I numerosi uomini colpiti da cancro alla prostata hanno il difficile compito di decidere che trattamento seguire. Questa scelta non risulta mai semplice in quanto ogni terapia comporta effetti collaterali piuttosto spiacevoli. Tra le varie opzioni disponibili, stanno diventando sempre più popolari i “trattamenti robotici”. Quelli maggiormente utilizzati sono: “CyberKnife Robotic Radiosurgery System” e “Da Vinci Surgical System”. Inizialmente le due procedure potrebbero sembrare piuttosto simili, visto che entrambe utilizzano robot, prevedono effetti collaterali minimi e tempi di recupero rapidi, ma non è così. CyberKnife, ad esempio, non è invasivo in quanto non prevede interventi chirurgici. Un robot colpisce il tumore con alte dosi di radiazioni e segue tutti i suoi movimenti.
Questo permette di ridurre al minimo l’esposizione dei tessuti e degli organi sani circostanti alle radiazioni. Di solito questo trattamento prevede cinque sessioni ambulatoriali della durata di circa un’ora ciascuna e non occorrono né anestesia, né ricovero. Dopo ogni sessione il paziente può tornare alla routine quotidiana senza problemi. Nella procedura da Vinci, invece, il robot è guidato dalle mani del chirurgo, il quale deve avere molta esperienza al riguardo. I pazienti vengono ricoverati per un breve periodo e sottoposti ad anestesia generale. Dopo l’intervento chirurgico, i tempi di recupero previsti sono di 4-6 settimane. Anche se le due procedure sono molto diverse tra loro, entrambe risultano essere molto efficaci, soprattutto nel prevenire le recidive. Fortunatamente, le varie opzioni di trattamento del cancro alla prostata sviluppate nel corso degli anni hanno ridotto sensibilmente il rischio di mortalità dei pazienti.