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Transumanesimo, socialismo e utopia

Creato il 07 settembre 2011 da Estropico
Transumanesimo, socialismo e utopiaQuest'estate, nel giro di un paio di settimane, mi sono imbattuto in due articoli dedicati ai parelleli fra transumanesimo e socialismo. Uno (Unintended Consequences: 19th Century Socialism and 21st Century Transhumanism) e' apparso sull'ammiraglia del web transumanista internazionale, Humanity+ Magazine , mentre l'altro (Revolution! Within reason) e' su un blog critico del transumanesimo e politicamente di centrodestra, Futurism (il sottotitolo la dice tutta: Critiquing the project to reeingeneer humanity).
Innanzi tutto: il transumanismo internazionale sembra avere attraversato una serie di "cicli politici": il primo e' stato quello in cui la scena era dominata dagli extropians di Max More, un gruppo, ai tempi, caratterizzato da forti tendenze libertarian (sul rapporto estropici/libertarianismo e sulla sua evoluzione dai primi anni '90 ad oggi consiglio caldamente questo post). In seguito, la sinistra ha "scoperto" il transumanesimo e l'arrivo di numerosi attivisti ha spinto a sinistra la World Transhumanist Association (oggi Humanity+), fatto di cui mi sono anche lamentato pubblicamente, durante il lungo regno di James Hughes, autore di Citizen Cyborg (sia ben chiaro: non che non mi garbasse l'esistenza dei transumanisti di sinistra, o la loro presenza nella WTA, ma la WTA si proponeva di rappresentare tutti i transumanisti). Oggi, la situazione mi sembra piu' bilanciata che in entrambi i cicli precedenti: la sinistra transumanista ha un proprio centro di aggregazione on-line (il molto letto IEET) e il Board of Directors di Humanity+ mi sembra oggi molto piu' rappresentativo della totalita' dei transumanisti. Malgrado cio', ancora oggi e' possibile trovare chi descrive l'arcipelago transumanista come un monolitico movimento di iper-individualisti fanatici del "turbo-capitalismo", ma ormai si tratta solo, in genere, di giornalisti poco aggiornati o politicamente motivati.
Ma torniamo ai due articoli. Il primo contiene alcune inesattezze (sono anni che Max More non si considera piu' libertarian - vedi il link consigliato sopra), ma le sue conclusioni fanno riflettere: il Socialismo non e' il Transumanesimo e il Transumanesimo non e' il Socialismo, ma le somiglianze sono reali. L'impatto delle ideologie del secolo scorso e' un avvertimento (e qui, aggiungo io, si parla sia delle ideologie che misero la classe al di sopra l'individuo, che di quelle che preferirono invece la patria o la razza). Coloro che perseguono una fede laica in una salvazione tecnologica caratterizzata da ambizioni utopiche, si illudono - e potrebbero portarci alla catastrofe.
Il secondo articolo ha perfettamente ragione, ma le sue accuse possono applicarsi a qualsiasi ideologia. L'autore, Charles T. Rubin, sostiene che la visione utopica di alcuni transumanisti abbia dei paralleli con quella del marxismo e che le ideologie utopiche hanno dimostrato, storicamente, la preoccupante tendenza ad adottare l'approccio del "fine giustifica i mezzi".
Il che mi fa riflettere: il mio transumanesimo e' un transumanesimo guidato dall'individuo, nel quale le decisioni riguardanti l'adozione, o meno, delle tecnologie transumanizzanti all'orizzonte resta saldamente nelle mani della persona che dovra' poi vivere con la tecnologia potenziante in questione (purche' esse non siano utilizzate a danno di altri individui). Inevitabilmente emergeranno vari tipi di pressione, alcuni striscianti, altri apparenti. Sia lo Stato che il mercato, ma anche la famiglia, la moda, etc, eserciteranno forti e spesso imprevedibili pressioni a favore, o contro il potenziamento umano e l'aggiunta di una visione del futuro utopica potrebbe essere la marcia in piu' che una di queste forze sfrutta per cercare di imporre a tutti la propria visione.
D'altra parte capisco benissimo come questa visione utopica sia un forte strumento motivante, in grado di mobilitare attivisti ed attrarre, potenzialmente, l'attenzione di parte del grande pubblico, ma si tratta di una lama a doppio taglio di cui diffido. Inoltre, mi sembra poco credibile: in una situazione di miliardi di individui potenziati, gli scenari utopici crollano rapidamente. Il futuro non sara' privo di problemi e temo che chi promette utopie si illuda. Forse e' tutta colpa di un mio "difetto" caratteriale: nonostante il mio entusiasmo per l'ottimismo pratico*, sono un pessimista di natura e, come non bastasse, sottoscrivo la massima che l'Uomo e' un legno storto dal quale non si puo' costruire nulla di perfetto...
*Ottimismo Pratico - L'incoraggiare le nostre azioni con aspettative positive. L'adozione di un ottimismo razionale, basato sull'azione, al posto della fede assoluta e del pessimismo della stagnazione.

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