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Très bien ensemble

Creato il 24 maggio 2011 da Parolecomplicate

Da un paio di settimane frequento una ragazza molto di classe. Si chiama Michelle. Non è francese, ma sua madre sì. Scuola internazionale da bambina, esperienze all’estero da adolescente, capelli castani un po’ riccioli da grande. La nostra storia si caratterizza per il fatto che lei mi insegna molte cose e io sto ad ascoltare. A volte estasiato, a volte anche. Amo in particolar modo quando Michelle mi parla di musica. Ha una conoscenza sterminata. Dal folk alla cantautoriale, dalla musica popolare sudamericana alla classica post-mozartiana. In particolare, a Michelle piace la musica ricercata. A Michelle piace andare per bancarelle, alle fiere del disco, a Michelle piace trovare degli autori rari. Per poi potermene parlare, per poterne discutere mentre sorseggiamo dell’acqua tonica (io) e del martini dry (lei) sul mio divano verde. Ieri sera prima di fare l’amore, ad esempio, ha tirato fuori dalla sua borsa nera un vinile sgualcito. E’ scivolata accanto al giradischi e ha l’ha messo su. Jazz.

Il jazz fa morire le piante. Me l’ha detto un mio maestro, e studi clinici confermano che il jazz, qualsiasi tipo di jazz, causa il blocco immediato del ciclo cloroffilliano e porta geranei, ortensie e ciclamini a morte certa nel giro di 36/48 ore. Io a casa mia non ho molte piante, ma una sì. Si chiama Camilla e non voglio che muoia. Per questo motivo mi sono molto allarmato e sono corso ad afferrare Camilla per portarla in un’altra stanza. Michelle, che stava regolando bassi e alti sul giradischi mi dice, con quella voce che sembra un canto: “Ti piace, amore? E’ June Kuramoto, uno dei migliori jazzisti giapponesi”.

L’altra sera  (non capita spesso) ero seduto sul mio divano verde con Michelle, una ragazza molto dolce, un po’ francese e un po’ no. Sorseggiavamo dell’acqua tonica (io) e del martini dry (lei). Prima di fare l’amore lei si alza, e tira fuori dalla sua borsa nera un vinile sgualcito. Scivola accanto al giradischi e lo fa partire, ma non si sente niente.

- Cos’ha il tuo giradischi?

- Non lo so Michelle, saranno le testine.

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