Post in elaborazione costante …
Da ieri, domenica 21 agosto, si susseguono freneticamente le immagini e le notizie dalla Libia e in particolare da Tripoli. Secondo il racconto dei media, la situazione in Tripoli – roccaforte di Geddafi – starebbe precipitando e la sorte del leader libico sarebbe segnata. Secondo la versione dei media di massa, i cosiddetti ‘ribelli’ sarebbero entrati in Tripoli e avrebbero preso controllo dell’aeroporto internazionale e del centro di telecomunicazioni di stato. Le immagini violente e i commenti dei mezzi busti che venivano trasmessi fin dalla mattina lasciavano intendere che le ‘forze rivoluzionarie’ appoggiate dalla NATO avrebbero preso il controllo della capitale e che la popolazione fosse nelle strade per acclamare i ‘liberatori’.
In parallelo, tuttavia, i media alternativi fornivano un resoconto in forte contrasto con la versione mainstream.
Da qualche tempo si è formata una cooperazione tra i canali di news alternativi e alcuni inviati speciali in Tripoli, che da mesi stanno collaborando sia con Press-Tv che con RT (Russia Today), e anche con l’emittente radiofonica PRN di Chicago, di cui il giornalista americano Stephen Lendman è uno dei conduttori. I tre inviati speciali sono: il Dr. Franklin Lamb, americano, esperto giurista internazionale con base in Libano, noto ai lettori di questo blog e da sempre uno degli esperti che collaborano con Press-Tv. Franklin Lamb si è trasferito da qualche mese in Tripoli, ed è amico di lunga data di Stephen Lendman da cui viene spesso interpellato per le trasmissioni radio con indirizzo politico internazionale. Il secondo inviato è Mahdi Nazemroaya, ricercatore universitario canadese, anche lui da mesi in Tripoli, da dove relaziona regolarmente per le tre emittenti menzionate. E Lizzie Phelan, giornalista freelance di Londra.
I tre inviati alloggiano nell’albergo di Tripoli che ospita la stampa internazionale e si alternano nei commenti sulle tre emittenti alternative. Nelle ultime 24 ore stanno facendo la spola tra un canale e l’altro. Infatti non si possono muovere dall’albergo perché i bombardamenti NATO si sono intensificati a ritmo vertiginoso e le strade sono invase da gang non meglio identificate, che tuttavia i media di massa definiscono ‘combattenti ribelli’.
Tra tutti funge da trait d’union proprio il giornalista e blogger Stephen Lendman di Chicago, che nelle ultime 24 ore è rimasto collegato con Press-Tv, RT e i tre inviati di Tripoli. Lendman è anche in contatto costante con chi vi scrive, per aggiornamenti, commenti e riflessioni.
Questa premessa ha per scopo di introdurre il resoconto delle ultime 24 ore di Tripoli fornito da Stephen Lendman nel suo blog, che riassume quanto emerge dai racconti dei tre inviati e testimoni oculari in Tripoli.
Prima di tradurre il post di Lendman, riassumo brevemente gli antefatti di ieri in Tripoli, per come venivano narrati soprattutto su Press-Tv.
Nel mattino Press-tv aveva improvvisamente interrotto i programmi regolari per collegarsi con Tripoli, perché i media di massa trasmettevano immagini di combattimenti nelle strade di Tripoli e annunciavano la prossima cattura della capitale da parte delle ‘forze di opposizione’ appoggiate dalla Nato. Dal collegamento con gli inviati in Tripoli, tuttavia, emergeva una realtà del tutto diversa. Tripoli era sotto forte attacco aereo da parte della NATO, che i media di massa tuttavia non mostravano. Stava avvenendo un massacro totale. Le cosiddette ‘forze ribelli’ che secondo i media erano sul punto di catturare Tripoli, altro non erano – come dicevano gli inviati – che bande armate di desperados di varie provenienze che approfittavano dei bombardamenti per saccheggiare la città, sparando su chiunque opponesse resistenza. Anche l’albergo in cui alloggiano i tre inviati straordinari, Franklin, Mahdi e Lizzie, era invaso da saccheggiatori, e il Dr. Franklin Lamb era stato ferito da uno dei saccheggiatori, mentre Mahdi raccontava che un uomo della sicurezza dell’albergo era stato abbattuto davanti ai suoi occhi, mentre tentava di proteggere la proprietà.
I media di massa mandavano anche in onda immagini di folle in Tripoli che, secondo loro, stavano celebrando la caduta di Tripoli e la prossima fine del regime Geddafi. Ma i tre inviati smentivano, dicendo che nelle strade si vedevano solo corpi di gente colpita dai bombardamenti NATO, feriti e soccorritori, oltre alle gang armate che approfittavano dei bombardamenti per le loro incursioni di sciacallaggio generale.
