Udienza del 9 maggio 2012 del processo per l’uccisione del sociologo e giornalista Mauro Rostagno avvenuta nel piccolo borgo di Lenzi, in territorio di Valderice la sera del 26 settembre 1988 ed in corso di svolgimento davanti alla Corte d’Assise di Trapani.
Alla sbarra il boss mafioso Vincenzo Virga e Vito Mazzara, per l’accusa, rispettivamente, mandante e killer dell’omicidio che sarebbe stato deciso per punire Rostagno per la sua attività giornalistica condotta attraverso l’emittente Rtc ‘Radio Tele Cine’.
L’udienza comincia in ritardo a causa della non presenza nel sito di Parma dell’imputato Virga.
Confermata la presenza dell’imputato Virga inizia l’udienza.
Sono presenti i testi citati dal difensore dell’imputato Vito Mazzara: Raggi Lorella, l’ispettore Bruno e l’ispettore Dales della Digos, ricitati anche Lipari Francesca Lipari Rita e Zanetti Alessandra però assenti forse in quanto citate ad un indirizzo non recente.
Il pm Del Bene fa rilevare che il teste Dales non era tra I soggetti previst per l’udienza odierna e le parti potrebbero non essere pronti a fare domande.
L’avvocato Galluffo precisa che la deposizione del teste Dales non è particolarmente rilevante.
L’avvocato Carmelo Miceli osserva che dei tre testi presenti oggi, per due, Bruno e Dales, le parti non sono nelle condizioni di potere intervenire, in quanto testi non indicati in tempo e chiede di non procedere alla loro escussione per arrecare pregiudizio al lavoro delle parti.
L’avvocato Miceli critica decisamente il comportamento della difesa in questa vicenda delle citazioni dei testi.
Si registra l’uscita dall’aula di Chicca Roveri, compagna di Mauro Rostagno.
L’avvocato Galluffo non accetta le critiche e richiama la collaborazione con la segreteria della Dda per la individuazione degli indirizzi dei testi.
Dales e Bruno erano testi immediatamente reperibili in quanto operanti presso la questura di Trapani, e sono citati al fine di non rendere vana l’udienza.
Per il successivo iter l’avvocato Galluffo vuole citare i collaboratori di giustizia Sipala e Filippello, Marchese e Mutolo e di risentire l’ex comandante del nucleo operativo di Trapani Elio Dell’Anna.
Prossima udienza quella del 23 maggio.
Il presidente Pellino indica poi per la successiva udienza del 30 maggio il teste Elmo – ex faccendiere dei servizi – tra quelli della difesa rappresentata dall’avvocato Galluffo a cui chiede di citare almeno altri dieci testi.
Udienze successive il 13 e il 20 giugno
Primo teste di oggi è l’ispettore Antonio Dales della Digos Trapani, in servizio a Trapani dal 1986 che risponde alle domande dell’avvocato Vito Galluffo.
Sulle indagini del delitto Rostagno dichiara di non avere partecipato alle indagini e che forse avra presenziato a qualche atto ma non ha fatto indagini, non ha mai partecipato ad accertamenti presso l’aeroporto di Chinisia.
L’avvocato Vezzadini chiede chi partecipava alle le indagini, il teste rispone “ispettore Capo Amodeo”.
E’ il turno del teste Lorella Raggi che oggi lavora presso la Saman di Milano, membro del Cda ed amministrattrice e che risponde alle domande della difesa dell’imputato Vito Mazzara.
La Raggi lavora alla Saman dal novembre 1990, è stata sentita per questo processo una o due volte, una volta a Palermo e una volta a Milano ed in generale per Saman più di sei volte.
Non ricorda il contenuto delle testimonianze che risalgono almeno al 1995.
Divenne amministratrice di Saman su invito di Cardella nel maggio ’95 dopo che lo stesso e Chicca Roveri erano stati arrestato per truffa nella gestione di Saman.
Cardella chiese a lei a Giancarlo Zuccotti e a Fiorini di prendere in mano l’associazione.
Facevano parte di un Cda che Cardella fino ad una certa data continuò a gestire.
Lei si occupava della contabilità, attività che già faceva quando c’era Cardella.
Cardella dopo l’arresto per truffa decise di passare la gestione di Saman perchè voleva andare via dall’Italia, andò a vivere in Svizzera e spesso loro andavano da lui.
