Stati Uniti : probabile gestione illegale di documenti finanziari da parte della società Mers
In questi giorni, una notizia ripresa dal N.Y. Times, ha fatto scalpore (portando alla mente quanto accaduto con i mutui Subprime). Il professore universitario C.L.Peterson, ha denunciato una situazione assai ambigua, riguardante una società, con ragione sociale “Mers” ( Mortgage electronic registration systems), la quale si occupa, tramite un sistema elettronico, di registrazione di mutui; ubicata nel Delaware ( Stato Americano adiacente Washington), ha dichiarato di detenere pacchetti di credito pari al 60% dei mutui stipulati e in essere negli Stati Uniti; lo scopo della creazione di questa società, sarebbe, a detta di Jp Morgan ( uno dei principali azionisti), quello di stilare, in un database, una lista relativa ad ogni mutuo concesso in tutto il territorio Americano, questo per evitare di pagare tasse di iscrizione alle contee qualora le ipoteche passino da una mano all’altra.
Peterson e il New York Times, sostengono che l’operato della Mers non sia legale, poichè ha agito ignorando le norme relative al monitoraggio delle proprietà dei terreni e dei mutui connessi; la società dichiara di detenere la maggior parte dei pacchetti credito d’ America, ma agisce senza dipendenti, invitando gli istituti di credito ad inserire, all’interno dell’interfaccia del sito web della stessa, i nomi dei propri dipendenti, i quali poi risulterebbero come
certificatori del prestito concesso, quindi come assistenti della Mers, ma in realtà non riceverebbero alcun compenso per il lavoro svolto.
Si ritiene che, qualora le ipotesi di Peterson, corrispondessero a realtà, si avrebbero onerose battaglie legali che porterebbero alla depressione del mercato degli immobili e all’ aggravio dei costi per le banche, il tutto
in uno scenario fiscale per niente rassicurante.
A difesa della Mers : l’American Securitization Forum, che, rappresentando le società operanti nel mercato della cartolarizzazione, ha dichiarato legale l’operato della stessa. Viene da chiedersi se gli Usa non stiano rischiando una nuova depressione finanziaria?