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Trilogia “A Occhi Bendati” di Silvana Uber

Creato il 27 dicembre 2010 da Nasreen @SognandoLeggend

Silvana Uber;

Silvana Uber nasce a Trento nel 1982, esattamente 4 minuti dopo suo fratello-gemello Maurizio, al quale si è ispirata per la creazione del personaggio Martin in A occhi bendati. ( gemello di Còrin )
Diplomata nel 2000 al Liceo socio- psico pedagogico di Trento, decide di continuare gli studi e si iscrive all’Università di Sociologia. Ma quasi subito abbandona per poter lavorare come maestra.
Ha provato una varietà di lavori, telefonista, maestra, gioielliera e perfino commessa, ma non ha mai abbandonato la sua passione per la scrittura che porta avanti dall’età di 6 ani. 
Nel frattempo, durante un viaggio ad Ibiza, conosce Davide L. B. il quale dopo pochi mesi diventa suo marito e primo fan.
Grazie a lui (come ha dichiarato lei stessa in un’intervista) vince la paura di proporsi come scrittrice e partecipa al concorso “Gaetano Cingari” indetto dalla Casa Editrice Leonida. 
Il suo romanzo d’esordio si classifica tra i finalisi su una rosa di oltre un centinaio di libri pervenuti da tutta Europa e si catapulta, con sua grande sorpresa, in cima ai libri più apprezzati dalle adolescenti prima ancora dell’effettiva pubblicazione.

Tra gli hobby di Silvana Uber troviamo l’Africa, dove da diversi anni sta cercando di trasferirsi.

Sito: http://aocchibendatiofficialsite.sitiwebs.com/

 

Trilogia A Occhi Bendati:

1. A occhi bendati (isbn:)

2. In stesura

3. Inedito

 

Trilogia “A Occhi Bendati” di Silvana Uber
Titolo: A Occhi Bendati (isbn:9788895880518)
Autore:
Silvana Uber
Serie:
Trilogia “A Occhi Bendati” , 1
Edito da:
Leonida Edizioni
Prezzo:
12,80 €
Genere:
Young Fantasy, Thriller, Giallo, Avventura
Pagine:
488 pg.
Voto:
Trilogia “A Occhi Bendati” di Silvana Uber


Trilogia “A Occhi Bendati” di Silvana Uber
Trilogia “A Occhi Bendati” di Silvana Uber

Trama:

La diciannovenne Corin Alley vive a Loverland, una tipica cittadina america, ed è vista da tutti come una ragazza indifesa, quella che ogni uomo sente il bisogno innato di proteggere. Ma in lei c’è molto più di questo… 
Di giorno vive la sua città mostrandosi per quello che tutti credono sia, di notte invece si arma di coraggio, fermando i criminali che la polizia locale non ha né la capacità né la volontà di ostacolare. Ma il suo coraggio verrà a messo a dura prova quando incontrerà Deniel, l’essere più affascinante e crudele del pianeta. Talmente bello da assomigliare quasi ad un dio. 
Chi è questo ragazzo? Cosa cerca? Quali desideri e quali segreti nasconde dietro il suo sguardo ipnotico? Ma soprattutto perché, sebbene il suo istinto lo spinga a desiderare la morte di Còrin, si scoprirà eccessivamente protettivo verso di lei? 
Uniti da un reciproco bisogno, scopriranno che tutta la loro mente, il loro essere e perfino i loro sensi, fanno parte di un’antica leggenda che scorre nelle vene di Deniel e che li trascinerà in una inquietante voragine romantica che proprio l’amore spalancherà.

Citazione: “«Vi va di fare un salto da Mac Donald?» ci chiede Matt mentre congesti calcolati, prova di nuovo a centrare il cestino.Per la seconda volta la lattina finisce sopra le mie scarpe. Spazientitami piego per raccoglierla e, senza esitazioni, la lancio alle mie spalle dimenticandomi totalmente di mirare. Faccio centro al primo colpo sottolo sguardo meravigliato di tutti.«Come diavolo hai fatto?» Nick sposta lentamente lo sguardo dal cestino a me. Faccio spallucce sorridendo timidamente e cercando di non dare troppo peso e importanza al mio canestro. «Ehm… fortuna» ridacchio, cercando di sviare il suo sguardo stupito.A volte mi scordo di mostrarmi per quella che dovrei essere.”

 

Recensione:

Romanzo praticamente introvabile questo “A occhi bendati” di Silvana Uber; per chi fosse interessato a leggerlo l’unica maniera sembra quella di ordinarlo via internet o tramite una libreria di fiducia… In alternativa potete sempre sentirvi rispondere “Questo libro non esiste, signorina“. Esperienza diretta e comprovata. Fortunatamente gli amici sono più tenaci di noi quando si tratta di fare un regalo… Metteteli sotto torchio per la befana.

Tornando al romanzo, purtroppo, dobbiamo ammettere che il gioco non vale la candela. Non vale la pena faticare per trovarlo perché, onestamente, non è altro che “una buona idea” sviluppata discretamente ma di cui possiamo vivere perfettamente (se non meglio) senza.

Un lettore esigente finirà per essere innervosito oltremodo di fronte ad un’idea valida, perfino originale, sviluppata però in modo decisamente bizzarro e innaturale.

