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Transessualità:un disagio, una rinascita

Da Lametamorfosiftm
Ciao a tutti,sono Marco, un ragazzo transessuale (FtM ovvero Female to Male, termine che deriva da un acronimo inglese), in parole spicciole : “da femmina a maschio”, in parole meno spicciole e più corrette: “sono una persona che, dal genere femminile da cui partiva, sta transizionando verso il genere maschile”.Anche se per quello che mi riguarda preferisco dire “da femmina a uomo”, credo sia più corretto. Penso che in mezzo tra il termine “Uomo” e il termine “Maschio” ci sia un abisso molto ma molto lungo da spiegare, oltre ad esserci una piccola differenza sostanziale  tra essi e cioè: “il pene”; insomma non potrò mai essere al 100% come un maschio perché non sono nato geneticamente tale, ma potrò sentirmi ed essere molto tranquillamente un uomo, quello non me lo potrà mai impedire nessuno. Partiamo dalle origini. Il termine Transessuale è stato coniato da David Cauldwell nel 1949, ma è diventato di uso comune dopo la pubblicazione del libroThe transsexual phenomenon (Il fenomeno transessuale), diventando ben presto testo di studio universitario, affermando appunto che è la prima patologia classificata come malattia mentale a non essere curata come tale. Lo psichiatra infatti non "guarisce" la persona transessuale facendola nuovamente sentire a proprio agio con il suo sesso di origine, ma bensì avviando la persona a cui è stato diagnosticato il "disturbo dell'identità di genere" alle terapie ormonali e/o chirurgiche per iniziare il percorso di transizione.Certo tra la fine dell'Ottocento e gli inizi del Novecento la persona transessuale veniva sottoposta a tentativi di “guarigione”(direi disumanamente) cercando di “guarirla” attraverso la psicoterapia o peggio ancora attraverso la terapia ormonale del proprio sesso genetico, ma ovviamente la dice lunga il fatto che poi i suicidi aumentarono a dismisura; fortunatamente poi le cose cambiarono negli anni Sessanta, capendo che era solo controproducente cercare di adeguare la psiche al corpo iniziarono ad effettuare il contrario adeguando il corpo alla psiche, e ai giorni nostri il Movimento Transessuale rifiuta categoricamente tale inquadramento perché di sicuro la qualità di vita non potrebbe essere preservata da cure prettamente psichiatriche ma bensì da cure endocrine e chirurgiche. Non dimentichiamo che la transessualità è considerata una malattia psichiatrica dal DSM IV (ovvero Diagnostic and Statistical Manual of Mental Disorders, in italiano Manuale di Classificazione dei Disturbi Mentali, IV edizione) redatto dall’Associazione Americana degli Psichiatri e secondo l’International Classification of Diseases (inoltre a cura dell’Organizzazione Mondiale della Sanità), ma che poi è l'unica malattia mentale che a conti fatti non viene “guarita” con cure psichiatriche...per cui chiediamoci pure come mai. Diciamo che forse è più uno stratagemma per poter accedere al Servizio Sanitario Nazionale che altro. La persona transessuale soffre di “disturbo dell’identità di genere” o “disforia di genere” (ovvero DIG).La Disforia di genere intanto è un termine che nasce nel 1971 da Donald Laub e Norman Fisk, è una condizione in cui un individuo non si riconosce nel proprio sesso genetico, cercando in tutti i modi di raggiungere quello in cui si identifica: cioè quello opposto.Ovviamente esistono molteplici sfumature per descrivere il mondo Transegender, più comunemente detto anche “termine ombrello”. Termine di cui la sua origine nasce all'interno di un movimento LGBT, negli Stati Uniti d'America nei primi anni Ottanta, per indicarne un movimento politico in cui contestava l'eterosessista e il genderista secondo la quale i sessi dell'essere umano sono due e che l'identità di genere debba necessariamente combaciare col sesso biologico; diciamo che è un termine in cui appunto si possono sentire di “appartenere” tutte le persone in transito o meno e che in un modo o nell'altro si sentono distanti da queste ridicole e retrograde affermazioni.Credo che piano piano e con calma nei prossimi articoli vi potrò dare davvero un quadro molto più ampio di tutta la comunità Transegender con le relative sfumature, parlando proprio di quanto la società binaria, di cui facciamo tutti parte, ci giudica e ci condanna in quanto “diversi”. Insomma non voglio di certo rappresentare solo la mia realtà in quanto FtM, sarebbe riduttivo e non credo sarebbe corretto e costruttivo per nessuno.Diciamo però che, a mio parere personale, tutti questi termini sono più etichette che altro, per carità, utili se usati appunto solo a scopo informativo, ma per prima cosa siamo esseri umani non dobbiamo dimenticarcelo mai...e in quanto esseri umani abbiamo tutti indistintamente il diritto di vivere con dignità qualsiasi sia l'etichetta o la realtà che pare rappresentarci. C'è da aggiungere che la transessualità molte volte viene confusa con l'omosessualità, ma c'è una netta differenza tra le due realtà che mi piacerebbe spiegarvi brevemente.La prima proviene dall'identità di genere e la seconda dell'orientamento sessuale. Insomma una persona transessuale sente che il suo sesso psichico(in termini medici detto “identità di genere”) non va di pari passo con il suo sesso anatomico e per questo si sente nata nel corpo sbagliato soffrendo moltissimo per questo enorme disagio; lo stesso disagio che successivamente nella maggior parte dei casi porterà colui o colei che lo vive ad iniziare una faticosa ricerca di se stessi, sia interiormente con una profonda introspezione e sia esteriormente iniziando un lungo iter burocratico per la “Riassegnazione del Sesso”.La persona