Nel luglio 1995 Cardella se ne andò in Nicaragua e loro continuarono a dargli comunicazione su Saman.
Andarono in Nicaragua da lui quando disse loro di comprare per conto di Saman un suo immobile, intestato a una società, di Milano in via Plinio per permettergli di incassare una somma di denaro.
Chiese loro di acquistare l’ immobile per 3 miliardi e mezzo di lire, 1 miliardo e 800 milioni li voleva subito erano i soldi che Saman aveva sui conti correnti ed il resto dopo.
Tornati a Milano decisero di no, a lui dissero di si, ma lei e la Fiorini erano contrari. A lei sembrava una cosa folle da fare, Zuccotti invece era d’accordo.
Cardella le disse che si ero montata la testa, andò su tutte le furie e minacciò che se rifiutavano la sua proposta poteva diventare molto cattivo.
Tornarono in Italia subito.
Furono convocati da un funzionario del ministero del Tesoro per il commissariamento di Saman, un incontro provvidenziale per convincerci a non accettare proposta di Cardella.
L’avvocato chiede se presente c’era anche Chicca Roveri all’incontro in Nicaragua.
La teste afferma che può essere.
Il presidente Pellino osserva però che le domande non hanno conducenza al tema del processo considerato che si tratta di fatti avvenuti nel 1995.
Il pm Del Bene invita il difensore a fare domande sul capitolato di prova.
Ha conosciuto Giorgio Pietrostefani a Saman in quanto lui lavorava a Roma presso l’ufficio di accoglienza e veniva spesso a Milano.
Non ricorda l’anno in cui l’ha conosciuto 95 o 96, poi lui fu mandato da Cardella in Francia in una struttura di Saman dentro a un castello.
I Conti correnti di Saman erano presso la Cesare Ponti, MNonte dei Paschi, Banca Intesa, Ambroveneto.
In Francia fu acquistato un Castello per farne una comunità. Furono dati per l’acquisto 1 milione di franchi e fideussione bancaria, il tutto forse nel 1993 – 94
Cardella aveva un aereo personale, Saman pagava le fatture, l’aereo era stato acquistato dopo il 1990.
Cardella era interessato in operazioni in Somalia, c’erano Pietrucci e Cammisa.
Non sa e non ha certezze se Cammisa incontrò in Somalia Ilaria Alpi, sa solo che circolava la voce.
Il Pm Del Bene si oppone alle domande, in quanto giudica non possibile fare domande sulle voci che circolano.
Il difensore insiste il presidente ammette la domanda ma la teste continua a non ricordare.
Karl Stagno Navarro giornalista, l’ha conosciuto a Malta con l’avvocato Ambrosino perchè a Malta c’era una barca di proprietà di Cardella che nel luglio del 1997 fu comprata da Saman. Il giornalista che lavorava in una televisione, crede fosse al corrente di un fermo di Cammisa avvenuto a Malta.
In un verbale si riferisce di una voce che il giornalista sarebbe stato l’ultimo a vedere Ilaria Alpi il giorno prima che la collega fosse uccisa.
Non ricordo ma se è scritto che lo ha detto certamente lo ha detto anche se ricorda che si diceva che Cammisa era stato uno degli ultimi a vedere Ilaria Alpi.
Continuano le domande sui rapporti bancari di Saman nel periodo successivo al delitto Rostagno, sull’uso del contante e sulla barca di Cardella e sull’ammontare dei contributi pubblici.
Riferimento a Mauro Rostagno in una domanda a proposito dei contributi da parte dei familiari degli ospiti della comunità.
La teste afferma che Rostagno diceva “paga chi può”.
L’avvocato Vito Galluffo conclude l’esame.
E’ il turno dell’avvocato Salvatore Galluffo che chiede dei legami politici di Cardella.
La teste risponde che Cardella era legato a Craxi, che trovarono una lettera nella quale Cardella chiedeva a Craxi soldi, “ho bisogno di soldi vedi tu come puoi fare”. Non ricorda la data della lettera che fu trovata sicuramente dopo il 1995 e la lettera forse sarà del 1993 – 94.
L’avvocato Vezzadini chiede di sapere cosa accadde dopo la minacciosa telefonata di Cardella e in cui il Cardella le chiese di licenziarsi.
