«Ci sono canzoni che hanno il potere di trasportarti in un luogo speciale.
Un posto dove vanno tutti, ma in cui non ci si incontra mai.
Non ha case né alberi.
E’ un deserto su cui con l’immaginazione edifichi ciò che vuoi.
Qualsiasi costruzione resiste il tempo di una canzone.
Poi quando la musica finisce anche il deserto si dissolve e torni presente.
Rispondi presente all’appello di chi, pur standoti vicino, ha capito che eri altrove».
Sembra tanto svagato, l’Andrea G. Pinketts dei miracoli, eppure ogni tanto qualche colpetto di genio ce l’ha pure lui.
Ignoro cosa ascoltino, lo scrittore milanese e il suo alter ego Lazzaro Santandrea, santo bevitor di birra.
Per quel che mi riguarda, v’abbandono cinque minuti e m’immergo nel seguente luogo speciale: