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Trattativa Stato/Mafia: Chi è Gaspare Spatuzza? La vita dello stragista convertito che terrorizza i politici

Creato il 18 marzo 2014 da Giornalesiracusa

download (1)Gaspare Spatuzza nasce nel 1964 a Bracaccio, quartiere periferico di Palermo nel quale, a causa di un vuoto di legalità, il potere mafioso ha preso il sopravvento.

E’ il sesto di otto figli, cinque fratelli e tre sorelle, madre casalinga e padre manovale in un’impresa edilizia.

Lui, non avendo incentivi e passione per lo studio, viene bocciato già in terza elementare e interrompe la frequenza della scuola – prenderà la licenza elementare solo nel 1979 con i corsi serali. A soli undici anni inizia a lavorare come imbianchino. Questo lavoro gli offre l’occasione di frequentare famiglie mafiose; lui la coglie subito sperando di soddisfare la sua voglia di vendetta dovuta alla scomparsa per ‘lupara bianca’ del fratello Salvatore, nel 1975.  Così, verso i sedici anni, si avvicina ai fratelli Filippo e Giuseppe Graviano ed esegue ogni loro comando perfettamente inquadrato nel ruolo di ‘soldato’ e legato a loro anche da un senso di appartenenza e da uno spirito di fratellanza – solo nel 1995 compie il rito del giuramento tramite cui viene formalmente affiliato a Cosa Nostra e nominato reggente del mandamento di Brancaccio.

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Spatuzza ha avuto un ruolo operativo, anche se talvolta marginale, in tutte le stragi: Capaci, via d’Amelio, attentato in via Fauro, Firenze, Milano, Roma e il fallito attentato allo Stadio Olimpico. La sua mansione per tutte le vicende stragiste iniziava con il prelevamento da un peschereccio ormeggiato a Porticello – una frazione di Santa Flavia, vicino a Palermo – degli ordigni inesplosi della seconda guerra mondiale, e continuava con la loro macinatura.

Egli ha anche preso parte all’omicidio di don Pino Puglisi e al rapimento del piccolo Giuseppe Di Matteo.

Dopo un lungo periodo di latitanza, viene arrestato il 2 luglio del 1997 e, così, inizia per lui una nuova storia.

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Nel caso di Gaspare Spatuzza, il significato dei termini ‘pentito’ e ‘collaboratore di giustizia’ coincide perfettamente. Durante un percorso di consapevolezza interiore durato circa otto anni, egli prima si ravvede dal punto di vista morale del male commesso e, insieme, si pente convertendosi pienamente alla religione cattolica e poi, solo in conseguenza di ciò, decide di avviare la propria collaborazione con la giustizia – precisamente con le prime dichiarazioni rese il 26 giugno del 2008. Si pente e diviene un pentito.

Attraverso le testimonianze di Spatuzza è stato possibile far luce su alcune complicate vicende e ricostruire in maniera rivoluzionaria, ma lentamente e faticosamente, come le tessere di un mosaico i fatti di un pezzo di storia della mafia e di storia del nostro Paese.

Collaborare vuol dire mettersi a disposizione

della legge di Dio e della legge degli uomini,

per rendere la società più giusta e umana.

Gaspare Spatuzza

 


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