La teste risponde che da quel momento lì, accadde una guerra interna. Cardella iniziò a mandare lettere, indire assemblee con tutti i soci di Saman.
Alla teste e a alla Fiorini dette delle pazze e che volevano rubare I soldi e l’associazione. Vennero fatte più assemblee a Milano, a Roma, dal professore Cancrini, e poi allargarono la base associativa per renderla più democratica.
Domanda su una telefonata del 13 dicembre 1995 della Fiorini relativa ad una riunione indetta dalla signora Roveri.
Chicca e la compagna di Cardella indissero queste assemblee “ma non ci presentammo a queste riunioni”, si presentarono solo loro.
Furono convocati tutti i responsabili delle sedi Saman Italia, tutti quelli che erano soci.
La teste conferma che “volevano farci passare per quelle che volevamo impadronirci di tutto” e che volevano chiudere l’associazione.
Nel 96′ infine decretammo l’espulsione di Cardella, della Roveri e della compagna di Cardella.
E’ il turno dell’avvocato Ingrassia che chiede della Saman operante in Francia e delle eventuali altre associazioni operanti in Francia.
La teste a parte una associazione non ha memoria di altre associazioni e ne ricorda un’altra a seguito di sollecitazione data dalla lettura di un verbale precedente e che tali società venivano costituite allo scopo di intestare l’aereo di Cardella e di passare fondi da Saman a Saman France.
Saman International a Malta era proprietaria di una nave della ex marina svedese, anche in questo caso Saman pagava a Saman International.
Francesco Cardella movimentava soldi della Saman in quanto aveva la firma. Un episodio è quello in cui il Cardella prestò forse un miliardo di lire alla Banca Cesare Ponti, e poi quando la banca gli restituì il prestito, gli interessi andarono sul suo conto e non su quello della Saman.
Domanda del pm Del Bene che permette di accertare che la teste non ha mai conosciuto Rostagno e che il riferimento a Rostagno da lei fatto quel “paghi chi può”, era stato letto in un libro.
La teste comincia ad avere conoscenza della contabilità di Saman, nel 1991 e sa quello che sanno tutti sui rapporti tra Cardella e Riostagno fino al 88′.
Il tenore di vita di Cardella, era quello di chi vive in comunità, pur non privandosi di nulla.
Chicca l’ha conosciuta nel 90′,poi “loro” (Francesco, Chicca e gli ex soci) dopo il 95′ andarono da una parte e lei gli altri da una’altra e nel 96′ i rapporti si interruppero.
Domande da parte dell’ avvocato Elio Esposito legale di Saman.
La teste, venne a Lenzi nel 91′ anche in quel periodo come oggi vi erano in comunità dei ragazzi agli arresti sottoposti a controlli da parte dei carabinieri
Saman a seguito della condanna di Cardella ha recuperato il castello francese e l’edificio di Via Plinio e la comunità vanta ancora crediti nei confronti degli eredi di Cardella per circa otto milioni di euro.
La comunità cominciò a usufruire di un ingente flusso di denaro solo dopo la morte di Rostagno. All’inizio c’era solo Lenzi. La morte di Rostagno è il volano per la crescita economica di Saman e vi ha contribuito in maniera determinante il rapporto con il Psi di Craxi.
Domande dell’avvocato Miceli sui finanziamenti pubblici di Saman, sulle presenze a Lenzi, sulla incidenza delle spese di Saman a Lenzi.
In maggioranza erano finanziamenti pubblici, rette delle ASL e progetti.
Dal 95′ si son dovuti fare gli adeguamenti strutturali, il picco di redditività si ha intorno al 93 – 94.
Riesame dell’avvocato Galluffo ancora sulla gestione di Saman negli anni successivi al delitto.
Galluffo ribadisce la pertinenza delle domande in quanto nella espulsione per indegnità di Cardella, Roveri e compagna di Cardella possono trovarsi ragioni per il delitto e quindi chiede di acquisire il verbale di espulsione.
La Corte rammenta che è compito della difesa l’acquisizione di tali verbali.
Domande del presidente Pellino, sui viaggi in Somalia di Giuseppe Cammisa assieme a tale Pietrucci.
Pietrucci era amico di Cardella ed era uno che si occupava di progetti, l’idea era quella di fare un ospedale in Somalia.
