedicato a i sommersi ed i salvati. Levi spiega come questa distinzione (tra candidati alla sopravvivenza o alla morte) sia per lui di importanza assai maggiore rispetto a quelle di bene e di male. Levi è toccato però dalla buona sorte, cioè il superamento dell’Esame di chimica presso il dottor Pannwitz, e viene ammesso alle mansioni di laboratorio. È questo uno dei principali fattori a garantirne la sopravvivenza nel lager.
Arriva però il tracollo dei tedeschi e così ne “I fatti dell’estate” nella fine della guerra, dopo lo sbarco in Normandia e la gigantesca controffensiva sovietica in Russia, i prigionieri nutrono una speranza vera e propria di salvezza: i fronti alleati sono infatti lontanissimi, mentre la necessità di risolvere gli impellenti problemi della sopravvivenza quotidiana continua ad essere onnipresente.
Prova di questo è che lo stesso Levi riesce a sopravvivere ad una retata di selezione da parte dei nazisti. Continua la vita di Levi nel laboratorio di chimica dove la presenza delle tre donne creano quasi un effetto estraniante. Infine Levi ci presenta la figura amica di Alberto, il bresciano Alberto Dalla Volta, una specie di alter ego per il protagonista. Si tratta di un personaggio sempre solidale ed estremamente ricco di inventiva e diplomazia, nonché di una figura assai amata nel campo. Siamo all’epilogo della vicenda, scritto sotto forma di diario, “Storia di dieci giorni” .
L’arrivo dell’Armata Rossa è oramai imminente e i tedeschi decidono di evacuare il campo facendo partire da Auschwitz almeno i prigionieri sani. Dato che si è ammalato di scarlattina, Levi è ricoverato e viene escluso dal trasferimento, senza sapere che però quella spedizione finirà per portare i prigionieri verso la fine (si tratta della marcia della morte ed è questa la sorte riservata ad Alberto). Sopravviveranno invece molti dei pazienti che, come Levi, rimangono nel campo. Il protagonista e altri due prigionieri si daranno da fare per aiutare gli altri malati della loro baracca mentre aspettano l’arrivo dei sovietici, avvenuto il 27 gennaio 1945.
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