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Prima di dedicarci ad analizzare i risultati del Top14 (chi è interessato già li sa), un commento di interesse generale riguarda la novità in mischia ordinata, importantissima in un campionato attento a guadagnare il minimo vantaggio lavorando sui piccoli dettagli, per di più molto fisico e contemporaneamente tattico, dove tutte le minnows si difendono (sovente molto bene) dosando i ritmi e impegnando gli avversari più quotati davanti.
Per quel che ho potuto vedere, la nota positiva in un momento di ovvia transizione e adattamento è che Francia almeno l'idea di base su come gestire la novità paiono averla chiara tutti, chi più (Perpignan) e chi meno (Biarritz) ma non come i Pumas che parevano ignari, gli All Blacks che han cercato sempre la scorciatoia della introduzione palesemente storta o i Wallabies indecisi se e quando alzare la gambetta.
Paragonando la prima giornata con l'inizio della stagione scorsa, ancora sul piano positivo c'è una evidente adesione generalizzata allo spirito delle nuove regole. E' il contrario rispetto alla reazione ai cambiamenti introdotti l'anno scorso, a molti apparsi contraddittori rispetto all'obiettivo dichiarato. Allora ci fu in più l'impennata della maggior severità complessiva degli arbitri di fronte al gioco iper-fisico, che portò alla media record di 28 punizioni a partita nella seconda giornata del Top14 scorso, col record di 42 punizioni "piene" e 5 "mezze" nella sola partita tra le ruvide Castres e Grenoble; il tutto conflagrò allora portando l'ambiente sull'orlo della rivolta tra gli irrigidimenti reciproci.
Non è così oggi, non ancora; certo però l'effetto complessivo iniziale è frustrante, il contrario di quello voluto (la sicurezza si, ma anche la consistenza e i tempi di gioco): i crolli ci sono ancora e ben il 70% delle mischie della prima giornata sono abortite in punizioni, vuoi a braccio dritto o cassé. La maggior parte degli allenatori mugugna, ma si comprende che gli arbitri per ora fischiano di tutto e un po' alla volta andranno anche loro a selezionare cosa meriti attenzione, guidando quindi i giocatori a concentrarsi su quello.
Il percorso minaccia però di somigliare a quello della stagione scorsa: il directeur degli arbitri Didier Mené a fronte del mugugno ha minacciato "encore plus de severité". I franchi ovviamente non si fanno certo intimidire, prova ne sia l'atteggiamento di Guy Novés, uno non certo fumino: s'è presentato livido in conferenza stampa post partita col tablet e ha illustrato alla moviola gli errori arbitrali che a suo dire son costati la partita al Tolosa - la mischia ordinata però c'entra solo di striscio (l'arbitro era Cardona, quello del rosso all'irrispettoso Parisse la stagione scorsa).
L'obbligo a legarsi - "bind" o "liez" - ha risolto il problema del pericoloso "hit" iniziale, anche se le prime linee tentano di "tenersi un po' di gas" distanziandosi il più possibile, ed è la causa dei collassi ancora presenti: gli arbitri "svegli" fanno difatti avvicinare le prime linee riottose. Un altro problema della nuova mischia è il comando "set", in franco sarebbe l'ambiguo "entrez" o peggio l'assolutamente infedele ma usato "jeu" o "jouez", viene inteso letteralmente come fosse "entrate in spinta" e non "pronti (a giocare)". Vale anche fuor di Francia, s'è visto regolarmente tollerato nel The Champioship. Tutto apparentemente risolto dal fatto che l'arbitro deve valutare se la mischia è stabile prima di autorizzare l'introduzione, ma se solo guardi le tiratine in giù che si danno i piloni nel frattempo ...
Altro tema-problema è stato evidenziato nella partita che ha presentato le mischie forse meno "vessate" dall'arbitro, il posticipo serale Perpignan-Castres: il pack con l'introduzione a favore, qualunque fosse, ha subito sovente la spinta di quello in difesa. Evidenza di come alzare il piede del tallonatore anche per solo un secondo, risulti sommamente pericoloso e gli "stappamenti" sono frequenti; si tratta di trovar strade alternative, ad esempio un coordinamento massimo tra introduzione e spinta a otto. Come han fatto quelli del Perpignan nella serie di mischie finali, impegnandosi prima a spingere che a tallonare.
Eì anche ricomparso al proposito l'antico colpetto col pallone alla schiena del pilone loosehead da parte del mediano a mo' di segnale, stile anni Ottanta, che secondo alcuni non sarebbe legale: è l'arbitro ad avvisare tutti dicendo "Oui neuf" ma Mené per fortuna non vuole complicare ulteriormente lo scenario e pensa a tollerare, purché il segnale non sia dato "en maniére furtive", qualunque cosa significhi (quindi niente "prop whisperers"?).
Certo che se manca quel minimo anticipo per chi introduce, è dura spingere in sette contro otto anche per solo un secondo e il vantaggio del loosehead nei confronti del tighthead che non parte più "di rincorsa" di cui si parla, c'è solo sul lato opposto alla introduzione, per chi difende (e difatti si rivedono tante mischie in girotondo).
Ci si aiuta ancora con l'introduzione storta ma non sfacciatamente, come fa il Tutto Nero Aaron Smith: maestro è Rory Kockott mediano del Castres che tiene l'ovale per lungo, lo rilascia delicatamente e poi solleva le manine quasi a dire "visto che ligio?"; nel mentre la palla rotola pianin pianeo tra loosehead e seconda linea, passando dietro ai piedi del tallonatore: merito della spinta, dev'essere così, si convince l'arbitro che tanto desidera tagliar corto.
La confusione sotto il cielo è grande: è un inizio promettente, diceva quello ...
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