Oltre al boss Giovanni Brusca (che deve rispondere all'accusa di violenza o minaccia a corpo politico, amministrativo o giudiziario dello Stato), nel registro degli indagati, si iscrivono anche l'ex ministro dell'Interno, Nicola Mancino (per falsa testimonianza) e Calogero Mannino (per violenza o minaccia a corpo politico dello Stato).
Nicola Mancino, pare sapesse della trattativa che prevedeva di cedere al ricatto dei boss in cambio della rinuncia all'aggressione terroristica e ai progetti di uccisione di altri uomini politici.
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