Alle 23.00 ora locale di Tripoli, ecco la diretta Press-Tv da Tripoli per trasmettere la conferenza stampa del portavoce di Gaddafi, Moussa Ibrahim, ben noto a tutti coloro che seguono le vicende della Libia nei media alternativi. Diceva Ibrahim:
«Sono qui questa sera per denunciare i gravi misfatti della NATO e dei media di massa che raccontano versioni preconfezionate in appoggio alle menzogne delle forze Nato. Non lasciatevi ingannare da quanto vedete e sentite dalla CNN, BBC, Al Jazeera, e tutti i canali mainstrem a diffusione internazionale. Da una parte mandano in onda false immagini e falsi rapporti, dall’altra evitano di mostrare ciò che succede davvero. Conosco bene gli inganni dei media. Ho studiato scienze delle comunicazioni in Londra e ho approfondito le strategie della disinformazione di massa. Oggi la NATO ha bombardato Tripoli a tappeto. Al momento secondo le autorità mediche sono 1.300 i morti e oltre 5.000 i feriti. Gli ospedali sono sovraffollati e non c’è la possibilità di soccorrere tutti. Si tratta di un crimine orrendo per il quale la Nato dovrà pagare. I bombardamenti sono in atto da almeno 11 ore e stanno continuando».
Circa un’ora dopo la conferenza stampa, Press-tv comunicava che secondo i rapporti mainstream due dei figli di Geddafi sarebbero stati catturati. E solo pochi minuti dopo, ecco una nuova comunicazione: la Corte Penale Internazionale – che mesi fa aveva emesso un mandato di cattura per Geddafi e figli – annunciava che Muhammar Geddafi stesso era stato catturato. Mentre le immagini dai media di massa mostravano presunte folle di Tripoli che secondo la versione dei giornalisti festeggiavano la cattura della famiglia Geddafi.
Subito il collegamento con gli esperti americani che collaborano con Press-Tv. Commentava Jeff Steinberg:
«chiunque sia stato catturato – e ammesso che sia vero – non sono certo i cosiddetti ribelli ad avere la possibilità di catturare chiunque si trovi nel compound fortificato di Geddafi. Se cattura ci è stata, è sicuramente opera della Nato, che opera in Libia sotto mentite spoglie».
Jeff Steinberg è un giornalista di Washington, editore della Executive Intelligence Review (anche EIR).
Mark Glenn – brillante giornalista e attivista del movimento di solidarietà Crescent and Cross – commentava:
«bisogna essere cauti nell’interpretare le news di cui non abbiamo immagini. Non ci sono immagini della presunta cattura di Geddafi. Tuttavia, se è la verità, la NATO ha raggiunto il suo primo obiettivo in Libia e le operazioni militari si sposteranno ora in Siria, mentre la Libia passerà nelle mani di chi è esperto nelle depredazione e nello smantellamento delle strutture politiche e sociali, come è successo nell’ex Jugoslavia. E temo che alla Libia verrà riservata la stessa sorte che è toccta all’Iraq. La popolazione verrà decimata, la classe intellettuale decapitata».
Risponde Jeff Steinberg:
«sono daccordo con Mark e aggiungo questo. Obama è andato in vacanza qualche giorno fa, fiducioso di quanto sarebbe accaduto sul fronte mediorientale. Ora il popolo amricano riceverà la notizia di questa “vittoria” e saranno contenti di Obama e lo rieleggeranno. Israele si sfregherà le mani – perché cade un nemico del regime sionista. Altrettanto contenti saranno quelli di Wall Street e del Pentagono. Nuovo petrolio, nuove risorse, nuovo afflusso di denari. Ma niente per le tasche dei cittadini americani. Nuovo paese ‘alleato’ di USA/Israele come l’Egitto».
