Lo scorso novembre ero andata a sentire una rassegna di giovani cantanti jazz. Sul palco c’era un tizio un po’ strano, credo fosse uno degli organizzatori: voleva spiegare il perché della manifestazione ma riusciva soltanto a mescolare frasi di circostanza e citazioni. Ricordo che a un certo punto si era messo sull’attenti e con sguardo perso aveva parlato dei tre fiammiferi di Prévert.
Lì per lì non ci avevo fatto caso.
Ieri sera, non so perché, mi sono tornati in mente quei tre fiammiferi.
Prepotenti, hanno preso il monopolio dei miei pensieri.
Così, prima di addormentarmi, ho fatto una veloce ricerca.
Ecco quel che ho trovato:
«Tre fiammiferi – Trois allumettes
Tre fiammiferi accesi uno per uno nella notte
Il primo per vederti tutto il viso
Il secondo per vederti gli occhi
L’ultimo per vedere la tua bocca
E tutto il buio per ricordarmi queste cose
Mentre ti stringo fra le braccia».
Jacques Prévert