Il suo nserimento in Saman avvenne nel novembre 1990 quando avevo difficoltà personali in seguito alla visione di una trasmissione in tv dedicata a Rostagno. Contattata la sede di Milano primo colloquio con Chicca Roiveri che mi indirizzò a Marsala.
In particolare volevo approfondire il tema delle meditazioni ma a Marsala non si facevano e passai a Lenzi dove incontrai nuovamente Chicca.
Audizione del teste Raggi terminata
Viene sentito ora l’ispettore Bruno Lorenzo, sovrintendente capo alla divisione anticrimine nel 1988 alla squadra mobile di Trapani
Conduce l’interrogatorio l’avvocato Vito Galluffo
Lavorò con un gruppo mandato da Roma per visionare tutte le cassette dei servizi tv di Rostagno.
Ad esaminare erano in quattro tra le quali una signora ispettrice capo la signora Ponpo, un tale Deriu Pietro.
L’attività durò tra due e tre mesi all’interno di Rtc, subito dopo l’omicidio.
Le cassette facevano parte del corredo di Rtc ed erano cassette relative a servizi, non ricorda se erano in un locale sigillato.
Il criterio di visione era indicato dai superiori loro visionarono tutte le cassette, circa 300 cassette o forse più.
Le abbiamo ascoltate dalla prima parola all’ultima, non era il teste che doveva fare I verbali allora il teste era un semplice agente.
Non sa se furono trovati spunti investigativi ne se fu redatto un qualche rapporto
Gli argomenti trattati da Rostagno ?
Dal tombino alla politica ai rapporti tra politici, mafia, problemi sociali.
L’avvocato Vezzadini chiede se si trattava di tutto il materiale o se era solo una parte.
Il teste risponde che furono richieste tutte le cassette.
Il Pm Del Bene chiede se il tema mafia emergeva dalla visione delle cassette.
C’erano dei servizi che riguardavano personaggi che erano indicati come mafiosi, uno l’Agate di Mazara, ma anche altri.
In merito ad Agate I servizi cosa riguardavano ?
Uno di questi servizi riguardava Agate, sicuramente un personaggio mafioso di spessore.
L’avvocato Francesco Greco chiede da chi era costituito e da dove proveniva il gruppo.
Il gruppo incaricato di visionare cassette arrivava dallo Sco servizio centrale operativo
L’avvocato Lanfranca chiede fino a quando è rimasto alla squadra mobile.
Fino al tentato omicidio del dottor Germanà, forse il 92′
Il lavoro d’indagine fu condotto solo con la visione delle cassette e se ricorda se furono fatte delle copie.
Si il lavoro d’indagine da lui svolto fu solo questo e non sa se furono fatte copie
Il dottore Germanà gli disse di visoionare le cassette.
L’avv. Miceli chiede se fu vista una cassetta con una intervista al procuratore Borsellino.
Il teste non ricorda.
Il lavoro svolto confluì in una relazione?
Il teste risponde che crede di si e che la Ponpo avrà redatto un rapporto.
Il presidente Pellino chiede specificazioni sul lavoro svolto.
Il teste risponde dicendo che lui ha visto circa 100 cassette, il suo compito essendo locale, quando c’erano problemi di comprensione li rivedevano tutti assieme, quelle che non ci davano spunto venivano subito scartate, le altre venivano accantonate.
L’audizione del teste Bruno è conclusa.
L’avvocato Galluffo riprende l’interrogatorio della signora Lorella Raggi chiedendo notizia delle sorelle Lipari.
La teste risponde che non le conosce personalmente, ma è certa che Rita è deceduta, di Francesca non sa.
Ha conosciuto certo Han Joseph Peter ?
Si anche lui crede che sia morto.
Zanetti Alessandra ?
C’è, Sordini Anna è pure deceduta.
Di Ruvo Annamaria ?
C’è
Rossani Francesco ?
C’è
Maio Costanzo ?
Non sa dire nulla, non ha idea di che fine abbia fatto.
Marrocco Luciano ?
Non lo conosce, non ha idea.
Dopo il raggiunto accordo tra l’avvocato Vito Galluffo e il pm per la possibile audizione del collaboratore Sipala, l’udienza viene dichiarata chiusa e rinviata al 23 maggio.
Tutta l’udienza su Radio Radicale
La precedente udienza del 18/04/2012 la trovate qui