omosessuale, a differenza, non sente dentro di se questa discrepanza tra corpo e mente ma prova solo un'attrazione sentimentale e/o fisica per una persona dello stesso sesso.Diciamo che un uomo FtM e una donna MtF non necessariamente sono eterosessuali, una donna MtF potrebbe essere lesbica e un uomo FtM invece gay o entrambi potrebbero essere bisex; come vedete rientriamo nel discorso della differenza tra orientamento sessuale ed identità di genere, e come avrete già bene capito la differenza tra omosessualità e transessualità c'è ed è palese. Detto questo, vorrei spiegarvi i vari Step di un iter che porterà la persona transessuale verso la rinascita.Il/la transessuale una volta che si riconosce in quanto tale, con appunto un procedimento di autodeterminazione molto lungo, complesso e doloroso, per ottenere il suo pezzetto di felicità dovrà rivolgersi intanto a degli specialisti(col SSN o a scelta privati) che seguono il protocollo ONIG(osservatorio nazionale sull’identità di genere)per poter intanto iniziare un percorso psicologico andando da uno Psichiatra in cui, dopo diverse sedute, riuscirà ad ottenere la diagnosi “DIG”. Successivamente, se tutto va bene, riuscirà ad ottenere un “Nulla Osta” scritto in cui ci si sarà asserito che appunto si potrà rivolgere ad un Endocrinologo per poter iniziare la terapia ormonale; la stessa terapia che andrà a modificare i caratteri secondari e portando la persona verso il primo Step: “il Test d'esperienza di vita reale” (detto più comunemente “Real life test”). Il test d'esperienza di vita reale è un passaggio obbligatorio in cui il diretto interessato già sotto terapia ormonale, per un periodo che varia dai 6 mesi ad un anno(ovviamente a discrezione dello Psichiatra), vive in tutto e per tutto nei panni del sesso opposto(cioè quello in cui si sente di appartenere)e dopo che sarà trascorso tale periodo, sempre dallo stesso Psichiatra, gli verrà rilasciata una perizia che servirà poi per poter presentare la prima istanza al Tribunale di residenza(avvalendosi ovviamente di un Avvocato preferibilmente esperto in questo genere di istanze) in cui gli si chiederà l'autorizzazione per i vari interventi demolitivi: vaginoplastica o orchiectomia per le donne MtF, isterectomia e mastoplastica riduttiva per gli uomini FtM(la falloplastica non è più obbligatoria dati gli scarsi risultati ottenuti in Italia)Solo una volta effettuati tutti gli interventi demolitivi si potrà procedere con la seconda istanza per poter ottenere il cambio anagrafico.Non dimentichiamoci la lentezza burocratica in Italia e le liste d'attesa nelle strutture ospedaliere sempre colme...diciamo che, a grandi linee(molto dipende anche dalla residenza dell'interessato/a), per poter ottenere le due sentenze ci vuole un annetto buono, ovviamente se tutto va bene tenendo sempre in considerzione la lista d'attesa per gli interventi, certo, perché anche per quella il tempo varia dai 3 ai 6 mesi e a volte di più...ma non vi sarete mica dimenticati del periodo che trascorre per il “Real life test” prima di avere uno straccio di perizia in mano vero?Ecco fatevi quattro conti.Bella trafila non vi pare?Beh in fin dei conti siamo in Italia no?Certo, è una provocazione bella e buona per iniziare a dire BASTA.Basta alla castrazione e la sterilizzazione forzata e basta al lungo “Real life test” con i documenti difformi!!!Un Test in cui porta un essere umano a vivere una vita priva di dignità perché costretto tutti i santi giorni a fare i conti con una quotidianità che molte volte sta stretta, portandolo a sentirsi umiliato ogni qual volta gli si prega di esibire i documenti; gli stessi documenti che per forza di cose sono difformi perché purtroppo si è ancora in attesa che “dall'alto” ci venga detto: “Si ok te li conformiamo, ora puoi essere Tizio, Caio o Sempronio”.Credo che la legge 164/82 , legge che dovrebbe tutelare i diritti delle persone transessuali ma a conti fatti non lo fa poi così bene, dovrebbe essere un attimino rispolverata ed arricchita. Vorrei come ultimo passaggio, parlarvi della cosiddetta “causa del transessualismo"Diciamo pure che esistono tante probabili “cause” ma che ancora oggi, oltre a tante supposizioni fatte, non sono riusciti ad accertarne nemmeno una a 100%.Da molti studi che sono stati fatti fino adesso pare che la probabile “causa” che si avvicina di più è proprio quella di una insofferenza del feto, in cui nella gestazione la partoriente non produce la giusta quantità dei vari ormoni nel momento giusto, più comunemente chiamato “squilibrio ormonale”; credo che come tutti saprete il feto si sviluppa in due momenti ben distinti e questo sviluppo avviene anche grazie al sistema ormonale, ragion per cui prima sviluppa il sesso genetico(già dal concepimento) e poi successivamente la parte cerebrale. Beh si dice che proprio per questo presunto squilibrio ormonale il neonato potrebbe appunto presentare un sesso anatomico opposto ad alcune aree cerebrali che determinano la sessualità psichica di un individuo.Però anche qui vorrei sentirmi di dire la mia a proposito, dicendo che non ci serve trovare una “causa” perché non siamo malati, non vogliamo una cura, non vogliamo una bacchetta magica...vogliamo solo vivere più felici. Lasciateci vivere. Io rimarrò sempre legato alla mia vecchia scuola di pensiero: “Vivi e lascia vivere”. Vi ringrazio molto per essere arrivati fino alla fine di questo mio lungo articolo, beh ora non potrete di certo dire che a grandi linee non ci conoscete un po' meglio,no?Beh sperò di essere stato all'altezza e di avervi fatto comprendere almeno in parte il nostro disagio. Vi abbraccio. Marco Caserta

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