Il problema di fondo di questo romanzo, a parte alcune parti che avrebbero necessitato di una bella limatura durante l’editing poiché superflue, è la gestione dei personaggi. Questi, benché interessanti, sono stereotipati al massimo, forzati, poco credibili e le loro interazioni sono innaturali in modo incredibile.

A parte la scena eclatante del “fidanzamento” fra Còrin e il suo migliore amico “nato” in macchina alle 8 di mattina mentre questo l’accompagnava al lavoro (e mentre lei gli ripeteva di non aver tempo/voglia di parlare in quel momento) e dopo una frase d’esordio veramente imbarazzante vista l’età dei personaggi  (del tipo “E’ da tempo che desidero un tuo bacio”), possiamo dire che lo svilupparsi di qualsiasi sentimento in questo romanzo è forzato e poco credibile. Riprendendo il discorso del fidanzamento al quale Còrin accondiscende per errore, visto che lo interrompe nel giro di una giornata in modo alquanto brusco, quando si rende conto dell’errore, come dicevo, Nick, l’amico che da “molto” desiderava quell’unione, prende con una tranquillità quasi allarmante la notizia.

La stessa Còrin, da tosta ragazza dalla forza sorprendente – chissà da dove deriva questa forza incredibile visto che sembra essere una ragazzina piccola e mingherlina – si riduce, a metà romanzo, in un povera sfigata in preda alle decisioni di Nick, Andrew e Deniel. Peccato che queste decisioni siano assolutamente senza senso!

A parte che la protagonista potrebbe in qualunque momento decidere di prendere a calci Nick e Andrew e fare di testa sua, non facendolo, ci ritroviamo spesso a vedere la nostra eroina sballottata da una parte e l’altra (nascondiamola qui, no nascondiamola qua… no, forse è meglio la!) e le motivazioni che si celano dietro queste decisioni sono assolutamente incoerenti!

I miei fratelli pensano così, io li conosco“. Quante volte abbiamo sentito dire questo a Deniel, l’assassino che improvvisamente si ritrova a voler proteggere Còrin? Senza contare le volte che si avvicinano, si allontanano, le volte che lui la “gestisce” come se fosse sua e quelle in cui le urla contro che da un secondo a l’altro potrebbe ucciderla. Perché? Quale motivazione porta a questo suo atteggiamento? Semplice: è stato addestrato affinché scordasse ogni pulsione umana e rispettasse unicamente gli ordini… E quindi? Sei stato addestrato ad essere una macchina ma il difficile dovrebbe essere proprio “decidere di contrastare gli ordini”. Una volta che hai deciso di non rispettare gli ordini e non uccidere Còrin… il più è fatto! Il tuo cervello è sbloccato… A quel punto hai già sconfitto la condizione mentale, è piuttosto difficile che da un momento a l’altro tu sia preso da una lapsus omicida e faccia fuori tutti quelli che hai davanti, senza contare che “controllo e obbedienza” sono stati il frutto dell’insegnamento subìto negli anni.

In poche parole: Deniel è un personaggio incomprensibile, al limite del fantastico (quando ci è stato detto nella trama che non ci sarebbero state figure di fantasia) e incoerente. L’intenzione era quella di creare una personaggio ambiguo, affascinante e tenebroso. Deniel è irritante, sbruffone, incoerente e fondamentalmente banale.

Andrew aveva del potenziale, sotto ogni aspetto, peccato che non sia stato sfruttato minimamente. Un momento fa il papà, un altro sembra geloso, un altro condivide il potere e poi se ne esce con la storia del “Io sono il Capo”. Essere un capo significa avere una qualità che gli garantisca l’obbedienza. Còrin è più forte di lui e lui non ha armi segrete da tirare fuori dal cilindro per ottenere l’obbedienza. A conti fatti è un leader fasullo e tutte le volte che cerca di imporre la sua volontà a scapito degli altri il lettore sorride: un’ingenuità incredibile.

Il genitori di Còrin, entrambi, sono banali e assolutamente incredibili. In senso negativo. Possibile che, dopo la morte di uno dei due figli, nessuno di loro si accorga che questa ragazza si fa ammazzare di botte ogni notte nelle ronde? E soprattutto, come è possibile che questo “padre” da una momento all’altro voglia fare la voce grossa dopo aver fatto l’allocco per anni? Poco credibile e irritante.

Nick è il classico migliore amico/spalla/confidente/innamorato/protettore/amico impiccione/testarda palla al piede che è presente in ogni romanzo, salvo che alla fine si fa la collega di Còrin e si riprende: non è più un’inutile palla al piede innamorata.

Conclusione?

Trama intrigante e coinvolgente, il lettore è davvero curioso di sapere i particolari e la storia di background, su cui poi si costruisce tutto il romanzo, è molto interessante peccato che i personaggi siano stati buttati sul palco come fantocci mal gestiti. Còrin, che è fondamentalmente un bel personaggio, è stata trasformata in una bambolotta priva di volontà  - benché fosse quasi la più forte –  per metà del romanzo salvo poi riprendersi alla fine. La speranza è sempre l’ultima a morire.

Da leggere il seguito solo per la curiosità di sapere dove andrà a parare l’autrice e, soprattutto, per costatare se l’esperienza è veramente utile per migliorare il proprio stile.

 


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