Magazine

Transessualismo e transgenderismo: quel mondo (di discriminazioni) ancora poco conosciuto

Creato il 08 maggio 2015 da Allocco @allocco_info

Ci sono lati della nostra vita, aspetti intimi, unici e inviolabili, come l’orientamento e il genere sessuali, che stanno passando, negli ultimi anni, da una reclusione stretta nella sfera privata a una più ampia e pubblica considerazione; questo è da giudicarsi positivo quando non è un mero avamposto di quell’esibizionismo tipico della nostra era mediatica, ma di un percorso lento e coscienzioso contro le discriminazioni.

La nostra storia culturale ci insegna che, pur se rallentati da inevitabili scontri all’interno della società – scontri che, di fatto, in ambiti come quello sessuale non riguardano difficoltà reali, scogli pratici, ma solo mentali – si sta proseguendo in una linea positiva: un percorso che ci sta portando, grazie al cielo, a una sempre maggior consapevolezza e maturità; una mentalità – anche quella italiana, spesso tacciata di essere retrograda – che sempre più prende le distanze da discriminazioni di carattere razziale, religioso e sessuale; questo, pur tenendo conto di quelle che sono le “ricadute”, purtroppo presenti in periodi caldi come la crisi sociale che stiamo vivendo, con la rinascita di pretese e valori di estrema destra, o più opportunamente definibili come neofascismi di varia natura.

Ma se da un lato, prendendo in esame quella che è la condizione culturale dell’omosessualità – ancora gravemente carente di diritti pratici e legislativi, ma con un buon riscontro sociale, in special modo fra i giovani – resta, ancora oggi, un lato oscuro, un angolo “scomodo” che in pochi, se non determinate organizzazioni spinte dalla voglia di proteggere questi diritti, toccano e si prodigano di illuminare: stiamo parlando, per restare in tema di sessualità, orientamento e genere, del transessualismo e del transgenderismo.

Se una persona omosessuale vive la propria unicità all’interno di una sfera intima, chi intraprende un cambiamento dell’identità biologica, o anche solo dell’identità di genere (ed è bene ribadire la differenza fra le due) affronta inevitabilmente il giudizio degli altri, in quanto si confronta con l’esterno giorno per giorno. Ed è proprio qui che, ancora oggi, manca una vera e propria accettazione. La persona transgender, che può o meno aver affrontato mutamenti fisici visibili, o limitarsi a un non riconoscimento di quelli che sono i due generi (maschio e femmina) imposti – da un punto di vista mentale – dalla società, ancora oggi spaventano; non si giudica più soltanto l’orientamento affettivo, ma la persona in sé.

Da un punto di vista pratico, la legge italiana ha fatto indubbi passi avanti nel corso degli anni, anche e soprattutto grazie al MIT (Movimento Italiano Transessuale) e ai Radicali. L’art. 3 della legge 164 del 14 aprile 1982, in particolare, enuncia:

Il tribunale, quando risulta necessario un adeguamento dei caratteri sessuali da realizzare mediante trattamento medico-chirurgico, lo autorizza con sentenza.

Un caso ancora più delicato, più da un punto di vista sociale che legislativo, è quello delle persone che scelgono di non effettuare trattamenti di tipo chirurgico, alterando quindi solo in minima parte – o per nulla – il proprio aspetto fisico, la proprio sessualità biologica, pur avvertendo un’identità di genere diversa da quella biologica; è qui che si tocca il punto cruciale, la difficoltà più grande a livello culturale: la capacità di accettare, riconoscere e conoscere la persona indipendentemente dal proprio genere, non limitandosi a una basilare e duale classificazione fra maschi e femmine.

Il momento dell’accettazione è ancora più difficile in una società ancora incentrata sul mito della virilità; per questo, la discriminazione – che pure, ironicamente, pare capace di discriminare tutti indiscriminatamente) colpisce maggiormente le persone con una base biologica maschile, che agli occhi della società rinunciano al loro ruolo virile.

Per capire meglio il problema, basta leggere numerose notizie da ogni parte del mondo: discriminazioni, violenze contro le persone transgender e suicidi giovanili in crescita.

Uno dei limiti in cui si rischia di cadere quando si affronta questa problematica è quella della riflessione puramente teorica, fine a se stessa, filosofica, senz’altro interessante ma distante da una soluzione: si finisce, per così dire, a pensare se sia nato prima l’uovo o la gallina, lasciando però che le uova si frantumino e le galline muoiano di fame.

Le risposte del pensiero umano e della scienza, per non tradire la propria missione, devono raggiungere obiettivi concreti, soluzioni tangibili e pratiche, che possano sfociare in conseguenze e risultati anche e soprattutto all’interno della società; non si tratta soltanto di chirurgia e mutamento fisico, ma anche e soprattutto di un passaggio mentale che la società ha il dovere di accogliere e di valorizzare, anche quando esce dai suoi schemi prefissati, da quelle concezioni basilari che danno un senso di rassicurazione ma che in realtà limitano, non conoscono e, cosa ancor più grave, non rendono migliore la vita di nessuno.

allocco discriminazioni gender genere identità biologia identità di genere identità sessuale legge 164 o slider transessualismo transgenderismo 2015-05-08

Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :