2.101 azioni Snam le ha il sindaco di Treviglio Giuseppe Pezzoni (Pdl) che, professione docente, dimostra un certo interesse per la Borsa e conoscenza del mercato. Probabilmente anche del territorio, perché ci sono due pozzi chiusi dall’Agip negli anni Sessanta, proprio a Treviglio come risulta dai dati del ministero dello Sviluppo. E in questo periodo secondo un piano nazionale lanciato anni fa e reso ampiamente noto da una pagina di Repubblica, la Snam, l’Enel e altre società del gas stanno costruendo una serie di stoccaggi fra il Cremonese e il Bresciano, fra tante discussioni, consensi e proteste, in alcuni casi assai vivaci.
Il sindaco Pezzoni avrà forse affidato una parte dei suoi risparmi a una società del settore. Alcune scelte del suo portafoglio sembrano mirate. Le azioni Snam sono da cassettista, un titolo che difficilmente può tradire, come Enel malgrado l’indebitamento, e azioni di grandi banche come Intesa San Paolo e Deutsche Bank non dovrebbero mandare nessuno sul lastrico. Il sindaco investe con criterio, ma investe solo come cittadino o anche come sindaco?
Si fa politica comprando azioni? Eccome, c’è anche A2A nel portafoglio del primo cittadino, oltre alle azioni più ambite, non senza la Bcc di Treviglio, ci mancherebbe. A2A, la holding di Comunione e Liberazione, come la chiaman tutti, doveva costruire con Iren la grande multiutility del Nord, ma con i guai di Iren e l’infragilimento di A2A restano i piccoli azioninisti ad aspettare dividendi, che certo arriveranno.
Ma quei due pozzi di Treviglio? Diventeranno stoccaggi? L’Italia aspira a divenire hub internazionale del gas, stoccando quantità di metano per rivenderle laddove l’Eni di Mattei iniziò l’opera di scavo ed estrazione di gas dai pozzi. Esauriti i pozzi di gas restano cavità che potrebbero diventare stoccaggi. Da Enrico Mattei a oggi le tecniche si sono evolute, lo shale gas ha fatto l’ennesima fortuna degli Stati Uniti, favoriti da grandi e piane distese di territorio.
Quindi è iniziata anche nel vecchio continente una corsa al gas cavato dalle pietre frantumate dagli esplosivi sottoterra. Rischio sismico? Sì, vibrazioni, come no.
È diventato celebre l’autunno scorso il caso della Mac Oil già autorizzata dal ministero dello Sviluppo. La Regione Lombardia negò la Valutazione d’impatto ambientale, giusto per evitare problemi con gli enti locali e i comitati, che così non avrebbero potuto porre domande imbarazzanti. Milano, Bergamo, Cremona erano province interessate dallo sguardo degli strateghi della Mac Oil. La Francia quest’anno ha vietato la procedura del fracking, anche negli Stati Uniti le proteste non mancano. Un film con Matt Damon ha avuto vita difficile e lo si proietta a Cremona proprio per fare i conti con il gas che sgorga dalle bombe e dalle trivellazioni.
Le trivelle della Mac Oil comunque si sono fermate, forse le elezioni regionali si sono approssimate troppo rapidamente.
Ma i pozzi di Treviglio restano dove sono, dormono beati da 50 anni, ma presenti nei registri romani. Pronti a nuove eventuali avventure.
Che ne sarà mai? Che cosa ci dirà il sindaco, ammesso che gli garbi parlarne?
Qualche link
http://www.comune.treviglio.bg.it/sites/default/files/patrim_2011_pezzoni_unico.pdf
http://unmig.sviluppoeconomico.gov.it/unmig/pozzi/dettaglio.asp?cod=6642
http://unmig.sviluppoeconomico.gov.it/deposito/pozzi/log/pdf/treviglio_002.pdf
http://unmig.sviluppoeconomico.gov.it/unmig/pozzi/mappa.asp?cod=6642
http://www.altreconomia.it/site/fr_contenuto_detail.php?intId=3730
http://m5sbariano.wordpress.com/2012/09/06/trivellazioni/
http://www.inventati.org/climatecamp/wp-content/uploads/2012/11/WS-consumo-di-suolo.doc
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