Book Show ( in onda su Sky arte), il programma che svela il volto dei lettori, degli scrittori e fa parlare le città italiane ci porta, nella sua terza puntata a Trieste, insieme all’attrice senese, Francesca Inaudi che ha scelto di raccontarci, per le vie della città con cui ha un rapporto profondo, Donne che corrono coi lupi, di Clarissa Pinkola Estés.
“Saba, diceva che questa città è un ragazzaccio. Invece per me, forse perchè legata a una figura femminile, molto importante, questa città è particolarmente femminile. Questa natura dirompente che non si può fermare. La bora che quando arriva, arriva, e uno è soggetto ai capricci della natura. Poi c’è il mare, questa maternità data dall’acqua del golfo, estremamente selvaggia e selvatica. La montagna e dietro c’è il Carso e le Foibe che si sono inghiottite le persone. Una natura buona e potenzialmente violenta. Mi sembrava ottimo, il pretesto di questa città che, legata a me, attraverso mia nonna, per parlare del libro a cui tengo molto che è Donne che corrono coi lupi. È uno di quei libri che capita di vedere in libreria e pensare che è il solito manuale di psicologia per le donne, invece, è un signor libro. Attraverso la fiaba e il nostro legame profondo con nostra madre o nonna ci riporta alla nostra natura di donne selvagge. I miei libri sono sempre masticati, prosegue Francesca, in un senso fisico del termine, come una maglia che non riesci a buttare anche quando ha i buchi, come un qualcosa che ti appartiene. Questo è un libro che ti fa piacere toccare e avere al tuo fianco perchè è un libro che parla all’inconscio e va letto molte volte perchè ti cambia”.
Quando cambiare fa paura, leggere fa diventare la cosa più coraggiosa da fare. Scopriamo insieme se chi legge a Trieste, lo fa con quella scontrosa vitalità che vibra nelle strade della città più multiculturale d’Italia. ” L’ultimo libro letto è Non ti muovere, di Margaret Mazzantini – La nausea di Sartre – D‘amore e ombra, romanzo di Isabel Allende e l’ho riletto per la seconda volta – Il dottor Zivago è un libro di Pasternak Boris – Siddharta dello scrittore tedesco Hermann Hesse – La favola che leggo a mio figlio prima di addormentarsi è Topo Tip non fa i capricci – Pastorale Americana di Philip Roth è uno dei miei scrittori preferiti – Leggo perchè il modo più economico di viaggiare – Mi piace scoprire nuovi
mondi , nuove persone che la pensano diverso da me – Leggo solo cartaceo, niente tecnologie “.Strade e libri classici, fiabe della buonanotte e poesie, Trieste è una città di colori e culture diverse, che si intrecciano tumultuose, come la bora che mette in disordine i pensieri ma non le pagine dei libri. I dati del 2012 dicono che più del 54% dei triestini legge un libro all’anno, che 4 su 5 legge due libri al mese, con un occhio di riguardo per gli scrittori della città.
Andrea è un ragazzo che ha inseguito il suo sogno, riaprire una libreria storica di Trieste: ” Questa libreri , sorge dalle ceneri di una antica e glorosa libreria, La Minerva, ci dice l’oggi, libraio Andrea Rimabldo, un luogo in cui ci piace raccogliere opinioni e magari darle, se qualcuno vuole ascoltarle. Se volete fare un passaggio in città, questo libro di Mauro Covacich Trieste sottosopra, è un vademecum leggero che segue i luoghi della memoria”.
In bicicletta o a piedi, magari percorrendo il viale che porta il nome di Rainer Maria Rilke, è facile scoprire che Trieste è una città di lettori e scrittori. I tanti che vi sono nati come Saba e la Tamaro e quelli che l’hanno scelta come musa in un viaggio intellettuale in continua evoluzione. Tra questo James Joyce che sedeva ai tavolini del caffè San Marco, prendendo appunti per la stesura dell’Ulisse o come Italo Svevo che scrisse qui, La coscienza di Zeno.
Anche oggi, Trieste ha un caleidoscopio di letterature diverse che, narrano le luci forti e le ombre dense della città. Trieste è la città della letteratura, che
è il pilastro fondamentale per questa città. Qui c’è il laboratorio ideale di quell’Europa che proprio di questi tempi cerca un’integrazione. Qui, 90 etnie, hanno lasciato tracce. Ingredienti ricchissimi come il porto che si affaccia sul Mediterraneo e che apre la porta alle diversità. Trieste cerniera tra est e ovest dove le etnie si fondono nel dialetto, nel carattere e nell’architettura in un’armonia agre e tetra di cupole greche e sinagoghe segrete che ti accompagnano in un viaggio tra popoli diversi.” Quello che rende Trieste così speciale, luogo preefrenziale per studiare e contemplare i moti dell’animo, è questa sua capacità di sorprenderti per le diversità che ospita – ci racconta ancora, Francesca – diversità che non sono solo esteriori ma, culturali, sociali ed etniche”.
Percorrere Trieste è un viaggio dentro noi stessi, alla ricerca di aspetti che non conoscevamo, un percorso che ricorda il viaggio simbolico per eccellenza, quello dell’Odissea di Omero.
Trieste entra dentro l’animo delle persone e qualcosa accade. Trieste ti trasforma, in modo semplice e profondo. Trasforarsi liberarandosi dei bisogni materiale della vita. Trasformarsi come Francesca ha fatto con i suoi ruoli di attrice. Cambiamenti non cercati ma, di cui Trieste ne è il fulcro. Una città dell’amore a da amare. L’inizio e la fine di ogni cosa. La nascita e il declino ma, tra un estremo e l’altro però ci sono le mille tarsformazioni della vita che Trieste incarna come uno specchio.
Trieste è il senso della vita, nelle sue varietà di forma e sottosotto la letteratura di cui è piena è come il suo vento, che porta via…E mentre il sole si insinua tra terra e mare, salutiamo Trieste, e Book show riparte per altre città da raccontare.