Il giudizio di Marco GoiSummary:
Transparent è probabilmente la serie più amata dalla critica americana degli ultimi 12 mesi. Se ad esempio True Detective insieme a lodi sperticate ha anche trovato qualche detrattore, ebbene sì, Oltreoceano si sono in pratica spese solo parole entusiastiche nei confronti di Transparent. Meritate? Certo che sì. La serie rappresenta infatti un prodotto molto originale all’interno di un panorama americano ricco di cloni e idee riciclate. Lo stile del dramedy creato e diretto da Jill Soloway, regista fattasi notare con l’indie movie Afternoon Delight, è sì vicino a quello di serie hipster come Looking e Girls, però è dotato di una personalità propria. Transparent in particolare ha dalla sua parte una carta molto forte: una rappresentazione della sessualità che supera ogni limite finora mostrato dalla pur libertina programmazione via cavo americana.
Nonostante tutti i plausi della critica siano meritati, va in ogni caso detto che Transparent ha il potenziale per fare ancora di meglio. La prima stagione distribuita in streaming da Amazon è composta da 10 episodi che paiono più che altro un antipasto, per quanto gustoso, di una serie che potrebbe essere persino più efficace. Le puntate di appena mezz’oretta l’una finiscono spesso sul più bello e la sensazione a fine stagione è che manchi qualcosa. Il protagonista trans è già da solo un personaggio favoloso, ma Transparent ne propone anche tanti altri potenzialmente notevoli e per ora non c’è stato abbastanza tempo per svilupparli in pieno tutti. Se la prima stagione di Transparent è quindi buona, molto buona, la sensazione è che la seconda, già confermata e in arrivo nel 2015, possa essere davvero una bomba totale.
di Marco Goi per Oggialcinema.net