Documenti storici attestano la presenza della solina in Abruzzo già nel 1500, quando venne citata in alcuni atti notarili di compravendita stipulati presso la Fiera di Lanciano. Sul finire del '700, nel libro Pel Paese de' Peligni, il suo autore M. Torcia cita la solina come il grano dal quale si ricavava "… uno dei migliori pani del Regno (di Napoli)", riferendosi probabilmente a quel siliginis di cui già scrivevano Plinio il Vecchio nella sua Naturalis Historia (23-79 d.C.) e L. Columella nel De Re Rustica (34-70 d.C).
Oggi la solina, le cui proprietà la rendono particolarmente adatta all’agricoltura biologica, sopravvive in Abruzzo nei campi di alcuni tenaci agricoltori, che nel 2007 si sono riuniti appunto in un consorzio.
Il Consorzio Produttori Solina d’Abruzzo nasce grazie all’attività di ricerca, tutela ed incentivo alla produzione di varietà autoctone abruzzesi svolta dall’ARSSA (Agenzia Ricerca Servizi di Sviluppo Agricolo), unitamente alla caparbia volontà di una decina di produttori, concentrati soprattutto nella provincia dell’Aquila. I consorziati hanno deciso di puntare sulla qualità e le tipicità legate al loro territorio, rinunciando alla logica delle produzioni di massa per distinguersi così da un mercato sempre più standardizzato e globalizzato. D’altra parte, la bassa produttività di queste colture è compensata da qualità uniche. Per capirlo basta sentire il profumo ed il sapore del pane preparato con la farina di solina…
INGREDIENTI:
(per 6 trecce)
- 300 gr di farina di Solina
- 200 gr di farina 00
- 1/2 cubetto di lievito di birra
- 2 cucchiai di olio extravergine di oliva
- 300-350 ml di acqua
- 10 gr di sale fino
- 6 gr di zucchero
- sale grosso