«Sono daccordo, commenta Mark Glenn, il nuovo leader della Libia sarà un burattino di USA/Israele. Non abbiamo la conferma della cattura di Geddafi e dei figli, ma la NATO è determinata ormai a prendersi la Libia.» …
«… Ma non è detto che ci riuscirà, commentava questa mattina in diretta Franklin Lamb. I giochi non sono ancora fatti. Guardando fuori dalla finestra dell’albergo, dove sono rintanato con Mahdi e Lizzie perché sono in azione le gang armate che sparano e saccheggiano, vedo passare cortei di mezzi militari di Geddafi. È difficile dire chi la spunterà. Le forze in azione sono tante. Ci sono i mercenari delle confinanti Tunisia e Algeria. Ci sono senz’altro forze Nato anche sul campo, ci sono anche i ‘ribelli’ del Consiglio Provvisorio libico. E ci sono i bombardamenti Nato che continuano senza interruzione. Ma c’è anche il popolo libico, e molti sembrano avere imbracciato le armi in supporto di Geddafi. Comunque quanto è successo nelle ultime 24 ore mi ha certo colto di sorpresa. Non me lo aspettavo. Finora Tripoli veniva colpita sporadicamente dalle incursioni Nato. I miei colleghi Mahdi e Lizzie sono altrettanto sorpresi. Ma ora siamo qui bloccati nell’albergo e improvvisamente la nostre vite sono in pericolo».
Il motivo per cui le vite di Franklin Lamb, Mahdi Nazemroaya e Lizzie Phelan sono in pericolo viene raccontato nell’articolo di Stepen Lendman, che segue più avanti.
Aggiungo che Stephen Lendman è rimasto collegato tutta la notte con PressTv e con i tre inviati e commentava in diretta nelle prime ore della mattina:
«La Corte Penale Inernazionale ha mentito dicendo che Geddafi fosse caduto nelle mani dei ‘ribelli’. E mentono i media con i resoconti inventati e le immagini che non si riferiscono agli eventi di ieri. Bisogna guardare Press-tv e RT e Telesur per vedere cosa succede davvero. Nell’albergo in cui alloggiano Franklin, Mahdi e Lizzie sono presenti anche le troupe della CNN, Al Jazeera, BBC e altri canali di news internazionali che raccontano la versione fraudolenta della Nato. Solo i nostri tre inviati che parlano con PressTv e RT raccontano la verità per quanto a loro nota. Sono furioso per il massacro che sta commettendo la Nato. E sono furioso per le minacce fatte ai nostri amici inviati in Tripoli, perché loro osano raccontare la verità. E indovinate da dove arrivano le minacce di morte? È incredibile: dai colleghi dei media di massa! Troverete i particolari nel mio articolo che ho finito di scrivere adesso e che troverete nel mio blog».
Ecco dunque come riassume Lendman i resoconti ricevuti personalmente. Stephen Lendman mi faceva notare che continuerà ad aggiornare i racconti degli inviati speciali e che il contenuto del post potrebbe essere soggetto a modifiche, rettifiche, aggiornamenti.
Mentre scrivo continua la lunga diretta di Press-Tv. Man mano che traduco il post di Lendman, continuerò anche ad aggiornare su quanto vedo e sento. Chi interviene (e per ora non gli inviati di Tripoli che forse non possono collegarsi perché sotto minaccia, come confermava qualche ora fa Mahdi Nazemroaya) – coloro che intervengono nella diretta concordano che la situazione è poco chiara, che comunque è prossima la fine del regno di Geddafi, che il suo compound residenziale è completamente circondato e non c’è via di scampo. Diventa arduo per chiunque raccontare i fatti, anche a causa dell’oscuramento dei media in Libia dopo che le forze Nato hanno reso inagibile il centro di telecomunicazioni.
Man mano che ci saranno aggiornamenti in diretta, aggiungerò qui di seguito un breve paragrafo, che inizierà ogni volta mostrando l’ora locale italiana dell’aggiornamento come di seguito:
Ore 20.00 – “Breaking News” su Press-Tv: il figlio di Muhammar Gaddafi, Mohammad, creduto catturato dalla Nato, è in realtà riuscito ad eludere la cattura con l’aiuto delle forze fedeli al padre. Non si hanno notizie sicure sull’altro figlio, Saif al-Islam, anche lui presunto prigioniero della Nato dalla notte scorsa.
Ore 21: in diretta dal Massachusets Obama parla della Libia. Poi farò un riepilogo di quanto racconta.
Dunque: ora inizio a tradurre, poi pubblico ad ogni nuovo paragrafo tradotto.
sulla Libia e sulla Palestina
Inizio questo post facendo notare che la situazione in Libia è fuida e che il mio articolo di oggi avrà un follow-up nelle prossime ore. La notte scorsa mi diceva via email Mahdi Nazemroaya – che collabora con la mia emittente radio in veste di inviato da Tripoli:
«La Nato ha fatto entrare le sue truppe dal porto di Tripoli. Stanno attaccando il mio albergo. Sparavano nella mia direzione, ma sono riuscito a mettermi in salvo. Loro mentono nel dire che sono in controllo della capitale, ma intanto noi siamo in serio pericolo.»