Pubblicato da paolocacciolati su ottobre 30, 2011

La Svizzera mi vuole picchiare,
ancor prima della frontiera;
le montagne svizzere mi vogliono picchiare;
il donnolo degli stampini autostradali mi vuole picchiare;
le villette in attesa di un plastico mi vogliono picchiare;
i prati in attesa di mucche mi vogliono picchiare;
i laghi in attesa di mostri mi vogliono picchiare;
i trafori in attesa di macchine mi vogliono picchiare,
ancor prima del tunnel del San Gottardo,
due poliziotti al centro della strada
mi vogliono picchiare,
guardano con disprezzo la mia targa,

e comunque il tunnel mi vuole picchiare, le pareti di cemento mi vogliono picchiare, i condotti di aerazione mi vogliono picchiare,
pure i tir che incrocio mi vogliono picchiare,
meno male che arriva Durrenmatt a salvarmi,
le gallerie di Durrenmatt, le guerre tibetane di Durrenmatt, la salsiccia di Durenmatt,
pensare che da bambino mi piaceva la Tivù Svizzera,
Heidi e Peter e il Nonno e tutti gli Zurbriggen,
la pubblicità dei ravioli in lattina,
Heidi e Peter e il Nonno e tutti gli Zurbriggen,
il San Gallo che giocava contro il Servette,
Heidi e Peter e il Nonno e tutti gli Zurbriggen,
lo slalom gigante di Adelboden,
ma oggi è solo grazie a Durrenmatt che esco indenne dal San Gottardo,
piscio in un tipico cesso elvetico, sporco ma ordinato,
infine, felice quasi quanto la mia vescica,
entro in una Germania travestita da pecorella.
